Ti amo e addio

577 38 7
                                    

Capitolo 20

Sarebbe un Mondo migliore
se "Ti amo" e "Addio"
si potessero dire una
sola volta nella vita.
E mai alla stessa persona.
mheathcliff

"Mi manchi" la voce dall'altra parte della cornetta sospirò, e Millie sorrise ingenuamente. Si infilò sotto le coperte, era distrutto dopo l'allenamento intenso della giornata. "Anche tu, ma manca poco più di un mese"

"Lo so, non vedo l'ora" poteva immaginarsi Luca sorridere, e automaticamente lo faceva anche lei. "Nemmeno io".

————— ————— ————— —————
⚫️ linoy_ashram 8s ••• X

Erano finiti i sei mesi, probabilmente i più importanti della sua carriera, se non della sua vita

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Erano finiti i sei mesi, probabilmente i più importanti della sua carriera, se non della sua vita. Aveva imparato tanto, aveva vinto tanto, era stato il periodo più proficuo della sua vita, ma ora era arrivato il momento di tornare in patria. Le mancavano tutti, ma era anche triste di dover salutare Linoy, le ragazze e anche tutte le cose che, lo sapeva bene, avrebbe potuto imparare da lei. La più grande l'aveva salutata con un abbraccio stretto, e le aveva detto che si sarebbero viste alla prossima competizione. Poi, scherzando, le altre ragazze avevano detto che stavolta l'avrebbe stracciata, sapevano fosse impossibile, ma risero tutte.

Negli ultimi mesi aveva parlato frequentemente con i suoi amici, nessuno escluso. Aveva ritrovato se stessa, e ora stava bene davvero. Comunque con Luca erano solo amici, non ne avevano più parlato neanche al telefono, dopo essersi promessi prima di partire che ne avrebbero riparlato una volta che lei fosse tornata. Ora era all'uscita dell'aeroporto e non le sembrava quasi vero. Prese un respiro profondo, annusò l'aria fresca di casa, e poi guizzò lo sguardo tra le persone per cercarli. Carola si sbracciava, sulle punte, per farsi notare. Non appena la vide, aumentò la velocità dei suoi passi, lasciò la valigia e la strinse in un abbraccio.

"Mi sei mancata tanto" Lacrimò la ballerina, facendola ridacchiare. Era sempre stata molto dolce, e sensibile, Millie la adorava anche per questo. Era quello che lei non era mai riuscita ad essere. "Anche tu, tantissimo" le accarezzò la stoffa della giacca, ricambiando.

Poi si staccò, e riservò lo stesso trattamento a Luigi. Erano venuti a prenderla, avevano insistito, nonostante lei volesse prendere un taxi. "Stasera da Nicole, come ai vecchi tempi?" Sorrise Carola, mentre il suo ragazzo guidava in direzione di casa. "Certo, volentieri" guardò fuori dal finestrino, le strade familiari che quasi faticava a ricordare, le sembravano così monotone rispetto a quelle futuristiche della città israeliana in cui era stat negli ultimi 6 mesi.

Li salutò, promettendo che si sarebbero visti la sera stessa. Quando entrò in casa, si sorprese notando suo padre seduto sul divano. "Ciao" chiuse la porta dietro di se. Lui non staccò neanche gli occhi dallo schermo. "Dov'eri? Dai tuoi amici come al solito, immagino" lei spalancò la bocca. "Fai sul serio?!" Lasciò che la valigia cadesse per terra, producendo un forte rumore. "Ero in Israele, ci sono stata per tutti gli ultimi sei mesi, ho vinto i mondiali, non ti sei fottutamente reso conto di niente?"

"Ero a lavoro" alzò le spalle, menefreghista. Lei sentì la rabbia bollirle nelle vene. "Non hai nient'altro da dire alla tua unica figlia che non vedi da mesi?"

"Non è che mi porti una birra?" La scioccò, e lei non trovò nemmeno le parole per rispondergli. Uscì dalla casa sbattendo la porta, furiosa, ma anche molto delusa. Sapeva quanto a lui non importasse di lei, anzi quanto la odiasse, ma sperava che diventando campionessa del mondo sarebbe riuscita per la prima volta a farsi notare da lui e a renderlo fiero. Aveva sempre fatto tutto solo per lui, solo perché voleva che suo padre la amasse. Ma lui non l'aveva mai considerata come una figlia, anzi non l'aveva mai considerata a fatto.

I suoi piedi si mossero quasi da solo, correndo veloci verso la casa di Luca. Sperava fosse in casa, non gli aveva detto che quello era il giorno in cui sarebbe tornata, ma aveva bisogno di qualcuno con cui parlare. Credeva che lui sarebbe sempre stato pronto ad ascoltarla, sperava che potesse essere la sua spalla sicura. Erano nello stesso paese e lui aveva promesso che avrebbero parlato seriamente di loro due, lei non aspettava altro.

Suonò ripetutamente alla porta, gli aprì lui in persona, cosa alquanto strano per casa D' Alessio. Ignorò la cosa, e si concentrò su di lui. Indossava solo un pantalone, e aveva il petto scoperto, cosa che la fece corrucciare. Certo non era così caldo da stare mezzi nudi, ma magari aveva appena fatto la doccia. "Ei, sei già tornata?" La guardò sorpresa, e a lei quasi non si staccò la mascella dallo stupore. Quella era la prima cosa che le diceva?

"Mi sei mancato anche tu, eh" arricciò le sopracciglia. Una voce si levò da dentro la casa, stridula, a volume troppo alto. "Lù, ti muovi!" Lo guardò confusa. "Chi era?" Lui andò leggermente in panico, farfugliando. "Nessuno, tranquilla. Ora ho da fare, ci vediamo stasera da Nicole?" Provò a dileguarla, e lei si sentì trafiggere. Cosa poteva essere più importante di lei, appena tornata da un altro paese, dopo mesi?

"Amore, chi è?" Vide una testa castana sbucare dietro le spalle di lui, indossava una felpa che riconobbe essere di Luca.

Amore. Rabbrividì.

Indietreggiò allontanandosi piano da lui. "Millie, aspetta, ti prego". Allungò una mano per prenderle il braccio. Sgusciò via dalla sua presa, girandosi di spalle e camminando via da lì.

Aveva la testa nel pallone, perché non andava mai niente giusto fra di loro? Aveva detto che voleva stare con lei, lo ricordava. Si ricordava bene anche le sue mani su di se, che la toccavano, e le sue labbra che la baciavano. Sembrava tutto così vero, adesso era confusa. Chi era quella con lui? Perché l'aveva chiamato amore? Perché erano mezzi nudi? La risposta a tutte quelle domande era solo una, ed era ovvia. Eppure lei non riusciva a crederci, non voleva crederci. 

Rallentò il passo, ormai lontana dalla casa. Mise in ordine le idee, prese un respiro profondo e si calmò. Non gliel'avrebbe data vinta. Stavolta non avrebbe pianto, non sarebbe sparita, non sarebbe andata in un altro paese. Non per lui. Aveva ritrovato la pace e non l'avrebbe abbandonata per Luca, non di nuovo. Così parlò chiaro a se stessa: se ne sarebbe fatta una ragione, sarebbe andata avanti. Luca era il suo migliore amico, niente di più, e andava bene così.

Era tutto finito.

Dove conduce l'amore | LDADove le storie prendono vita. Scoprilo ora