"Deve rispondere" avevano detto le sue labbra. Mi erano sembrate così morbide mentre avevano pronunciato quelle parole. Così delicate e sensuali. Ed erano così affascinanti mentre si increspavano in un sorriso divertito.
Sollevai lo sguardo sui suoi occhi. Mi stava guardando così... intensamente. Con desiderio e con un pizzico di divertimento. Ero totalmente rapita dalle sue labbra, dai suoi occhi, da lui.
Seguii incantata il movimento del suo braccio mentre afferrava il cellulare, che io non mi ero degnata di calcolare, e me lo metteva in mano.
Mi sentivo una stupida. Come se ogni briciolo di razionalità si fosse abbrustolito vicino a quell'uomo.
«Pronto?» dissi senza neanche guardare il nome che compariva sul display. I miei occhi erano troppo occupati a non staccarsi da quelli di Grimaldi.
«Daphne!» esclamò una voce al telefono con tono sollevato. «Per fortuna hai risposto! Ti disturbo? Non ti disturbo, vero? Ho bisogno di parlarti» esclamò tutto d'un fiato.
Mai, mai, mai avevo sentito Nadia parlare in modo così agitato. Mai. Ma quella era senza dubbio la sua voce.
Gettai confusa uno sguardo allo schermo del cellulare, costretta a verificare se fosse davvero Nadia la persona ad avermi chiamato. Ed era proprio suo il nome che compariva.
«Che succede? Stai bene?» le chiesi preoccupata. Lanciai uno sguardo a Grimaldi. Stava seguendo con aria tesa la conversazione, per quel poco che poteva captare.
«Ho investito una persona. Però sto bene» disse Nadia, come se quella fosse una cosa da poco.
«HAI FATTO COSA?!» esclami sconvolta. Grimaldi mi guardò confuso, non capendo cosa stava succedendo.
«Sì, ma lascia stare questo ora!» ribatté liquidando la questione.
Dice di stare bene, ma ha preso una botta in testa! Stavo urlando nella mia testa. Cosa può essere più urgente di un incidente? In cui tra l'altro ha pure colpito una persona! E la cosa che più mi preoccupava era che Nadia Borelli mi stava dicendo che la faccenda dell'incidente non era urgente, non una persona menefreghista ed egoista! Ma una delle persone più buone ed altruiste che conoscessi.
«Dove sei ora?» le chiesi, passandomi una mano sulla fronte.
«A casa» rispose. «Ma non è nulla di urgente!» chiarì subito, capendo che avevo già un piede su un taxi e l'altro dentro casa sua.
«Ferma lì e non ti muovere. Sto arrivando!» la bloccai prima che potesse continuarmi a dare spiegazioni poco chiare sul motivo per cui non dovessi correre a casa sua. Le riattaccai il telefono in faccia prima che potesse aprire di nuovo bocca e mi voltai verso Grimaldi.
«È successo qualcosa di grave?» mi chiese. I suoi occhi si erano incupiti e l'atmosfera si era parecchio raffreddata rispetto a prima.
«Non ne sono sicura» risposi. «Posso uscire prima? Ho bisogno di andare a controllare con i miei occhi.» Sprofondai nella sedia, preoccupata per quella conversazione che avevo avuto con la mia amica. A preoccuparmi in modo particolare era il suo stato mentale. Non l'avevo mai sentita così... fuori di testa.
«L'accompagno» si offrì Grimaldi. Si alzò con uno scatto, raccogliendo i fascicoli.
«Non serve» borbottai. «Prendo un taxi. Qui c'è ancora un po' di lavoro da fare.»
Grimaldi non si preoccupò neanche di rispondermi. Prese il mio cappotto dall'attaccapanni e me lo passò, mentre io riuscivo solo a rivolgergli un debole sorriso.
Il tragitto in ascensore e in auto fu molto silenzioso. Solo le mie indicazioni stradali rompevano quel silenzio carico di pensieri. Ciò che era successo in azienda tra di noi sembrava soltanto un sogno ora.
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Miele nei tuoi occhi
RomanceDaphne sta vivendo un periodo difficile, ma riesce a trovare lavoro alla Grimaldi Corporation. Le cose si complicano quando è costretta ad ubbidire al volere del padre e, da quel momento, le cose tra lei e il suo capo prendono una piega inaspettata...