Potere.
Che cos'è se non avere la squisita possibilità, la capacità morale o materiale, o anche gli strumenti per compiere azioni?
Per me significa avere il controllo su ogni cosa, su tutto ciò che mi circonda e sulle persone che incontro.
Vuol dire aver finalmente la padronanza della mia stessa vita senza permettere a nessuno di poter nemmeno fiatare.
Ci sono voluti anni e sacrifici, ho sputato sangue e veleno per arrivare dove sono e non devo dire grazie a nessuno.
Ma ovviamente tutto questo ha un prezzo che ho dovuto pagare molto alto, ho perso la mia umanità, il mio calore, la mia coscienza.
Ho dovuto accantonare tutto quello che rendeva me.. me per poter avere di meglio e l'ho ottenuto.
Mi pento? Assolutamente no.
La vita è più facile quando non devi fare i conti con le tue proprie azioni.
Bussano alla porta del mio ufficio e lascio entrare i miei uomini di fiducia, Ethan e Benji "Portatemi buone notizie" dico loro sgranchendomi la schiena.
"Abbiamo risolto quel problema sulla quinta strada, quell'idiota non ti darà più pensieri" mi informa Ethan restando sull'attenti.
Li guardo, stando seduta alla mia scrivania in mogano "Ottimo" annuisco piano "I nuovi arrivati in città devono sapere chi comanda e non è ammissibile che qualcuno si ribelli, sono stata chiara?" Chiedo con voce gelida.
"Ci sarebbe un'altra cosa" si fa spazio nella conversazione Benji, il mio informatico, tiene tra le mani il suo prezioso tablet "Sembra che ci siano strani movimenti che non riesco del tutto a comprendere perché ben nascosti e decifrati" Con un cenno della mano gli chiedo di mostrarmi "Telefonate per lo più.. cellulari usa e getta"
Annuisco sapendo perfettamente chi potrebbe causare un simile problema "Capo, hai qualche idea di chi sia?" Mi chiede Ethan protettivo.
L'ho addestrato io e mi è devoto. In pochi dei miei uomini sono così leali, è una qualità che apprezzo, molti di loro sono leali a mio marito John, altri ancora a mio fratello.
Tre società.
Tre capi.
Una sola grande organizzazione."Qualcuna" ammetto e riconsegno il tablet a Benji "Ma se ho ragione.. la minaccia si farà viva più presto di quel che immaginate" mi alzo in piedi "È rincasato mio marito?"
"È chiuso nel suo ufficio da mezz'ora, discute di affari esteri" mi comunica Benji.
Annuisco comprensiva "Tenetemi aggiornata, ottimo lavoro ragazzi, potete andare a casa"
Escono dal mio ufficio, lasciandomi sola. Mi affaccio alla finestra che dà sui giardini della mia grande villa. C'è una strana quiete nell'aria, come se il mondo si preparasse a qualcosa, il mio istinto è allerta e raramente si sbaglia. Mi stringo nel mio tailleur firmato da donna d'affari e mi prendo qualche momento.
Chiunque si nascondi nella penombra sa il fatto suo, solo una volta ho visto tale meticolosità nel cammuffarsi ma è impossibile perché Lei è morta.
La porta del mio ufficio si apre e lui, il mio uomo, in tutta la sua bellezza mi sorride "Com'è andata oggi?" Gli chiedo avanzando nella sua direzione.
"Non vedevo l'ora di vederti" mi risponde vago senza alcun dettaglio eludendo la domanda.
Infila la lingua nella mia bocca e mi bacia, per farmi stare zitta, ma non basta e lui dovrebbe saperlo. Gli tiro i capelli facendolo staccare dalle mie labbra "Che mi nascondi?" Gli chiedo osservandolo.
STAI LEGGENDO
No tener miedo
FanfictionMacarena, potente donna d'affari, moglie e madre, gestisce una delle tre principali società illegali del Paese. Corazzata dalla vita e dalle sue stesse esperienze dovrà mettere in discussione l'intera sua esistenza e ciò in cui crede quando un fant...