Una serata speciale

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Madison's POV

Il lavoro al Garrison andava sempre meglio con il passare delle settimane: Harry era diventato ormai come un padre per me e da lui ricevevo attenzioni che dal mio stesso padre non avevo mai ricevuto. Attenzioni come ad esempio un "come stai?" in più o un "sta attenta". Erano piccole cose che mi facevano sentire come se anche in quel territorio sconosciuto avevo un qualcuno che si interessasse a me davvero e non per formalità o per dovere.

Harry era la persona a me più vicina e più cara in quella città e ci tenevo a dimostrargli che di me si poteva fidare, così come io mi fidavo di lui, ero sicura di aver fatto un buon lavoro dato che una sera mi affidò completamente il locale.
Non me l'ero cavata male, certo avevo dovuto servire e prendere gli ordini, il che aveva comportato correre da una parte all'altra del Garrison ma era stata una bella prova.

All'orario di chiusura, mentre pulivo i tavoli come mio solito sentii la porta scricchiolare alle mie spalle.
Sbuffai perché c'era sempre qualcuno pronto ad intrufolarsi e a trovare una buona scusa per bere.

"Il locale è chiuso." dissi senza voltarmi
"Lo so! Ma ne ho bisogno." disse la voce alle mie spalle

Mi voltai e dopo giorni in cui non avevo visto lui o i suoi fratelli lo rivedevo: Mr Occhi fiordaliso era davanti a me e sembrava... sconvolto.

"Buonasera signor Shelby, scusatemi non pensavo foste voi." dissi
"Non vi preoccupate. È rimasto del whisky?"
"Si ne è rimasto. Aspettate che vi servo." dissi lasciando lo straccio e prendendo la bottiglia e il bicchiere.
"Siete sola?" chiese e annuii
"Oggi era il compleanno della moglie di Harry e lui ci teneva a portarla a cena, così gli ho fatto capire che di me si poteva fidare e di essere in grado di poter gestire il Garrison anche da sola!" sorrisi versandogli il whisky
"E com'è andata?" si portò il bicchiere alle labbra facendo un sorso
"Leggermente faticoso ma la cassa è piena e di conseguenza posso dire che è andata bene" sorrisi

Lui annuì soltanto.

"Sembrate sconvolto. C'è qualcosa che non va?" chiesi

Era strano. Il suo sguardo era vuoto.

"Gli affari danno molti grattacapi." disse solo
"E le soluzioni le trovate nel whisky?" chiesi
"E dove altrimenti?"
"Magari parlando con qualcuno che vi ascolti davvero?" dissi
"Posso darvi del "tu" ?" chiese e annuii
"Beh Madison lascia che io ti risponda: non ci sono molte persone disposte ad ascoltarmi, anzi, mi correggo: l'unica persona disposta ad ascoltarmi è stata uccisa ed è stato per colpa mia."
"E chi era questa persona?"
"Hai davvero voglia di ascoltare tutte le mie paranoie?" chiese lui di rimando
"Perché no? Signor Shelby ascoltarvi non mi costa nulla, so cosa vuol dire quando si ha bisogno di esternare il dolore parlandone e ci sono orecchie indisposte a farlo. Se per una volta troverei qualcuno disposto ad ascoltarmi io ci parlerei senza esitare, anche perché... a volte si sostiene più del possibile e quando crolliamo facciamo molto più rumore." risposi

Lui annuì.

"Su! Parlatemi di questa persona!" sorrisi
"Era mia moglie. Si chiamava Grace e... ed è stata uccisa. È stata una conseguenza che non ho saputo evitare.
John aveva sfregiato Angelo Changretta, il figlio di un italiano potente e il padre di Angelo, Vicente, si è vendicato. Il colpo era per me ma hanno preso lei ."

Quell'uomo soffriva. Si vedeva dai suoi occhi vuoti mentre parlava della moglie.

"All'inizio non riuscivo nemmeno a guardare mio figlio in faccia. Ha gli occhi di sua madre e mi faceva male guardarlo."
"Come si chiama vostro figlio signor Shelby?" chiesi
"Charles." sorrise lievemente
"Trovate in lui la vostra forza, vedrete che sarà il vostro sollievo così come lo era sua madre." sorrisi prendendogli la mano tra le mie, senza pensarci

I'll always need ya in front of me ||Thomas Shelby||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora