Capitolo 2-2

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Si riunirono tutti nella Sala Orchidea, approfittando della fine delle lezioni mattutine dei discepoli, dove poterono riprendersi dallo spavento preso giù in città.
Una squadra di membri del Clan Lan venne inviato in aiuto a Lan XiChen, mentre un secondo gruppo venne incaricato di occuparsi dei danni provocati dal Nian. Il rientro del Capo Clan Lan riportò l'intero Padiglione sull'attenti, con Lan QiRen al seguito; l'umore dell'anziano Mestro era decisamente più grigio del solito, lo si poteva notare dal modo in cui il suo viso, eternamente austero, ora apparisse avvilito.

Raramente Lan QiRen lasciava trasparire altre emozione al di là di un perpetuo disdegno.

«Il Nian è stato portato lontano. Confidiamo nel fatto che non farà mai più ritorno a Gusu. Ciononostante, ancora non siamo riusciti a capire cosa l'abbia spinto a farsi vedere in questo periodo», spiegò Lan XiChen, una volta accomodato ad un tavolino, assieme allo zio.

«A quanto sembra, questo non è un caso isolato. Non molto tempo fa, mi sono giunti dei messaggi da parte di alcuni Maestri di Clan minori: pare che altre città abbiano avuto ricevuto sgradevoli visite da altre creature, per fortuna pare meno dannose del Nian. Nessuno di loro, però, è stato in grado di riferire a quando risalgano di preciso i primi attacchi», continuò Lan QiRen, il quale si strinse con forza la base del naso, colto alla sprovvista da una forte emicrania. 

«Se non si tratta di una coincidenza, allora oserei dire che qualcosa sta attirando quei mostri fuori dalle loro tane. Non avrebbe senso per un Nian scendere dalle montagne in questa stagione», l'ipotesi di Jin Ling era corretta.

«Nutro un sincero timore nel poter scoprire di cosa si tratta: creature come il Nian non possono essere controllate, neanche da coloro che praticano le Arti Demoniache come me. Qualsiasi cosa li abbia forzati a venire allo scoperto, li ha spinti direttamente verso gli insediamenti umani», Wei Ying si scambiò una veloce occhiata con Lan Zhan, il quale annuì in risposta, pienamente d'accordo con le sue parole.

«Ho un pensiero in testa di cui non riesco a liberarmi: se davvero il Nian non può essere controllato, allora perché ha attaccato solo noi sulla barca e non si è direttamente avvicinato alla terra ferma, dove vi erano decisamente molte più persone?», si aggiunse un discepolo del Clan Jiang, che come gli altri suoi compagni poteva ritenersi fortemente miracolato dall'esserne uscito illeso.

«Forse perché eravamo le prede più facili? Il Nian è un cacciatore esperto, pericoloso e scaltro», gli rispose un altro, il quale tremava ancora da capo a piedi, incapace di credere al pericolo che avevano appena scampato assieme al loro Capo Clan.
Quest'ultimo, a proposito, non aveva alzato lo sguardo dalle proprie mani nemmeno per un istante.

Umiliato per aver fatto precipitare le cose ed aver aizzato ancor di più il Nian contro di sé e la sua gente, Jiang Cheng si vide bene di non emettere nemmeno il più piccolo disappunto. Aveva messo in pericolo Jin Ling, per la prima volta da quando era divenuto suo tutore, era riuscito a mettere a repentaglio la vita del suo unico nipote. 

Tutto a causa del suo pessimo carattere!

Non era riuscito a sopportare la vicinanza e la sfacciataggine di Wei WuXian che lo intimava di allontanarsi.
Qualcosa nella sua mente gli aveva impedito di ragionare con lucidità, lasciando così che Zidian si nutrisse della sua rabbia ed esplodesse nelle acque del lago.

Il respiro era divenuto irregolare, ora che l'Arma Spirituale venne sollecitata nuovamente dalle emozioni del suo padrone, il quale stava cercando in ogni modo di tranquillizzarsi.

«Bisogna indagare», fu Lan Zhan a parlare, già pronto a prendere il comando di un gruppo di discepoli che suo fratello o suo zio gli avrebbero affidato.

The Rise of the Yiling Laozu (Mo Dao Zu Shi FF)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora