Silenzio

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Capitolo 10

È meglio
il silenzio
che
l'equivoco.
(Arthur Rimbaud)

La pizza che avevano cucinato con il forno a legna fuori dalla casa era a dir poco sublime. Seppur un po' bruciata, questo il palato sopraffino da calabrese di Luigi non se l'era fatto sfuggire. "Sta tramontando il sole" osservò Carola, la luce iniziava ad affievolirsi sullo sfondo di quella dolce cena. Avevano apparecchiato con cura la lunga tavola in legno nel giardino e, potendo cucinare una sola pizza alla volta, si davano il cambio. "Ale la tua pizza è pronta!" Gli urlò Luca davanti al forno, il castano si alzò con il suo piatto, anch'esso in legno, che i nonni avevano intagliato a mano, per andare a prenderla.

Davanti all'ennesima pizza riuscita alla perfezione, Luca e Christian si diedero il cinque soddisfatti. Il primo si asciugò poi la fronte imperlata di sudore con un panno, passandolo poi al suo amico. "Vuoi un po' di pausa? Ti faccio la pizza" con leggerezza Milena appoggiò il mento sulla sua spalla, scavando nella sua pelle. Luca aveva le braccia incrociate e fissava insistentemente il fuoco, gli facevano male le gambe perché da ore era lì davanti e il suo stomaco brontolava. Christian si era dato il cambio con Mattia, mentre lui ancora non aveva fatto una pausa e nella sua mente ringraziava la castana di essersi accorta della sua stanchezza. "Lo faresti davvero?" Sussurrò distrutto. Lei si staccò con un sorriso e senza rispondere si avviò dentro casa per preparare la sua pizza. La guardò allontanarsi mentre il suo amico lo chiamava per girare la legna del forno. Ma non sentiva, era incantato da lei.

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⚫️ millieollie 23s             ••• X

Luca scoppiò a ridere quando la vide arrivare fuori con il vassoio tenente la pizza a forma di cuore, e fu come se istantaneamente il suo petto fosse più caldo

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Luca scoppiò a ridere quando la vide arrivare fuori con il vassoio tenente la pizza a forma di cuore, e fu come se istantaneamente il suo petto fosse più caldo. "Sei una pazza" posò la pizza sul tavolo, lasciando che Christian la tirasse su con la pala e la mettesse dentro. "Una pazza dolcissima, grazie pulce" le baciò la fronte e strinse un braccio intorno alle sue spalle. Il viso di Milena, rosso, si spiaccicò sul suo petto, che strinse leggermente.

Erano seduti in maniera scomposta, e altrettanto scomoda, sulle sedie di legno, racchiusi in un cerchio che assomigliava di più ad un circuito di formula 1. Luigi aveva tirato fuori la sua chitarra, davvero non se ne separava mai, e ora canticchiava una canzone mentre le sue dita si muovevano agili sulle corde tese dello strumento. Le parole di giovani wannabe erano intonate da tutti i presenti, dai più intonati e anche da chi, come Carola e Milena, era stonato come una campana. Non si sa come riecheggiavano maggiormente le voci da usignoli di Mattia e Christian, capaci di sovrastare la bellezza di qualsiasi voce, persino Alex.

"Una lucciola!" L'urlo di Cosmary riecheggiò nell' improvviso silenzio, un sorriso in volto e il braccio ancora teso ad indicare il punto, adesso vuoto, dove qualche secondo prima svolazzava l'insetto. Milena scattò in piedi, spingendo la sedia poco più indietro. "Dici davvero?" La curva del suo sorriso partiva da un occhio e arrivava all'altro, tanto che era grande. "Si, era proprio lì" ballanzolò con il braccio, sporgendosi un po' verso quel punto. "Andiamo a cercarle, vi prego" supplicò con sguardo dolce, ottenendo occhiatacce divertite e alzate di spalle. "Millie non veniamo nel bosco, non quest'anno" sbuffò Alex, prendendola in giro. La più piccola incrociò le braccia al petto e mise il broncio.

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