Capitolo 58

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«Non confesserà mai» commentò Lucrezia, dopo che le spiegai la situazione.

Era incredibile che io fossi seduta accanto a lei nell'ufficio di Marzio a discutere il miglior modo per farla pagare ad Elvira.

Marzio ci osservava incredulo. Quella scena doveva sembrare parecchio assurda anche a lui.

Sua moglie e la sua ex ragazza, che proprio ex ragazza non era dal momento che non erano mai stati davvero in una relazione, se la stavano intendendo alla grande. E dire che fino a pochi giorni prima le avrei strappato quei capelli biondi dalla testa molto volentieri.

«Non può negare l'evidenza» insistetti.

«Avete prove che è stata lei ad informare quei giornalisti?» mi chiese.

Io e Marzio ci osservammo, consapevoli del fatto che tutto quello che avevamo contro di lei si basava solo su puri ragionamenti. Lucrezia sorrise, vedendo le nostre facce.

«Non confesserà mai» ripeté, accennando una risata. «Dirà qualcosa come: "Oh, perché mi state accusando ingiustamente? Non ho fatto nulla di male" e inizierà a piangere per farvi sentire in colpa.»

Lucrezia non parlava in quel modo solo perché aveva analizzato il carattere di Elvira a fondo: era evidente che le sue parole erano dettate dall'esperienza. Elvira doveva proprio averla fatta andare fuori di testa. Non mi sorprendeva più che si fosse comportata in modo così aggressivo con me in passato.

Alla fine di quella discussione, io e Marzio ci rendemmo conto che la consulenza di Lucrezia era stata praticamente inutile. Marzio continuava a non capire perché io avessi insistito per chiedere l'opinione della mia vecchia nemica su quella faccenda: lui aveva intenzione di affrontare Elvira con calma e mettere i puntini sulle i per evitare altri problemi in futuro. Io ero invece decisa a far passare ad Elvira le pene dell'inferno, anche a costo di umiliarla.

«Una persona così non ci lascerà in pace solo perché la prendiamo di petto e la poniamo di fronte alla realtà» gli avevo detto. «È talmente meschina che ci causerà di nuovo problemi.»

Neanche Marzio, che era l'uomo più dolce e maturo che avessi mai conosciuto, aveva potuto controbattere a ciò che avevo detto. Sapeva perfettamente anche lui che le mie parole erano vere.

Il caso volle che Elvira terminasse il suo tirocinio alla Grimaldi Corporation proprio quel giorno. Per lo meno, anche se non avesse voluto ammettere di essere una grandissima manipolatrice, non l'avrei più rivista in ogni caso.

Indossava un pantalone a vita alta azzurro e un top bianco quando entrò nell'ufficio di Marzio. Non la vedevamo dal giorno in cui ci eravamo sposati e sembrava essere molto più raggiante di quella volta. Per me, questo era molto sospetto.

«Buongiorno» disse con un sorriso. Sembrava essere tranquilla, senza sensi di colpa.

«Elvira, questo è per farti riconoscere all'università le ore di tirocinio che hai svolto alla Grimaldi Corporation» disse Marzio, porgendole un foglio che avrei voluto strappare e bruciare.

Elvira lo prese soddisfatta e cominciò ad elogiare la bravura di Marzio e la mia disponibilità in quei mesi in cui era stata lì con noi.

«Signor Grimaldi» disse, «la ringrazio infinitamente per essere stato al mio fianco in questo periodo. Mi ha davvero aiutato tantissimo ogni volta che ho avuto difficoltà. E anche tu, Daphne, sei stata davvero un aiuto prezioso e-»

«Ti fermo subito, Elvira» la interruppe Marzio. Il tono serio che aveva usato la mise subito a tacere. «Ho firmato questo foglio solo per evitarti problemi, ma non ho intenzione di fingere che sia andato tutto liscio in questo periodo.»

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