Conoscenze

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Capitolo 22

Si conobbero.
Lui conobbe lei e se stesso,
perché in verità non s'era mai saputo.
E lei conobbe lui e se stessa,
perché pur essendosi saputa sempre,
mai s'era potuta riconoscere così.
Italo Calvino

Le giornate procedevano come prima, lei con Luca non ci aveva ancora parlato, però lentamente ogni tassello si stava rimettendo al suo posto e la sua vita stava tornando alla normalità. La mattina andava a scuola, tornava a casa e si allenava, la sera studiava e poi subito a dormire, e il giorno dopo di nuovo uguale. Si stava riabituando alla sua normale vita, e a ciò che essa comportava. Tutte le sue certezze che le erano crollate addosso, e le responsabilità che adesso si doveva assumere nel suo ultimo anno di scuola le gravavano addosso. La ginnastica era tutta la sua vita, ciò che sognava di fare per sempre, la sua passione, il suo lavoro, ma allo stesso tempo mancavano mesi al suo esame di maturità, la fine di un percorso lungo cinque anni a cui non vedeva l'ora di mettere un punto. Era uscita di classe dieci minuti prima che suonasse la campanella, non ne poteva più di sentire quella di fisica parlare, le scoppiava la testa.

Quando parleremo?

Sbuffò all'ennesimo messaggio, nonostante fosse passata più di una settimana dal suo rientro, Luca non aveva ancora smesso di tartassarla di messaggi, e lei non aveva ancora smesso di ignorarlo. "Vaffanculo" sussurrò in cagnesco, eliminando la notifica dalla home. "Vaffanculo". Ripetè, rabbiosa, calciando un sassolino con forza sul muretto.

"Cosa ti ha fatto di male quel sasso?" Una voce scherzosa la colse di sorpresa, tra una risatina è un sorriso accennato. Si girò e aggrottò le sopracciglia, non lo aveva mai visto. Alzò le spalle, ignorandolo e tornando a guardare lo schermo del suo telefono, dove una nuova notifica di Luca era spuntata. Sbuffò ancora una volta, non trovava altre risposte alla sua insistenza. "Non sei una tipa socievole, eh?" Si sedette sulla panchina al suo fianco, tirando fuori un pacchetto di sigarette. "Scusa, ci conosciamo?" Gli rivolse uno sguardo scontroso. Non sapeva chi fosse, nemmeno se venisse nella sua scuola, sapeva solo che era davvero nervosa e stressata, e lui in quel momento era una fonte di disturbo alla sua, seppur momentanea, solitudine.

Il ragazzo scosse la testa. "No, piacere Giovanni." Allungò la mano verso di lei. "Milena" La guardò incerta prima di stringerla debolmente. Aveva il ciuffo biondo, un orecchino che pendeva dall'orecchio sinistro e un tatuaggio sul collo che spuntava dalla maglietta. "Quindi... perché ce l'avevi con il sasso?" Tentò ancora, sorridendo. Una cosa che aveva già capito di lui era che sorrideva molto, non aveva ancora smesso di farlo da quando era arrivato.

"Non ce l'avevo con il sasso, ma con una persona." Giovanni tirò fuori una sigaretta dal pacchetto. "Ahh capisco, problemi d'amore?" La stuzzicò.

"Una specie." Sospirò. "Vuoi?" Le offrì una sigaretta, allungandola verso di lei. Milena non fumava, aveva provato, ma aveva sempre cercato di starne alla larga perché era dannoso per il suo sport. Ma in quel momento non le interessava, era così nervosa e stressata, voleva solo spengere tutto. Ne allungò una e se la infilò tra le labbra, lasciando che il ragazzo gliela accendesse. "Non sembri una che salta le lezioni per fumare." Milena alzò le spalle. "Tu si." Evitò di rispondere alla sua provocazione, perché in effetti lei non lo era. Non era una ragazza ribelle, non infrangeva le regole, mai.

"Non sei la prima che me lo dice" ridacchiò. Millie alzò lo sguardo al cielo senza rispondergli, concentrandosi sul movimento delle nuvole. Fumarono in silenzio, lei non voleva sciogliersi e dargli confidenza, lui non voleva risultare insistente, di troppo, per paura che lei se ne andasse. La campanella suonò, e Milena si alzò pronta a fuggire per non incontrare nessuno in cortile. "Ci vediamo." Lo salutò con la mano, ma quella frase era solo di circostanza, non è che davvero ci tenesse a rivederlo.

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