Capitolo 27

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Sono seduta sotto al portico, la notte si è inoltrata ormai e la squadra è dentro. C'è una gran confusione ma io non ne voglio fare parte, sento la porta aprirsi e dal profumo che sento non ho alcun dubbio "Okay.. parliamo di ciò che ho visto"

Mi accendo una sigaretta e esalo la prima nuvola di fumo "Adesso vuoi parlarne?"

Si siede accanto a me "Pensavo che avessi smesso" me la sfila dalle dita e fa un tiro prima di restituirla, un gesto che facevamo prima e che non sono più abituata a vedere ma è stato così normale per lei che mi fa sorridere. Suppongo che certe cose non cambino mai.

"Durante la gravidanza sì.. ho provato adesso per curiosità" me la rigiro tra le dita "E mi era mancata"

"Le vecchie abitudini non si scordano mai" mi dice sorridendo.

"Suppongo di no" faccio un tiro e una nuvola di fumo esce dalle mie labbra "Non c'era niente se non un contratto di lavoro con dei benefici" rispondo sincera e cruda "Mi regalava ore di sollievo da me stessa ma non c'è stata volta che non desiderassi te al suo posto" non la guardo negli occhi, non ci riesco "Non c'è stata volta in cui non mi sentissi sporca e non rimanevo mai dopo. Non lo volevo.. non volevo che mi stringesse a sé, non volevo quell'intimità.. non posso dirti che non ci sono andata a letto perché ti mentirei e non voglio farlo ma credimi se ti dico che non provavo nulla" sento gli occhi diventare lucidi ma spingo dentro le lacrime perché non voglio piangere "Ciò che mi ha fatto e ha detto.. Ha solo voluto ferirti, lo sai" la guardo negli occhi "Sapeva perfettamente cosa dire e cosa fare per farlo e non ha esitato" rimane seria e in silenzio ad ascoltarmi "Zulema.. Non ho parole per dirti quanto mi dispiace"

"E i tremori?" Mi chiede ed è tutto ciò che riesce a dire, vedo il suo viso contorcersi dal nervoso e so che io ne sono la causa.

"Ho sbagliato, Zulema, e so che ti stai sforzando a starmi accanto, per aiutarmi, perché sai che ne ho bisogno ma io non credo di meritarmelo onestamente" mi alzo in piedi e butto la cicca per terra spegnendola con la suola della scarpa.

"Hai detto che avevi imparato a controllarli" mi risponde sempre più distaccata e distante.

Annuisco e la guardo negli occhi "Dimenticandomi di te, di noi, seppellendo tutto.. cosa che non voglio più fare" distoglie lo sguardo e annuisce a sua volta, se solo sapesse quanto è bella anche solo illuminata dalla sola luce della luna "Zulema, io non ti chiedo di perdonarmi perché so che non me lo merito.. ti chiedo solo di capire" I miei occhi non vedono altro che lei, è così da sempre. Resto solo un secondo a guardarla e poi me ne torno dentro.

La mattina seguente ci troviamo tutti in palestra "Sul ring, corpo a corpo. Ethan contro Tony" dice Zulema dopo essersi consultata con me.

"Fino a quando combattiamo?" Chiede Tony.

"Fino alla fine" risponde seria Zulema.

"O finché uno non si arrende" intervengo io e guadagno occhiataccia da parte di Zulema.

"Questo forse lo facevate voi.. con le nuove regole: nessuno si arrende" annuncia lei con un tono autoritario.

"Fortuna che non esisteva questa regola durante il nostro addestramento" dico sottovoce senza volere che lei sentisse ma dalla sua espressione di odio, mi ha sentita eccome.

"Che cazzo vorresti dire con questo?" Mi chiede aggressiva.

La ignoro e li guardo "Si gioca pulito"

No tener miedoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora