Andare avanti

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Capitolo 21

Non importa se vai
avanti piano,
l'importante è che
non ti fermi.
Confucio

Quella sera come aveva promesso andò da Nicole, infossò una semplice tuta e non disse niente a nessuno. Non sapeva se loro fossero a conoscenza di tutta la storia, ma neanche le importava.

La persona che entrò dalla porta in quel momento, proprio mentre lei si sdraiava comoda sul divano, fu proprio la stessa che quel pomeriggio aveva visto a casa di Luca. Non erano insieme, era arrivata sola, Cosmary andò ad abbracciarla.

"Quella è Elena, è una nuova, l'ha portata Cosm." Le spiegò Alex, sulle cui gambe aveva poggiato i suoi piedi. Forse non sapevano di lei e Luca, ma non le importava particolarmente.

Aveva deciso di serrare i suoi sentimenti e farsi catturare da un'immenso stato di apatia, o sarebbe scoppiata. Elena si avvicinò e, forse non riconoscendola, le sorrise.

"Ciao! Non ci conosciamo, sono Elena" la sua voce squillante le trapanò le orecchie di nuovo, mentre allungava una mano verso di lei.

"Milena." Alzò il mento, tornando a guardare lo schermo del suo telefono.

Alex aggrottò le sopracciglia, ma lasciò correre, pensò che fosse solo stanca.

La serata procedette nello stesso modo di sempre, escluso che lei non rivolse parola ad Elena. Luca non venne, tutti si chiedevano dove fosse.

"Ma quell'idiota dov'è? Ha pure il telefono spento" sbuffò Nunzio, posando il suo cellulare sul tavolo, dopo averlo provato a chiamare l'ennesima volta.

"Chiedetelo ad Elena" lei alzò le spalle con indifferenza alzando lo sguardo dal suo telefono solo per un secondo, ormai non provava più nemmeno rabbia.

"Mh?" Carola la guardò a sopracciglia aggrottate, confusa come tutto il resto della compagnia.

"Ah non lo sapete?" Sorrise furba, sarcastica. "Non gliel'avete detto?" Si rivolse alla castana, che si morse le labbra abbassando lo sguardo verso il pavimento, in imbarazzo. "Elena e Luca stanno insieme." Tornò a concentrarsi sul suo cellulare, riprendendo con disinteressa la medesima attività di prima.

La stanza fu dominata da un improvviso silenzio. Passarono lo sguardo da una all'altra, sicuramente a Luca fischiarono le orecchie.

"È vero? Perché non me l'hai detto?" Cosmary guardò la sua amica, dentro di se si odiava, l'aveva portata fra loro e ora aveva fatto soffrire una delle sue migliori amiche.

"Io-" balbettò a sguardo basso. Raccolse le sue cose in fretta e scappò senza dire niente o dare spiegazioni. Fuggì, probabilmente da Luca. Alex accarezzò la spalla di Cosm, si sentiva uno schifo, e non osava nemmeno pensare come si sentisse Milena.

In realtà era semplice: vuota. Non provava ne rabbia ne dolore, non soffriva, non stava male, non voleva piangere, voleva solo andare avanti.

"Ordiniamo della pizza?" Ruppe lei il silenzio, con un sorriso che parlava più di mille parole. Non voleva parlarne, non voleva essere confortata ne insultare nessuno, voleva riprendere a vivere la sua vita.

Quel capitolo della sua vita era ufficialmente chiuso.

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⚫️ Carola.puddu  9s                            ••• X

La mattina dopo si svegliò nel suo letto combattendo con la voglia di non alzarsi

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La mattina dopo si svegliò nel suo letto combattendo con la voglia di non alzarsi. Sarebbe dovuta tornare a scuola per la prima volta dopo mesi, rivedere i suoi compagni e seguire le lezioni come tutti. Sbuffò, si alzò, sfilandosi da sotto le coperte calde, e procedette verso il bagno per lavarsi. La doccia calda le ammorbidì i muscoli, ma le fece anche venire più sonno di prima, così da vera sadica masochista prima di uscire girò la maniglia sul freddo, e si bagnò d'acqua gelida. Uscì dopo due secondi, il corpo coperto di brividi, avvolgendosi subito con l'asciugamano. Prima di uscire di casa, afferrò il telefono che non aveva nemmeno guardato da quando si era svegliata. Una serie di messaggi lampeggiavano sullo schermo:

Ti vengo a prendere dopo scuola
Okay?
Voglio parlarti
Non evitarmi

Alzò gli occhi alle parole di Luca, poi chiuse l'app fregandosene.

"Bonjour!" Sorrise a Dario, fermo sotto casa sua sul suo motorino. Si avvicinò per lasciargli un bacio sulla guancia, poi salì al posto dietro, reggendosi forte. Da anni, l'aveva sempre accompagnata lui, e ora che era tornata potevano ricominciare la stessa routine. L'istituto che frequentavano era enorme, e al suo interno conteneva il liceo classico, lo scientifico, lo scienze umane e il linguistico. Era quest'ultimo quello che entrambi frequentavano, dove si erano conosciuti il primo giorno di superiori. Scese con un balzo, trovandosi davanti gli altri della loro comitiva che come loro, sfortunatamente, dovevano ancora finire la scuola.

"Ehi!" Mattia fu il primo a salutarli, seguito dagli altri. "Credo che questa sia l'unica parte dell'Italia che non mi mancava". Sbuffò Millie, abbracciando il suo amico. Risero, mentre lui le lasciava qualche pacca sulla spalla.

"Milena!" Qualcuno urlò alle sue spalle, ma quando si girò, non riconobbe il viso della ragazza che l'aveva chiamata. Si girò ad occhi sgranati verso i suoi amici, chiedendo aiuto, che si fosse già dimenticata chiunque? Ma loro scossero la testa, non l'avevano mai vista nemmeno loro. "Come stai?" Imperterrita la bionda continuò, e dopo averci riflettuto qualche secondo fece finta di nulla. "Io bene, tu?" Sperava di riuscire a ricordarsi di lei, se davvero la conosceva. "Benissimo, ora" ridacchiò, e Milena sforzò un sorriso di circostanza. "Possiamo fare una foto?"

A Mattia dietro di lei scappò una risatina, che cercò di contenere. Non la conosceva, non sapeva minimamente chi fosse, ma l'altra lo sapeva bene. Milena era campionessa del mondo, a tutti passava di mente, per loro non era cambiato nulla, era sempre la stessa. Eppure non era così, tante cose erano diverse è una di questa era che tutti lì dentro la conoscevano e volevano essere suoi amici, mentre fino a pochi mesi prima non le chiedevano nemmeno scusa se le tiravano una spallata. Annuì, scafandosi la foto con lei, poi corse via senza nemmeno salutare.

"È stato... strano" rise, seguita dai suoi amici. "Ci faremo l'abitudine, spero" Dario le girò il braccio dietro il collo. "Ci si becca raga, a dopo" salutarono gli altri, prima di dirigersi verso l'aula per le lezioni.

Finite, lui si alzò dal suo banco e afferrò il casco. "Andiamo?" Si rivolse all'altra, che non accennava a fare lo stesso. "Possiamo aspettare un po'?" Dario aggrottò le sopracciglia, confuso, rimettendosi a sedere. "Perché?"

"Non voglio essere assalita per le foto" mentì, guardando il suo cellulare. Il castano annuì poco convinto. Luca la stava tartassando di messaggi, era lì fuori.

"Non c'è più nessuno, dai" dieci minuti dopo si rialzò, invogliandola a fare lo stesso. Lei lo seguì, camminando lentamente. Arrivata all'uscita si bloccò, ancora. "Altri cinque minuti"

Lui non capiva, guardò fuori dalle vetrate notando subito un'auto familiare. Le rivolse uno sguardo di disappunto. Milena si morse il labbro, abbassando lo sguardo. "Per favore" per quanto ci provasse a trattenersi, lo sguardo si fece lucido e gli occhi si coprirono di lacrime.

"Millie..." le posò le mani sulle spalle. "Solo. Cinque. Minuti, ti prego" una lacrima percorse la sua guancia. "Aspettiamo tutti il tempo che vuoi, tutto quello che serve" le sorrise, tranquillizzandola.

Milena annuì, sospirando, con lo sguardo basso. Una serie di lacrime scese incontrollabilmente sul suo viso. La strinse fra le sue braccia, stretta.

"Va tutto bene, andrà tutto bene"

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