pezzo di merda

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capitolo 2

Siamo brevi,
il mondo è sovraffollato di parole.
Stanislaw Jerzy Lec

"Non ho voglia" sbuffò Milena sdraiata sul divano, la sua testa posta comodamente sulle cosce di Alex. "Non la hai mai" si lamentò Nunzio. In effetti era vero, lei non voleva mai uscire, e quando lo facevano, finiva per essere quella più felice, e soprattutto ubriaca. "Ti odio" gli fece la linguaccia, socchiudendo gli occhi per guardarlo male. "Mi ami" le lanciò un bacio in risposta, che lei prontamente afferrò e fece finta di mettere in tasca.

"Dai, Millie, siamo in vacanza" la stressò Francesco, volevano tutti andare in discoteca quella sera, o quasi. Lei era sempre l'unica ad opporsi, ma loro la amavano anche per questo. Sta di fatto che non bastava dire "andate senza di lei" perché non avrebbero mai abbandonato nessuno del gruppo, tanto meno lei. "Ma non possiamo stare qui?" Indicò l'enorme cantina dove si trovavano.

Da quando erano diventati così numerosi, si riunivano nella cantina di Nicol, che era spaziosa e grande abbastanza per ospitarli. Inizialmente era spoglia, un divano e un tavolino, la carta da parati lo faceva sembrare il set di shining. Ma con tempo, dedizione, e tanti soldi messi in comune, l'avevano rinnovata. avevano comprato altri due divani e un paio di puff, uno stereo, avevano riverniciato e aggiunto poster e loro foto, delle luci a led, un proiettore. Insomma, l'indispensabile per chiudersi lì e restarci per ore e ore, anche giorni. Parte più importante, il frigorifero.

"A fare? Siamo giovani e belli, dobbiamo uscire" si lamentò Albe, teneva Serena sulle gambe, che appoggiò la sua affermazione. "Per favore?" Le sorrise Guido dal pavimento. "Tesoro, non ti lasceranno mai in pace" le assicurò Cosmary, e Millie lo sapeva bene. Li conosceva, e soprattutto questo rituale avveniva almeno due volte a settimana, e si concludeva sempre nello stesso modo. Solo poche volte l'aveva avuta vinta lei, ma se lei diceva categoricamente di no, significava che era successo qualcosa, o che stava male. Ormai le piaceva quella piccola tradizione, la faceva sentire voluta dai suoi amici, si ripeteva che sarebbero comunque potuti andare senza di lei. E poi, rendeva la serata più interessante e divertente.

"Luca?" Lo interpellò Dario, ecco Luca era come l'arma segreta quando si trattava di Milena. Lo usavano come ultima arma, ma era efficace come una bomba nucleare. Forse per il loro rapporto, forse per il carattere di Millie, forse per le capacità da interlocutore di Luca, o forse per i sentimenti che lei aveva per lui. Non sapevano il motivo, ma lui funzionava sempre. "Se non smetti di rompere, sai che succede" sbuffò scocciato, alzandole le gambe dal divano per sedercisi sopra.

Si riferiva probabilmente al solletico, o a qualsiasi altra forma di tortura che avrebbe attuato. "E va bene" si arrese, ottenendo un bacio sulla guancia da Aisha. Non sfuggì a Milena, però, il tono duro e tagliente con cui Luca le aveva parlato. Non era da lui, e quando lo faceva, sapeva bene che c'era qualcosa che non andava.

Così, mentre i suoi amici iniziavano a litigare e confrontarsi su cosa fare quella sera, ora che finalmente l'aveva convinta, lei si sollevò dalle cosce della mora. Con un balzo si tirò su, le gambe sopra quelle di Luca, intrecciate alle sue. Lui la guardò con le sopracciglia aggrottate, curioso, chiedendosi probabilmente perché lo stesse fissando. "Va tutto bene?" Gli sussurrò, mantenendo una certa intimità. "Si" tagliò corto lui. Muovendo il sedere sul divano, strisciando sul lenzuolo con dei piccoli balzi, si avvicinò ancora di più a lui. "Io credo di no" sospirò lei, posandogli la mano sulla spalla, per cercare di sbloccarlo.

"Credi male, allora" sputò fuori, freddo, cattivo, rabbioso. "Ma che cazz-" lo guardò sorpreso. "Sono qui per aiutarti, perché diavolo fai il pezzo di merda?" Alzò di poco la voce, alcuni si zittirono e iniziarono a guardarli. "Non ti ho chiesto di farlo, smettila di fare la buona samaritana, fatti i cazzo tuoi per una buona volta" la fulminò, spostando le sue gambe da sopra di se. "Tu stai tutto fuori" quasi urlò, furiosa.

"Una vuole aiutarti e reagisci così? Ma che cos'hai nella testa? Un criceto morto, non c'è dubbio" sbottò irritata. "Il mio criceto va alla grande, voglio solo che tu smetta di essere così stressante, cazzo"

"Fai schifo" tutto il gruppo aveva ormai iniziato a guardarli ed erano pronti a scattare se le cose si fossero scaldati come era solito. Non erano sorpresi, litigavano spesso, più che altro curiosi, perché stavolta sembrava un po' diversa la situazione. "Come dici tu" alzò gli occhi al cielo, indifferente.

"Non fare così con me" gli puntò un indice sul petto, accusatoria. "Giuro che se non la smetti..." lasciò la frase in sospeso, perché in realtà non sapeva cosa avrebbe fatto. "Che fai? Ti metti a piangere o chiami la mamma?" Milena scattò, nessuno riuscì ad intervenire, gli assestò uno schiaffo deciso sulla guancia.

Il collo di Luca scattò in quella direzione, la mascella si spalancò per la sorpresa, mentre alcuni si coprivano la bocco o gli occhi, shockati. Ecco, una cosa che sicuramente quei due non avevano, entrambi allo stesso modo, era la pazienza. La mano le bruciava, sgranò gli occhi mentre si pentiva immediatamente di ciò che aveva fatto, ma non aveva intenzione di farglielo notare.

Sostenere il suo sguardo mentre si avvicinava minaccioso. "Io ti-" l'imminente minaccia di Luca fu bloccata dalle braccia forti di Leonardo e Michele, che con la loro altezza e forza erano gli unici che in quel momento avrebbero potuto fermare la sua furia.

Milena non fu da meno, già pronta a ingranare la marcia verso di lui, si mosse in avanti come un toro pronto alla monta, gli occhi infuocati. Salvati in corner, Christian le strinse i fianchi dolcemente, e mantenendo ferrea la presa, la tirò indietro, sollevandola leggermente.

E mentre scalciava tra le sue braccia, battendo i pugni contro il suo petto e minacciandolo per farsi liberare, Luca stringeva i denti, le braccia ancora legate dietro la schiena dalle mani dure dei due ballerini.

Luca è un cattivone. Terzo capitolo e quasi si sputano addosso, picchiano e chi più ne ha più ne metta. Però si vogliono bene🥲.

grazie per l'attenzione <3

Firmato, Alaska in veste della coscienza di Milena.

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