Capitolo 24

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JUSTIN:

"Forza muoviti." Ringhiai contro mia sorella costringendola con la forza ad entrare in casa.

Avevo perso il controllo e lo riconoscevo, ma ero arrivato veramente al limite della sopportazione con mia sorella.

Mi aveva mancato di rispetto, aveva fatto la spavalda davanti ai suoi amichetti, si era permessa addirittura di accendersi una canna davanti ai miei occhi ed aveva trattato me ed i miei amici come se fossimo dei coglioni davanti a persone che non avevano niente a che fare con noi. Ci aveva fatti fare la figura degli idioti e non potevo assolutamente farle passare liscia questa cosa.

Si comportava sempre come una bambina non badando alle conseguenze delle sue azioni.

Da quando mia sorella era diventata questa ? Una ragazzina che voleva atteggiarsi a grande e fare cazzate che molto probabilmente le consigliavano le sue 'amiche' ?

Ma alla fine della fiera ero sempre io lo stronzo con lei. Ero io a non avere i modi giusti e per questo mi si ritorceva sempre tutto contro passando dalla parte del torto, succedeva in qualsiasi situazione e con chiunque.

Credevo che ritardando a dirle la storia di nostro padre avrei cercato di proteggerla, sbagliando era vero ma non mi meritavo tutto quello. Io ero infondo l'unica persona che le restava. Si era fatta cacciare da scuola e aveva anche la faccia tosta di tenermi il muso ? Come se tutto quello fosse colpa mia. Tutto quello che le capitava era solo merito suo, tutto quello in cui andava a cacciarsi era il frutto dalle sue decisioni stupide. Non riusciva a farne una buona, stava diventando un vero problema ed io non riuscivo a gestirla più.

"Hai una minima idea di quello che hai combinato, Hanna ?" La mia voce risuonò per tutta la stanza interrompendo quel silenzio insopportabile.

Hanna alzò lo sguardo dal suo cellulare guardandomi come se fossi una mosca fastidiosa. Più faceva così e più peggiorava le cose. Doveva scusarsi e smetterla di fare la gradassa con me.

Non aveva fiatato neppure una volta e due erano le cose, o era così tanto incazzata con me da non volermi neppure rivolgere la parola, o aveva paura di poter dire la cosa sbagliata e mandare quel piccolo granello di pazienza che mi era rimasta a farsi benedire.

In entrambi i casi, vincevo io. Vincevo io dal momento in cui ero il fratello maggiore, e sapeva che non le avrei mai fatto passare liscia tutto quello che aveva creato. Vincevo io con lei, sempre e comunque.

"Finiscila di guardarmi in questo maledetto modo, ragazzina." Sputai esausto mentre mi sfilavo di dosso il giubino di pelle nero, incominciavo a sentire caldo.

Hanna non mi rispose ancora portando di nuovo il suo sguardo sul cellulare.

Era diventata una vera maleducata.

I miei amici erano con noi in cucina, neanche loro fiatavano. Quel silenzio dava fastidio, faceva quasi rumore. Non avrei tollerato quella situazione ancora per molto.

"Quindi ?" Sbottai seccato poggiando una mano sul tavolo osservando Hanna come se mi aspettassi qualcosa da lei, magari delle scuse.

La ragazzina alzó lo sguardo verso di me guardandomi con superficialità "che cazzo vuoi ?"

Strinsi i pugni gettando mia sorella giù dal tavolo con la forza, mi aveva scocciato. Era decisamente troppo, con quelle tre parole aveva oltrepassato il limite.

"La finirai mai di avere questo atteggiamento ?" Urlai ancora fuori di me colpendo la sua guancia ripetutamente con forza. Mi mandava al manicomio, ogni sua parola mi faceva girare le palle.

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