CAPITOLO OTTO

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"MISSIONE DI SALVATAGGIO"

Dopo poco, James tornò nella sua stanza, mentre io restai nella mia aspettando che Brenda si addormentasse. Mi ero inventata una scusa e le dissi che Lexi non si era sentita bene e che era rimasta a dormire nella sua stanza. Odiavo mentire. Odiavo dover nascondere le cose alla mia migliore amica, ma non volevo farla preoccupare. 

Ben presto calò la notte e, una volta essermi accertata che Brenda stesse dormendo, indossai la mia felpa e strisciai all'interno dei condotti. Mi sedetti circa a metà strada ad aspettare e, dopo qualche minuto, James mi raggiunse. Percorremmo insieme il resto della strada, stando attenti a non fare rumore. Arrivammo davanti alla grata illuminata. Diedi un'occhiata per essere sicura che non ci fosse nessuno e, una volta essermene accertata, sollevai la grata di metallo provocando un leggero cigolio. James si aggrappò ai lati del condotto con entrambe le mani e saltò agilmente atterrando sul pavimento del piano. Era davvero un bel salto ed era anche fin troppo alto per i miei gusti. "Dai salta, ti prendo io tranquilla"- mi rassicurò il ragazzo. Mi aggrappai ai lati del condotto e James si posizionò proprio sotto di me. Mollai la presa e il ragazzo mi afferrò per i fianchi, rimettendomi a terra delicatamente. Lo ringraziai e cominciammo a camminare. 

Percorremmo un piccolo tratto di corridoio, fino a raggiungere la stanza misteriosa. Tirai fuori il badge di Janson e lo feci strisciare sullo scanner lì accanto. Si sentii un clic e dopodiché la porta si aprì. James entrò per primo e io lo seguii a ruota. Entrammo in una piccola stanza quadrata illuminata da luci al led blu. Mi presi un attimo per guardarmi attorno e mi accorsi solo in quel momento, che la parete alla mia destra era fatta di vetro, ma non era quello che mi turbava, bensì quello che c'era dall'altra parte. La stanza era piena di contenitori ovali trasparenti. Sembravano delle capsule. Avevano delle aperture lungo un lato e dei cardini dall'altro ed erano piene di uno strano liquido verde. Al loro interno c'erano delle creature biomeccaniche ripiegate su se stesse. Un brivido percorse ogni centimetro del mio corpo, non appena realizzai di cosa si trattasse. Erano Dolenti. Capsule di Dolenti e ce n'erano a centinaia. Era impossibile contarli tutti. 

Non riuscivo a muovermi

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Non riuscivo a muovermi. Mi ero come paralizzata. Ogni muscolo del mio corpo si rifiutava categoricamente di muoversi. Iniziai perfino a tremare dalla paura. "Hey, tutto bene?"- mi chiese James accarezzandomi una guancia e risvegliandomi dalla mia paralisi. James non poteva sapere quello che mi passava per la testa, dal momento che non era mai entrato in uno dei labirinti, perciò potevo comprendere il suo stupore. "Ehm si, si sto bene, non preoccuparti"- tagliai corto. "Vieni qui, credo di aver trovato qualcosa". James afferrò una piccola cartellina piena di buste trasparenti e iniziò a sfogliarne le pagine. "É un elenco di nomi e altri dati e guarda chi è l'ultimo della lista". Lessi l'ultimo nome e il mio cuore perse un battito: 

LEXI - SOGGETTO B7. GRUPPO SANGUIGNO: 0 NEGATIVO

"James dobbiamo trovarla e dobbiamo farlo subito"- dissi preoccupata. James annuì e appoggiò la cartellina al suo posto originale. Nel farlo spostò leggermente uno dei camici appesi alla parete, rivelando un altro scanner nascosto. James si voltò verso di me e io non persi altro tempo. Mi avvicinai allo scanner e ci feci scorrere il badge. Si sentii un altro clic e la parete di fronte a noi iniziò a muoversi rivelando un'altra porta scorrevole. Stavolta decisi di entrare per prima e James mi seguì. Non appena entrai nella nuova stanza non riuscii a credere ai miei occhi. 

THE MAZE RUNNER STORY 2 - YOU'RE ALL I NEEDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora