t h i r t y n i n e

82 10 3
                                    

che imbarazzo che è stato stare lì dentro, soprattutto pagare alla cassa.
ad un certo punto il cassiere mi ha detto: "la farai impazzire la tua ragazza così", ma che diamine...

appena esco dal negozio vedo johnny cercarmi da lontano, esattamente come gli anziani quando guardano i cantieri con la mano dritta in fronte e gli occhi ben aperti.

corro verso di lui stringendo la busta per non fargli leggere il negozio. attraverso le strisce e lo abbraccio.
«che hai comprato di bello?» domando immerso nei suoi pettorali.
«lo scoprirai» accarezza in testa e mi allontano dall'abbraccio, mi tiene per mano mentre continuiamo ad andare verso le biciclette.

«tu invece che hai comprato?» sorride con malizia guardando sott'occhio la busta.
«credi che non sappia che tu lo sai?» domando. «lo sai bene cosa ho comprato» esprimo con un tono di innocenza.

«è qualcosa che puoi indossare?» chiede.
«anche» rispondo.
«è anche qualcosa che puoi usare?».
«si pure».
scoppia a ridere. «bene allora spera sia resistente perché qualsiasi cosa tu debba indossare so già che ti starà in modo tremendamente sexy, quindi avrò bisogno di usare tante volte l'oggetto acquistato», gli dò un colpo dietro alla nuca appena fa questa battuta di poco gusto.
«hey, voglio camminare per i prossimi giorni estivi sai?!» dico a braccia conserte.

«ecco le bici sono lì!» aumenta il passo e corre felice verso di loro.
«johnny aspetta! devo prendere i soldi!» grido per farlo fermare.
«offro io!» avvisa.

lo osservo incantato mentre felicemente infila le monete nella macchinetta e slaccia la catena della bici.
cavolo è così tenero...

mi fa cenno di avvicinarmi e di montare in sella. «amore ma è solo una bici come facciamo in due?» chiedo.
«mi hai chiamato "amore"?» sorride salendo sul sellino.
«oh...uhm, scusa è che mi confondo, non lo s-» mi interrompe: «scemo zitto e sali dietro».

d'accordo, ascolto la sua idea senza oppormi. non ho voglia di chiacchierare con lui dopo che l'ho chiamato "amore", è stato così imbarazzante...

mi siedo quindi su una specie di poggia borse posto dietro al sedile, con sopra la struttura di ferro un cuscino imbottito e morbido per il culo. «reggiti a me tennie» dice.
stringo forte le braccia al suo busto e subito manda giù il primo pedale.

«si sta bene lì dietro?»
«si, direi proprio di si», poggio la testa sulla sua schiena e intanto approfitto del fatto che debba reggermi a lui per accarezzare il suo addome anche tramite il tessuto.

carino come se lo lasci fare, sono felice si fidi così tanto di me.
«dove mi stai portando johnny?»
«nel ristorante più romantico che conosca, ha un menù colmo di frutti di mare. così che possiamo fare un pranzo a base di pesce in tutti i sensi» ridacchia soddisfatto della battuta.
«muori dalla voglia di rivedermi svestito, vero?» domando stringendo tra le mani il tessuto della sua maglia. non risponde.

«che c'è? sei troppo preso a fare il romanticone e lo spiritoso quindi non rispondi alle battute erotiche?» provoco.
nessuna risposta ancora.
«tranquillo johnny, a breve il tuo amico tornerà ad alzarsi come prima» ridacchio sussurrano mentre bacio la schiena del ragazzo dal tessuto e lascio anche qualche morsetto.

strofino la guancia sulla sua scapola muscolosa e stuzzico ancora dicendo: «domani ti farò vedere delle cose che ho comprato, se mi staranno male, sfilamele di dosso, ma se mi staranno bene, scop-» accosta la bici e scende da essa.

rimango un po' perplesso e continuo a guardarlo deluso, mentre resto sul sedile...

il ragazzo mi guarda male: «che aspetti?! siamo arrivati».

ahhhh, ora capisco...per un secondo ho pensato mi volesse lasciare qui perché lo stavo eccitando.

mi aiuta a scendere dalla bici e chiama il primo cameriere che passa per l'esterno a prendere un tavolo per due.

«finalmente ora che siamo scesi dalla bici potrai smetterla di...ehm...causarmi cose al corpo ecco» dice imbarazzato ridendo.

«e cosa ti ho causato dimmi un po'?» sorrido rilassando gli occhi mentre il ragazzo mi fa sedere sul muretto che separa il ristorante dalla strada, che mi tiene qualche centimetro più in alto di lui.

«diverse cose che ho bisogno di sfogare dopo, in bagno magari... e sai? penso di aver bisogno di qualcuno che mi dia una mano, forse due, forse anche un terzo aiuto che non sia una mano» mi seduce alitandomi sul collo e dando un leggero morso sul punto interessato.

gemo, e subito mi tappo la bocca.
ridiamo sottovoce assieme e johnny appena nota il mio imbarazzo mi conforta carezzandomi e dicendo «non ti preoccupare, non ti ha sentito nessuno. fa come se ci fossi solo io qui con te», si avvicina a me e fa scontrare dolcemente i nostri nasi diminuendo sempre di più la distanza tra le nostre labbra.

«aspetto ancora un bacio da tutto il giorno sai?» sussurra mentre continua questo tenero gesto.
«anch'io lo aspetto, ma voglio sfruttare un'occasione in particolare per dartelo, quindi aspetta un altro po'».
«e quale occasione de-» interrompe il cameriere che ci inibisce al proprio arrivo.

«gli unici tavoli disponibili senza prenotazione sono cinque all'interno, e uno all'esterno» spiega.

«mh, allora prendiamo quello all'esterno, però io qui non ne vedo» risponde johnny un po' confuso.

«si perché mi riferisco al terrazzo, sopra al terrazzo c'è un tavolo libero, se volete possiamo pulirlo e sistemarlo per voi».

«allora va benissimo, prendiamo quello» dice.

«a che nome lo intesto?» domanda il cameriere.
«lo segni come "Chittaphon e Johnny Suh"», appena lo dice mi manda il cuore all'aria: mi ha davvero dato il suo cognome?! che carino aiuto, lo amo...

«ok perfetto, il vostro tavolo tra due minuti sarà pronto» rivolge un inchino e se ne va.

Catboy | johntenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora