CAPITOLO UNO

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"ADDIO PRINCIPESSA"

NEWT

[MESI DOPO]

Da dove comincio? Beh, potrei cominciare col dire che va tutto alla grande. Abbiamo trovato un'uscita e siamo riusciti a scappare. Posso finalmente essere libero di vivere la mia vita. Potrei anche dire che sto bene e che sono felice...ma la verità, è che se vi dicessi tutte queste cose, allora io sarei un bugiardo. 

La verità è che non sono mai stato peggio in vita mia. Mi sento completamente perso. Mi sento smarrito. Sento di non essere più la stessa persona. Sento di aver perso una parte fondamentale di me...e questa parte se n'è andata per sempre, insieme all'amore della mia vita. 

Nel momento in cui ho realizzato di averla persa per sempre, il mio mondo è crollato. Niente aveva più importanza. Assolutamente niente. La mia vita faceva completamente schifo, insomma ero intrappolato dentro ad uno spiazzo d'erba circondato da un caspio di labirinto da due fottutissimi anni! L'unica cosa in grado di farmi evadere, anche solo per qualche istante, dalla schifosa realtà, era lei. Solamente lei. Con i suoi semplicissimi modi di fare e il suo carattere allegro e solare riusciva sempre ad illuminare ogni mia giornata. 

Mi bastava guardarla per capire che lei era tutto ciò di cui avevo bisogno. Non avrei mai pensato che una persona potesse avere quest'effetto su di me. Non so cosa darei per poterla avere ancora qui con me. Non so cosa darei per poter vedere il suo sorriso, le sue labbra, i suoi lunghi capelli marroni e i suoi occhioni castani. 

Per mesi mi sono illuso che tutto questo fosse solamente un brutto sogno. Quello che dovevo fare era semplicemente svegliarmi e tutto sarebbe finito. Ma quando, ogni mattina, mi svegliavo e vedevo che il posto nel letto accanto a me era vuoto, la realtà tornava a tormentarmi. 

Il mio cuore era avvolto dall'oscurità...un tipo di oscurità che neanche la più luminosa fonte di luce, sarebbe riuscita a mandare via. Le mie giornate erano diventate monotone. Vuote. Era come se qualcuno avesse attivato il comando automatico dentro di me e riuscisse a farmi ripetere le stesse azioni all'infinito. Giorno dopo giorno, come una sequenza cinematografica in loop. 

Quella mattina mi risvegliai all'alba come sempre. Mi vestii e mi sciacquai il viso con l'acqua fredda. Andai alla mensa a mangiare qualcosa al volo e dopodiché mi diressi verso la Torre per guardare l'alba da lassù. Ormai lo facevo quasi tutte le mattine...mi ricordava il periodo in cui io e lei ci incontravamo quassù. Io appoggiavo la testa sulle sue gambe e lei giocava con i miei capelli mentre cantava una canzone. Mi arrampicai su per la scalinata di legno e raggiunsi la cima della struttura. Mi sedetti sul bordo lasciando le gambe penzolanti. Una lacrima sfuggì al mio controllo bagnandomi la guancia. La asciugai immediatamente tornando a focalizzarmi sul sole che faceva capolino all'orizzonte. 

Un rumore di passi, attirò la mia attenzione. Guardai giù e vidi Thomas, Minho e Alby dirigersi verso le porte del labirinto. Scesi dalla Torre e decisi di raggiungerli. "Ragazzi che state facendo?"- domandai. "É arrivato il momento Newt"- rispose Alby. "Il momento per cosa?"-chiesi pur conoscendo la risposta. "É arrivato il momento di togliere il suo nome amico"- disse Minho pronunciando le parole che non avevo il coraggio di dire. Sospirai e abbassai lo sguardo cercando di trattenere le lacrime che minacciavano di uscire nuovamente dai miei occhi. Mi morsi l'interno guancia e feci un bel respiro. "Ragazzi potreste lasciarmi un attimo qui da solo?". "Certo. Andiamo ragazzi"- disse Alby facendo segno ai due Velocisti di seguirlo. I tre si allontanarono lasciandomi da solo. 

Mi avvicinai alla parete marmorea sulla quale era inciso il suo nome. "Ciao Principessa". Deglutii cercando di mandare giù il groppo alla gola e ripresi a parlare. "Ne è passato di tempo dall'ultima volta eh? Lo sai...da quando te ne sei andata la Radura non è più la stessa e nemmeno io sono più lo stesso. Non esiste un solo minuto della giornata in cui io non pensi a te. A noi...". Abbassai lo sguardo al suolo e tirai su col naso. "Avrei dovuto proteggerti. Avrei dovuto impedirti fin da subito di diventare una Velocista ed entrare in quel maledetto labirinto, anche se so che molto probabilmente, testarda come sei, avresti lottato con tutte le tue forze pur di raggiungere il tuo obiettivo... Avrei dovuto mantenere la mia promessa, ma non l'ho fatto...mi dispiace Principessa...mi dispiace da morire". Mi avvicinai al muro di pietra e accarezzai il suo nome con le dita. "Non hai idea di quanto mi manchi piccola. Mi manchi come l'aria". Un altro paio di lacrime attraversarono le mie guance come lava rovente. Strinsi i pugni cercando di riprendere il controllo delle mie emozioni e feci dei respiri profondi. Restai a fissare il suo nome sul muro per un tempo indefinito. 

THE MAZE RUNNER STORY 2 - YOU'RE ALL I NEEDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora