CAPITOLO QUINDICI

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"PERCHÉ LO HAI FATTO?"

Mi risvegliai aprendo gli occhi di colpo. Le mie guance erano rigate dalle lacrime e il sogno che avevo fatto era ancora vivo nella mia mente. In quel momento, mi resi conto che avevo bisogno di Thomas. Avevo bisogno del mio migliore amico. Volevo che lui fosse qui con me, ma questo ovviamente non era possibile. 

Scacciai quei pensieri dalla mia testa e mi misi a sedere. Mi sentivo un pò meglio di ieri, ma il dolore persisteva ancora, anche se in forma più leggera. 

Strinsi i denti e mi alzai dal letto. Camminai qualche metro, fino a ritrovarmi davanti allo specchio dell'armadio. Era crepato, ma riuscivo comunque a vedere la mia immagine riflessa su di esso. Il mio volto era ricoperto di graffi, il labbro inferiore aveva uno spacco su un lato e un livido enorme si estendeva sul mio zigomo destro. Il sangue sulla mia fronte era sparito. Al suo posto adesso c'era una bella fasciatura che mi circondava la testa. Anche le mie braccia erano piene di lividi e sul mio collo si vedevano ancora i segni della lotta. Phil mi aveva sistemata per bene. 

In quel momento, Brenda fece il suo ingresso nella stanza. "Hey che ci fai in piedi? Come ti senti?"- disse preoccupata venendo ad abbracciarmi. "Sto bene, non preoccuparti"- risposi ricambiando il suo abbraccio. "James mi ha raccontato tutto. Come ti è venuto in mente di fare una cosa del genere?". Abbassai lo sguardo al suolo senza spiccicare parola. "Ascolta non importa quale sia stato il motivo che ti ha spinta a farlo, ma non farlo più ti prego...mi hai fatta preoccupare da morire"- confessò lei. "Lo so e mi dispiace. Non lo farò più, te lo prometto". Ci abbracciammo di nuovo. 

"Jorge vuole parlarti". Mi pietrificai all'istante non appena sentii quelle parole uscire dalla sua bocca. Jorge! Mi ero completamente dimenticata di lui. Sarà furibondo. "Ti sta aspettando nella sua stanza. Vuoi che ti accompagni?"- si offrì Brenda. "No grazie, credo di farcela anche da sola". Detto questo, iniziai ad incamminarmi verso la stanza di Jorge. Fortunatamente si trovava sullo stesso piano della nostra e non fui costretta a salire o scendere le scale. Per le mie condizioni era meglio così, almeno finché non mi sentirò meglio. 

Ero terrorizzata al pensiero di doverlo incontrare dopo quello che avevo fatto, ma lo dovrò fare comunque prima o poi, quindi meglio farlo subito. Tolto il dente, tolto il dolore, giusto? Raggiunsi la porta della sua stanza e bussai due volte. "Avanti"- lo sentii dire da dentro. Aprii la porta e feci capolino nella stanza. 

Jorge era seduto sul davanzale della finestra e fissava l'orizzonte con sguardo assente. Entrai nella stanza e richiusi la porta alle mie spalle. Feci incertamente qualche passo verso il centro della stanza e mi fermai. Mi schiarii la gola e mi feci coraggio. 

"Brenda mi ha detto che volevi parlarmi"- dissi timidamente. Jorge non disse nulla e si grattò la barba pensieroso. Ero agitata e questo suo silenzio non mi aiutava. "Voglio sapere solo una cosa. Perché?"- disse lui guardandomi con sguardo severo. 

Abbassai il capo imbarazzata. Non sapevo davvero cosa dire. In tanti mi avevano fatto questa domanda, ma non ero ancora riuscita a trovare una risposta. Perché lo avevo fatto? 

Sentivo gli occhi di Jorge su di me. "Mara rispondi. Perché lo hai fatto?"- insisté lui. "I-io...io non lo so"- ammisi. "Che significa non lo so?! Ti rendi conto che potevi morire?! Ti rendi conto di quando fossi preoccupato per te?!"- sbraitò l'ispanico furioso. "Mi dispiace!"-gridai sentendo una lacrima sfuggire al mio controllo. La asciugai immediatamente. 

Jorge sospirò rumorosamente e si grattò il capo cercando di trattenere la sua rabbia. "Il mio compito è quello di proteggerti, ma non posso farlo se non sei vicina a me!". "Non ho bisogno che tu mi protegga!"- sbraitai arrabbiata. Jorge mi stava trattando come se fossi una bambina e la cosa stava iniziando ad irritarmi parecchio. 

THE MAZE RUNNER STORY 2 - YOU'RE ALL I NEEDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora