Capitolo 29

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JUSTIN :

Ellen era stesa su di me da oltre quattro ore, dormiva beatamente e proprio non mi andava di svegliarla. Ero incavolato nero con lei, per la nostra litigata passata e soprattutto per dove fosse andata quella sera conciata in quel modo. Poteva essere pericoloso, soprattutto per lo stato in cui si trovava, chiunque avrebbe potuto farle del male e neppure se ne sarebbe resa conto. L'unico spiraglio di luce che avevo visto era stato quando aveva deciso di chiamare me, tra tante persone.

Dormiva beatamente sulle mie gambe e proprio non mi andava di svegliarla. La verità era che non volevo tornare alla realtà. Non volevo tornare a litigare con lei, sapevo che una volta ripresa da quella sbornia saremo tornati a urlarci contro qualsiasi cosa ci passasse per la testa.

Non volevo tornare alla vita reale, quella dove l'avevo trattata di merda e insultata in più occasioni. Dove ero andato vicino a metterle le mani addosso, e lo avrei anche fatto se non fosse intervenuto Blake. Quella era la cosa peggiore che potessi fare. Me ne pentivo così tanto, odiavo comportarmi così con lei ma non riuscivo a controllarmi mai quando perdevo la pazienza.

La sentì mugugnare qualcosa di incomprensibile mentre si rannicchia ancora di più in se stessa stringendosi al giubbino che le avevo prestato per coprirsi. Le si era alzato quasi del tutto la gonna ed il trucco le era colato sotto agli occhi ma per me restava sempre bellissima.

Presi ad accarezzarle i capelli spostandoli dal suo viso, i miei occhi erano completamente ammaliati dalla sua bellezza. Era come una calamita per loro. Adoravo restare a fissarla, come se quella potesse essere l'ultima volta.

Al mio tocco accennò un leggero sorriso lasciandosi coccolare da me, probabilmente pensava si trattasse di qualcun altro. Mi domandavo a chi diavolo stesse pensando.
Una volta sveglia mi avrebbe urlato contro qualsiasi tipo di cosa.

Sobbalzai sentendo il cellulare suonarmi nella tasca staccando quei pensieri dalla mia testa e svegliando la ragazza sdraiata su di me.

"Chaz." Cercai di moderare il tono di voce sperando che Ellen continuasse a dormire.

"Dove diavolo sei finito ?"

"Sono in giro. Cosa c'è ?"

"Justin non sei rientrato, eravamo preoccupati. Hanna lo era."

Abbassai lo sguardo verso Ellen osservando la sua fronte aggrottarsi ad ogni parola che pronunciavo.

"Sto bene. Tra poco torno." Risposi solamente attaccando poi la chiamata.

"Che succede."

A quella voce capì che Ellen si era svegliata. Non le risposi osservandola alzarsi da me e grattarsi i capelli spostandoli dall'altro lato del viso.

Aveva gli occhi gonfi e arrossati e continuava a guardarsi intorno cercando di capire dove si trovasse.

Si voltò verso di me sgranando gli occhi, mi squadrò attentamente lanciandomi poi addosso il giubbino che le avevo gentilmente prestato.

"Cosa ci fai tu qua ?"

Alzai gli occhi al cielo sapendo perfettamente come sarebbe andata di li a poco la nostra conversazione.

"Mi hai chiamato tu, non te lo ricordi ?"

Mi derise cercando di recuperare le sue scarpe. Quello era proprio il tipo di atteggiamento che non sopportavo. Mi aveva chiamata lei in piena notte, non ero stato io a cercarla.

"Non credo proprio, sicuramente hai fatto il pazzo come tuo solito e-"

La interruppi non tollerando più il modo in cui si stava rivolgendo a me.

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