CAPITOLO SETTE

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"IO CI SARÓ SEMPRE PER TE"

"Anch'io avevo un fratello una volta...". 

Brenda alzò lo sguardo e mi guardò senza spiccicare parola, perciò continuai. "Si chiamava Ben...era il miglior fratello che potessi mai desiderare. Da piccoli WICKED ci ha rapiti e ci ha separati, cancellando la nostra memoria. Ci hanno messo nello stesso labirinto e ci siamo ritrovati. Lo adoravo Brenda. Lui era la mia famiglia. C'è sempre stato quando avevo bisogno di lui. Mi ha sempre protetta. Mi chiamava piccola peste e io adoravo quando lo faceva". 

Sorrisi istintivamente ripensando a quei momenti. Qualche lacrima iniziò a scorrere lentamente sul mio viso. Tirai su col naso e le asciugai immediatamente con la manica della felpa sentendo il braccialetto sul mio polso. Me lo sfilai e lo porsi a Brenda. Lei lo afferrò e iniziò a guardarlo rigirandoselo fra le mani. "Lui ne aveva uno identico col mio nome inciso sopra. Non me lo sono mai tolta dal giorno in cui è morto". "Come è morto?"- domandò lei guardandomi negli occhi. "Lui era un Velocista come me e un giorno lui...è stato punto da uno di quei mostri. Nel mio labirinto la chiamavamo la Mutazione. É quello che ti succede quando vieni punto. La regola diceva che se venivi punto, il giorno successivo venivi esiliato nel labirinto alla chiusura delle porte. Quando ho scoperto che mio fratello era stato punto, sono andata fuori di testa. Ho fatto di tutto per impedire che venisse esiliato, ma lui...lui ha deciso di gettarsi nel labirinto di sua spontanea volontà. Diceva che lo stava facendo per proteggermi...aveva paura di farmi del male una volta che la Mutazione sarebbe stata completa. Mio fratello è morto dentro al labirinto e i-io...io non ho potuto fare nulla per aiutarlo". Le lacrime scorrevano sul mio viso senza sosta e non riuscivo a fermarle. Brenda mi prese la mano e la strinse forte, accarezzandomi il palmo con il pollice. 

"Brenda io...i-io devo dirti una cosa importante...credo che tu abbia il diritto di sapere"- dissi cercando di riprendermi. Feci un respiro profondo. Era arrivato il momento. Stavo per lanciare una bomba sulla mia migliore amica. Una bomba che di sicuro l'avrebbe distrutta. L'agitazione continuava a salire sempre di più e non riuscivo a mandarla via. Le presi le mani stringendole forte nel tentativo di rassicurarla e farle sapere che ero con lei, che le sarei stata vicino. Iniziai a raccontarle tutto per filo e per segno e quando dico tutto intendo tutto. Terminai il mio racconto e inspirai cercando di riprendere fiato. Non mi ero accorta di averlo trattenuto fino a quel momento. 

Brenda restava immobile con lo sguardo perso nel vuoto senza spiccicare parola. Non piangeva, non gridava, non stava distruggendo la stanza. Non stava facendo niente e la cosa mi faceva impazzire. Avevo bisogno di un segno, una scenata, una crisi di pianto, qualunque cosa. "Brenda ti prego dì qualcosa"- dissi non riuscendo più a trattenermi. Lei alzò lo sguardo e mi guardò. "Ti ringrazio per avermelo detto. Apprezzo la tua onestà davvero"- disse sorridendomi. "Brenda mi dispiace tantissimo per George e so che cosa si prova a perdere un fratello. So quanto si soffre e voglio che tu sappia che io ci sarò sempre per te quando avrai bisogno di me. Sempre. Brenda, tu e Lexi siete le mie migliori amiche e vi voglio bene. Un mondo di bene". "Lo so e mi dispiace tantissimo di averti urlato contro in quel modo stamattina. Mi manca tanto Mara...mi manca da morire". Mi avvicinai a lei e la abbracciai stringendola forte a me. Lei non riuscì più a trattenersi e scoppiò a piangere. 

Dopo un pó, si riprese e sciolse il nostro abbraccio. "Era il mio gemello"- disse di punto in bianco. "Non riesco a ricordare quasi nulla di lui perché WICKED ha cancellato la mia memoria. Mi piacerebbe che tu mi raccontassi di lui. Quello che vuoi. Voglio solo provare a conoscerlo"- disse sorridendomi. Ricambiai il suo sorriso e decisi di accontentarla. Le raccontai che faceva il Costruttore e che quando ero arrivata da poco, mi aveva aiutata e mi aveva spiegato i lavori da fare. Le raccontai anche che aveva una cotta per me e che guardava male qualunque ragazzo osasse anche solo avvicinarsi a me. Lei rise nel sentire questa cosa. Continuai a raccontarle altri aneddoti su George ancora per un pó. "Mi accompagni a fare colazione? Sto morendo di fame"- ammise lei. Scoppiammo a ridere entrambe e insieme ci dirigemmo alla mensa.

THE MAZE RUNNER STORY 2 - YOU'RE ALL I NEEDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora