CAPITOLO VENTIQUATTRO

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"ATTACCO A SORPRESA"

Nella stanza regnava il caos. La gente correva spaventata a destra e a sinistra in mezzo ad un ingestibile delirio.

James era ancora al mio fianco. "Stammi vicina ok?!"- gridò il ragazzo per farsi sentire. Annuii col capo e afferrai la sua mano stringendola forte. 

"James dobbiamo trovare gli altri!"- gridai. Il ragazzo annuì e iniziò a camminare spintonando un paio di persone, alla ricerca dei nostri amici. Non riuscivamo a trovare nessuno in mezzo a tutta quella confusione e sentivo che il panico stava iniziando a crescere dentro di me. 

"Vi ho trovati finalmente!"- disse Jorge spuntando alle nostre spalle. "Seguitemi forza!". Non ce lo fecimo ripetere due volte e seguimmo Jorge in mezzo alla folla. 

L'uomo ci condusse fino ad una piccola stanza e ci chiuse dentro. "Jorge che stai facendo?! Dobbiamo andarcene via da qui!"- esclamai impanicata. "Tranquilla mija, vi porterò tutti fuori di qui". 

Detto questo, Jorge spostò una cassa di legno, rivelando una botola nascosta. La aprì e ci disse di seguirlo. Io e James obbedimmo e scendemmo le scale di quello strano passaggio segreto. Eravamo praticamente sotto terra. C'era una puzza terribile e l'aria era pesante. Respirare era davvero un'impresa. I rumori del piano di sopra erano spariti completamente ed eravamo avvolti nel silenzio e nel buio più totale. 

Jorge ci porse delle torce e noi le afferrammo accendendole. "Jorge che posto è questo?"-domandai. "L'ho fatto costruire un pó di tempo fa in caso di emergenza e a quanto pare ho fatto bene"- spiegò lui continuando a camminare davanti a noi. "Dove sono gli altri?"- chiese James preoccupato. "Tranquillo hermano, sono al sicuro. Fra poco ci ricongiungeremo a loro". 

Percorremmo ancora una decina di metri poi vidi i miei amici in lontananza, farci segno di raggiungerli. Stavano tutti bene per fortuna. Tirai un sospiro di sollievo, ma nel farlo inspirai della polvere che mi entrò con forza nei polmoni. Li sentii bruciare. Mi bloccai per un secondo e tossii per cercare di liberare le vie respiratorie.

James mi teneva ancora per mano. "Coraggio Mara ci siamo quasi. Solo un ultimo sforzo"- mi disse lui dolcemente. Una volta essere riuscita a respirare normalmente di nuovo, sorrisi al ragazzo e ripresi a camminare dietro di lui. Jorge aveva già raggiunto gli altri e si era girato verso di noi. 

Improvvisamente, la terra sotto i nostri piedi cominciò a tremare violentemente. "Che succede?!"- gridai spaventata. Nessuno ebbe il tempo di rispondere alla mia domanda. Una serie di massi iniziarono a cadere davanti a noi. James mi strattonò verso di lui e mi abbracciò. Mise una mano sulla mia testa e si chinò a terra per proteggere entrambi. 

Dopo qualche secondo, la terra smise di tremare. "Tutto bene?"- chiesi preoccupata. "Si, sto bene"- disse James tossendo ripetutamente. Ripresi in mano la mia torcia e la puntai davanti a noi. Una montagna di massi di terra erano crollati davanti a noi. Oh no! Io e James eravamo da questa parte e i nostri amici erano dall'altra. 

"Dobbiamo trovare un'altra uscita"- dissi. "L'unica opzione è tornare indietro"- disse James prendendomi per mano. Iniziammo a correre ripercorrendo la strada di prima. Corremmo nel passaggio segreto e salimmo passando dalla botola. Uscimmo dalla stanza e restai pietrificata per la scena che mi si presentò davanti. 

Le persone scappavano spaventate e il rumore delle pale degli elicotteri era sempre più forte. Erano vicini. Troppo vicini. Dovevamo andarcene assolutamente da lì e dovevamo farlo subito. 

"Buonasera Spaccati"- disse una voce dall'altoparlante dell'elicottero. Conoscevo troppo bene quella voce. Era quella di Janson. "Mi dispiace interrompere la vostra festa, ma credo che siate in possesso di alcune cose che mi appartengono, fra cui mia figlia. Consegnatemeli immediatamente". 

THE MAZE RUNNER STORY 2 - YOU'RE ALL I NEEDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora