Capitolo 4

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"Zulema"

È lì a pochi metri da me, bella da togliere il fiato come lo è sempre stata. Vestita in tubino nero aderente, i capelli le scendono oltre le spalle. Truccata divinamente mi osserva scaltra "Ciao Bionda, sorpresa di vedermi?"

Rimango nella mia posizione, menefreghista e superiore come sono abituata ad essere ma non posso evitare di sentire dentro di me quanto sia sorpresa di vederla "Pensavo fossi morta" dico gelida e ancora non ho capito come ha fatto a sopravvivere.

Ridacchia appena mostrando i suoi denti bianchi perfetto "L'erba cattiva non muore mai" mi osserva accavallando le gambe e mostrandomi maggiormente lo spacco del vestito e la gamba nuda scoperta. Sono passati dieci anni ed è di una bellezza mortale, letteralmente "Ma tu sapevi già che ero in città"

"Avevo i miei sospetti" Bevo un sorso dal mio bicchiere, è la cosa di cui ho più bisogno in questo momento, e mi appoggio davanti alla scrivania accavallando le gané a mia volta "Perché non saltiamo la parte in cui giochi con me e mi dici che cosa vuoi?"

Si alza in piedi e ancheggia lentamente venendo nella mia direzione, è semplicemente divina  "Ma a me piace tanto quella parte... onestamente mi aspettavo un'accoglienza più calorosa" mi imprigiona mettendo le mani sulla scrivania. Il suo profumo mi colpisce in pieno, così come il suo respiro a stretto contatto con la mia pelle. Resto immobile, incapace di respirare.

Scosto il viso per non doverla guardare negli occhi, consapevole che quegli smeraldi sono sempre stati la mia rovina "Dispiace deluderti" mento acida e gelida. Tutto ciò che voglio è averla lontana chilometri da me, me la immaginavo sottoterra e avevo fatto pace con me stessa con questa idea. Averla davanti, viva e vegeta, sconvolge ogni cosa.

Avvicina le labbra alla mia pelle e sento il suo respiro caldo addosso, il suo profumo, non mi ha nemmeno sfiorata ma è come se tutto tornasse a galla ogni ricordo passato insieme e un senso di disgusto mi assale "Magari un bacio" mi sussurra provocante.

La fisso negli occhi dura e irremovibile "Piuttosto la morte"

Mi guarda falsamente dispiaciuta "Così però mi ferisci" mi afferra il bicchiere tra le dita e beve un sorso davanti a me, scoprendo maggiormente il collo magro.

Avevo dimenticato come mi facesse sentire, avevo dimenticato la sua bellezza, il suo portamento, la sua voce.

Sono divisa in due: So bene che è una traditrice, un'agente compromesso della mia società, il nemico.. ma il passato ha un peso troppo rilevante per non pensare a quanto in realtà mi sia mancata.

"Sono passati dieci lunghi anni" le ricordo osservandola in ogni suo dettaglio, odio il fatto che mi renda così tesa.

Lei mi osserva a sua volta e vedo come mi spoglia con lo sguardo "Tu sei ancora più bella" mi sussurra piano sempre con quel tono che farebbe svenire chiunque. Lei è la provocazione fatta a persona ma so che sta solo giocando con me. Lei è falsa, mente per sopravvivere e so che tutto ciò che è stato era solo una storia che mi raccontava. Ma a me piaceva tanto quella favola.

In dieci anni ho imparato molto, è il momento di mettere in pratica tutto quanto. Mi stacco dalla scrivania e le vado contro, seducente e sensuale, la guardo con il mio sguardo intenso che la intimorisce appena "Sono una donna d'affari, mio marito è un uomo potente, siamo entrambi due dei capi principali e con mio fratello siamo al vertice, ho una figlia di dieci anni da proteggere... E tu…" le sfioro appena il braccio che ritrae immediatamente come se si fosse scottata rivelandomi che non è così rilassata come vorrebbe farmi credere  "Non hai alcun ascendente su di me, non più almeno"

No tener miedoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora