Capitolo 30

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JUSTIN:

"Oggi inizi il tuo primo giorno, non voglio lamentele a riguardo Hanna. Mi sembrava che fossi contenta di frequentare questa scuola."

"Lo sono infatti, stai facendo tutto tu Justin. Non mi sto lamentando di niente, ti sto chiedendo semplicemente dov'è il mio zaino."

Sgranai gli occhi confuso dalla risposta di mia sorella osservandola attentamente prendere lo zaino nero che c'era ai piedi del suo letto.

"Allora sbrigati, ti accompagno io." Risposi infine non accettando polemiche a riguardo. Non mi fidavo per niente di lei, e nonostante mi avesse promesso di frequentare in maniera seria questa volta, non riuscivo comunque a crederle. Sapevo che alla prima distrazione avrebbe saltato le lezioni per uscire con quei coglioni degli amici.

"Sono pronta." Disse infine infilandosi una mia felpa addosso. Per una volta nella vita la trovai stranamente contenta, come se non vedesse l'ora di cominciare quel nuovo capitolo della sua vita. Forse avevo davvero fatto la cosa giusta quando l'avevo iscritta alla scuola che frequentavo anche io fino a pochi mesi prima.

"Perfetto, andiamo."

Ci incamminammo verso la macchina non dicendo assolutamente niente. Hanna canticchiava qualcosa tra se e se osservandosi varie volte allo specchio per capire se avesse qualcosa che non andava. Era davvero bellissima quando rideva, e non potetti che sorridere nel guardarla aggiustarsi i capelli di continuo. Come se non riuscisse a trovare la giusta pettinatura. Neppure quando scendeva con le amiche si comportava in quel modo, voleva davvero fare colpo e partire con il piede giusto.

"Hanna, stai bene. Rilassati."

Ghignò alla mia affermazione chiudendo lo specchietto "la prima impressione è tutto Justin, dovresti saperlo."

Feci spallucce continuando a guidare "non mi è mai importato molto di queste cose, lo sai."

Hanna annuì cercando nella sua borsa qualcosa "lo so, ma per me è diverso. Voglio che tutto sia diverso qui."

Parcheggiai la macchina al primo posto che c'era libero girandomi verso di lei. I miei occhi si fermarono nei suoi cercando di trovare le parole giuste da usare.

"Si semplicemente te stessa, verrai amata e appezzata per la bellissima persona che sei. Adesso vai, mi stai facendo diventare sdolcinato."

Si avvicinò a me stringendomi in un forte abbraccio. Non capitava da davvero tanto tempo di vederla così con me, non mi abbracciava da tantissimo ormai.

"Quando vuoi sai essere così dolce."

Alzai gli occhi al cielo cercando di staccarla da me seccato da quella parola che aveva utilizzato per descrivermi. Io non avevo nulla di dolce, non mi piaceva esserlo e non lo ero.

"Adesso vai piccola pulce o farai tardi il primo giorno."

Annuì alle mie parole precipitandosi fuori la mia auto. Speravo solamente che si sarebbe trovata bene, l'unica cosa che volevo era quello, vederla felice.

Misi in moto la macchina pronto per partire e tornare ad occuparmi dei miei affari, e lo avrei anche fatto se solo non avessi avuto la geniale idea di girarmi di nuovo a guardare l'atrio della scuola, incappando nel suo sguardo.

Era ferma a parlare con una ragazza che neppure conoscevo, e non ci volle molto prima che i suoi occhi si posassero su di me, paralizzandola immediatamente.

Schiuse le labbra tra loro cercando di capire se avesse davvero visto me o si stava solamente immaginando tutto.

Non assunsi neppure espressione, semplicemente rimasi freddo come un pezzo di ghiaccio sperando che in qualche modo si avvicinasse lei a me. Non avrei più fatto un passo nei suoi confronti, ero decisamente troppo incazzato con lei. Mi aveva stufato e non lo dicevo per dire.

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