Piccoli gesti

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Capitolo 30

L'amore è un film muto:
togli il volume e
concentrati sui gesti.
Massimo Gramellini

Le squillò il telefono, costringendola a distogliere l'attenzione dalla serie crime che stava guardando sul pc. "Luca" lampeggiava sullo schermo. Sbuffò, non era ancora pronta a parlarci. Rifiutò la chiamata e fece ripartire l'episodio, ignorandolo. La richiamò una seconda volta, una terza, poi ancora una quarta senza interruzione.

"Non è chiaro che non voglio sentirti?" Sbottò sul microfono, ottenendo un risolino in risposta. "Ciao anche a te." Poteva immaginarlo sorridere beffardamente. "Che stai facendo?"

"I cazzi miei." Parlava freddamente, per non far capire quanto ci tenesse davvero. "Wow, sembra divertente, vuoi compagnia?" Alzò gli occhi al cielo per la sua stupidaggine. "No. Addio." Attaccò subito, prima di cedere alle sue richieste e tornò a concentrare tutta la sua attenzione su spencer Reid.

(Spencer🧎‍♀️🧎‍♀️🧎‍♀️)

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(Spencer🧎‍♀️🧎‍♀️🧎‍♀️)

Il campanello suonava insistentemente da cinque minuti, eppure lei non accennava ad alzarsi. Sapeva che era Luca, le aveva mandato un messaggio, e lei aveva scelto coscientemente di ignorarlo come aveva fatto nell'ultima ora. Quando quel suono smise di risuonare in tutta la casa tirò un sospiro, convinta di averlo fatto desistere.

"Non è educato ignorare gli altri". Saltò dallo spavento, cadendo di sotto dal letto, mentre tirava un'urlo. "O mio dio." Si portò la mano al cuore. "Tu sei pazzo, dovrei denunciarti." Lo fulminò con lo sguardo. "Mh, sei stata tu a dirmi di entrare con le chiavi nella terza pianta sulla destra." Alzò le spalle e si avvicinò a lei, porgendogli la mano per aiutarla ad alzarsi. "Sì, anni fa, quando ancora eravamo amici." Si alzò da sola, evitando il suo braccio proteso in avanti, ma invece facendo leva sul comodino.

"Sempre così simpatica." Si buttò sul letto, ignorando i suoi lamenti. Milena si chiedeva come e perché fingesse che fosse tutto normale. "Luca che diavolo fai qui? Vattene." Incrociò dura le braccia al petto, senza farsi smuovere dai suoi occhi limpidi che la fissavano dal basso. "Ti avevo detto che ti avrei dimostrato che ti amo."

"Entrando illegalmente in casa mia?" Lo guardò storta. "Standoti accanto, idiota." Sorrise. "Alex mi ha detto che era il suo turno per portarti alla clinica, così mi ha gentilmente ceduto il suo turno"

"L'hai costretto a farlo, non è vero?" Lei lo conosceva troppo bene. "Già."

"Il dottore dice che se vado avanti così con le cure presto potrò operarmi per rimuoverlo completamente." Sorrise contenta, scostandosi i capelli dalla faccia. "Davvero? Quando?" Anche Luca era felice, in quel momento abbandonarono ogni problema fra di loro. "Circa un mes-" si bloccò, osservando quello che era nella sua mano, il suo sorriso si bloccò. "Cosa?" La spronò a continuare, mantenendo lo sguardo sulla strada. "Pulce? Tutto bene?" Lei non rispondeva, così appena arrivati a casa, in fretta, si girò a guardarla. "O cazzo." Ciò che vide lo distrusse.

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