Capitolo 32

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"Benji, dammi notizie.." chiedo osservando la lavagna con la linea temporale che ho tracciato.

"Il furgone bianco dal quale sono arrivati non è più uscito, ci sono state un paio di auto ma il riflesso e i finestrini oscurati non siamo riusciti a vedere chi guidava, mi dispiace" mi dice il mio amico, non lo guardo ma so che ha la classica espressione di quando siamo nei guai e non ha il coraggio di dirmelo.

"Avete controllato le targhe?" Chiedo voltandomi ed eccola lì, spiaccicata sul suo viso.

"Risultano rubate" mi risponde Pen accennando un leggero sorriso e sul monitor compaiono le prove di quanto affermano.

"..quindi potrebbero essere loro come dei teppistelli da strada" ragiono cinica e scazzata passando una mano sul mio viso stanco, non dormo una notte intera da giorni ormai e questa battuta d'arresto non ci voleva per niente.

"..Bionda" mi richiama Zulema che nel frattempo ha ascoltato tutto.

"No, Zulema, niente Bionda" guardo la lavagna e i monitor "Tutto ciò che abbiamo sono supposizioni.. supponiamo che lei sia in quel borsone, supponiamo che sono atterrati a New York, supponiamo che sia in quella zona ma non ci sono telecamere che possono confermarlo e supponiamo che ci sia rimasta.." rido istericamente mentre cammino avanti e indietro e prendo coscienza della vera realtà dei fatti "..non abbiamo nulla!" Urlo.

"Una pista non sicura è meglio di niente in questi casi" mi dice Ethan che nel frattempo è rientrato sentendomi dare di matto.

Appoggio la schiena alla parete e cerco di calmarmi ma sembra tutto inutile. Niente sta andando bene e ho un disperato bisogno di aggrapparmi a qualcosa "Sono quattro giorni che è nelle loro mani, da sola e non so nemmeno come stia" penso ad alta voce guardando il vuoto davanti a me e poi appoggio la testa alla parete guardando il soffitto "E non abbiamo nulla"

"Hai bisogno di dormire" la sua voce severa mi tuona dentro.

Rido senza spostarmi, continuo a guardare il soffitto e scuoto leggermente la testa come se avesse detto qualcosa di assurdo "Non ho bisogno di avere altri incubi, grazie" la guardo negli occhi e indico gli schermi "Me ne fornisce già abbastanza la vita vera"

Esco sbattendo la porta e vado un camera mia, mi chiudo dentro e cerco in qualche modo di costruirmi un equilibrio perché mi sento persa, totalmente allo sbando. Non ho ancora disfatto le valige e vedo il borsone con la sua roba dentro.

Decido di prenderlo, lo appoggio sul letto e lo apro. Dentro ci sono tutte le sue cose. I suoi vestiti rosa e il suo profumo dolce da bambina.

Prendo una felpa e me la porto al viso, ne sento il profumo e le gaunce mi si rigano immediatamente da lacrime silenziose. Mi siedo sul materasso e mi porto al petto quel microscopico indumento che adesso mi sembra la cosa più preziosa al mondo.

Guardo ancora nel borsone e trovo il peluche a forma di scorpione.

10 ANNI PRIMA

"C'è un piccolo scorpioncino qui dentro" dice Zulema con la testa sotto la mia felpa.

"Zulema, so che non sei un medico e nemmeno una scienziata, ma dovresti sapere che non partorirò uno scorpione" le dico ridendo.

Spunta da sotto la mia felpa e mi guarda negli occhi "Secondo me sarà proprio uno scorpioncino biondo e avrà i tuoi occhi profondi"

"Ah sì eh?" Le dico divertita.

"Speriamo che l'intelligenza la prenda da me" aggiunge e io le do uno schiaffo sulla spalla.

No tener miedoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora