Capitolo 2

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Convoco Ethan nel mio ufficio "Aggiornamento sulle nuove reclute" chiedo mettendo ordine la mia scrivania.

"Ci sono lievi margini di miglioramento" mi risponde tutto serio e abbottonato.

"Questa è la versione sulla carta, il tuo parere invece?" Chiedo osservandolo meglio.

"Scostanti, svogliati e capricciosi" sorrido compiaciuta della severità con la quale lingua descritti.

"C'è bisogno della mia presenza durante gli allenamenti?" Chiedo incrociando le braccia al petto.

"Posso essere sincero?" Mi chiede a sua volta.

"Con me sempre Ethan" lo incoraggio ad andare avanti.

"Hanno bisogno di vedere per chi combattono e vorrei che ci fossero più persone legate a te che a loro" mi dice abbassando lo sguardo.

"John è mio marito e Román è mio fratello" gli ricordo e lui trema sotto il mio tono deciso "Ma capisco ciò che intendi dire e lo condivido.. oggi scenderò in palestra con voi"

"Sono anni che non salì sul ring" mi dice stupito.

"Motivo in più per tornarci, Ethan...che c'è? Hai paura di perdere?" Gli chiedo abbastanza divertita.

"Sì, signora" annuisce convinto.

Rido appena "Ci vediamo più tardi"

Il pomeriggio stesso, indosso la mia divisa, la mia seconda pelle, ciò che ho indossato per anni di allenamento i primi anni di matrimonio con John. Un paio di leggings stretti e un top aderente.

Entro in palestra e sono tutti lì, le reclute nuove, ragazzi che abbiamo selezionato per le nostre società e che un giorno lavoreranno per noi.

C'è un vociare assurdo ma non appena entro tutti si tacciono.

Salgo sul ring, alzando le corde e mi metto in mezzo, li guardo con sete di sangue. Devono imparare ciò che significa lavorare duro o verranno massacrati "Sapete già chi sono quindi non servono presentazioni" dico camminando scalza "Non mi avete vista spesso durante gli allenamenti ma sono sempre stata informata sui vostri singoli progressi.. è il momento che vi mostri per che cosa vi battete"

16 ANNI PRIMA

Entro in palestra e resto affascinata dalla grandezza di questo posto. Siamo duecento reclute, a sentire ciò che dice mio fratello che ha già superato le selezioni l'anno scorso, un quarto tornerà a casa non reggendo i ritmi tosti che ci imporranno, l'altro quarto lo scartano loro perché non abbastanza bravi. Rimarrà la metà più preparata e verremo smistati nelle tre società. Ho paura di non farcela ma onestamente se non faccio questo non so proprio che cosa farò della mia vita. Perciò devo farcela. Non importa quanto sarà dura.

Osservo i miei compagni. Maschi e femmine, di diversa statura e preparazione fisica. Tutti affamati di sangue. Appaiono minacciosi soprattutto adesso che siamo qui.

Sono qui che li guardo un po' intimorita e un po' curiosa quando i miei occhi si posano su una figura alta e snella. Tutti la osservano mentre cammina fra di noi con una certa eleganza nei movimenti. È magnetica e ogni cosa di lei mi suggerisce che è letale, ma una parte di me è meravigliata dalla sua incredibile bellezza.

Lei era Zulema Zahir.

OGGI

Il mio ricordo svanisce nel momento in cui Ethan sale sul ring, so che non avrà pietà e non voglio che l'abbia. Non sono intimorita, l'ho addestrato io e so quanto è bravo ma so anche quanto io sono brava "Per tutti questi mesi di duro allenamento vi ho insegnato a battervi per sopravvivere dimostrandomi ciò che sapete fare"

"È il momento che siate voi a vedere ciò che noi sappiamo fare" dico con un ghigno sul viso. Mi guardo con Ethan e inizio a girargli intorno. Lui si spazientisce, sarà il primo ad attaccare.

Suona la campanella di inizio incontro e lui mi osserva. Sa che dovrebbe aspettare ma non può farne a meno, mi sferra un pungo che schifo all'istante e lo colpisco dritto alla gola facendolo barcollare. Lo punisco.

Tira su la guardia e io faccio altrettanto, lo colpisco ma non abbastanza forte perché mi restituisce il pugno e questa volta mi colpisce.

Sta per tirarne un altro ma gli blocco il braccio, lo ruoto e lo immobilizzo. Il mio ginocchio colpisce il suo addome tre volte prima che riesca a liberarsi, mi prende di peso e mi getta dall'altra parte del ring. Fa per avvicinarsi ma con un calcio lo allontano e balzo in piedi.
Mi aggrappo a lui, gli salgo sulle spalle e stringo fortissimo le cosce intorno la sua gola. Deve buttarsi a terra facendomi sbattere la schiena forte sul pavimento per farmi cedere la presa ma riesco a riprenderla subito.

Batte due volte le mani sul pavimento e per noi significa solo una cosa: ho vinto.

Lo sciolgo dalla presa e gli tendo una mano per tirarlo su in piedi.

Guardo le facce stupite e meravigliate delle mie reclute, Ethan cerca di riprendere fiato mentre io gli do una pacca sulla spalla "Sei stato bravo" gli dico piano e lui mi regala un leggero sorriso. Guardo tutti gli altri "Adesso tocca a voi. Dimostratemi che siete all'altezza" dico facendoci da parte.

Ethan si guarda intorno "Peter e Claire sul ring" si avvicina e mi sussurra "Lui è una testa calda, arrogante e presuntuoso, dubiterei della sua lealtà perché è un ipocrita ma è bravo. Molto bravo. È il favorito"

Lo studio con lo sguardo e riscontro in lui tutto ciò che mi è stato detto "Dimmi di lei"

"Agile, veloce, precisa.. ma non è forte, non sa combattere e non credo che.." lo fermo immediatamente.

"È l'ultima in classifica?" Gli chiedo osservandola, lo vedo annuire con la coda dell'occhio "Perciò è quella che migliorerà più di tutti"

Incrocio le braccia al petto e li studio. Studio i movimenti, ciò che dicono con lo sguardo, ciò che fanno. Li studio tutti quanti e li analizzo nel dettaglio perché questo è ciò che so fare e lo so fare maledettamente bene.

Finiscono di darsele a vicenda, sono distrutti e poco allenati, c'è molto da fare "C'è una classifica privata del vostro rendimento che è il momento di rendere pubblica" annuncio guardandoli "Questa lista diventerà la vostra vita, va a punti in base ai vostri successi.. l'allentamento finirà fra due mesi. Entro i quali noi capiremo chi è fatto per restare tra di noi e chi invece dovrà tornare a casa"

"Gli ultimi dovranno andarsene" li informa Ethan "Potete andare alle docce, abbiamo finito" li congeda e mi guarda "Che ne pensi?"

"Scostanti, svogliati e capricciosi" confermo io afferrando la mia felpa e indossandola.

"Erano anni che non ti sfidavo, è stato divertente" ammette e io gli sorrido.

"Sei bravo, Ethan, lo sei sempre stato e mi dai delle soddisfazioni. Sono contenta che tu faccia parte del mio team" gli confesso ed è raro che mi sbottoni così tanto ma è uno dei miei, uno dei più fidati.

No tener miedoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora