Capitolo 5-PERDONO

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I lamenti della bestia squarciavano il tetro silenzio dei boschi, il suo sangue aveva coperto quasi per intero il terreno dell'arena e in parte si era riversato sugli spalti in pietra. Nonostante stesse riportando più danni che attacchi andati a buon fine, la maledizione di cui la Huli Jing era vittima aveva alimentato in lei un'elevata energia di risentimento, tale da permetterle di reggersi in piedi nonostante la mancanza di due zampe ed una delle tre teste. L'arrivo di Jinag Cheng, Jin GuangSheng e degli altri Capi Clan che i due avevano ritrovato poco distanti dall'arena e immediatamente adunato per un attacco simultaneo, si dimostrò propizio per garantire la definitiva sconfitta del mostro volpe.
Jiang Cheng scatenava da solo la forza Spirituale di cento uomini, affiancato poi dalla precisione millimetrica di Jin Ling con le sue temutissime frecce e dalla spaventosa forza bruta di Wen Ning.
Decisamente poteva dirsi che avessero la vittoria in pugno.

«Allontaniamoci, noi non possiamo fare nient'altro», Wu Hui raggiunse Wei WuXian e le due Giade di Lan, aiutando Lan XiChen a sorreggere il fratello. Alcuni Cultori e discepoli si accorsero di loro e, per quel che poterono, fecero da scudo umano ai quattro che si stavano allontanando dall'arena.
Ad osservarli da lontano c'era Yanling Daoren, il quale se ne restò impassibile dinnanzi al massacro rivolto alla creatura da lui creata. Piegò leggermente la testa da un lato, un ghigno sfacciato era presente sul suo volto cupo a nascondere una profonda delusione nel dover lasciare andare il Corpo Originale del Patriarca di Yiling, per quella volta.
Spostò lo sguardo da un irraggiungibile Wei WuXian ad un Jiang Cheng indebolito, e il suo sconforto venne presto sostituito da un nuovo sentimento: gli angoli della sua bocca che prima tiravano verso l'alto si piegarono rapidamente verso il basso, una sfumatura rossastra contornò le sue iridi quando la parola "bastardo" gli scivolò di bocca come se fosse veleno.
Yanling Daoren venne avvolto da un denso fumo grigiastro che si mescolò alla polvere alzata dalla lotta nell'arena, svanendo nel nulla e lasciando che la sua creatura andasse incontro ad un destino ormai certo.

«Ci resta un ultimo attacco da portare a segno, coraggio!», l'incitazione di Jin Ling permise a tutti gli altri Cultori di recuperare le forze necessarie al definitivo abbattimento della Huli Jing.
Muovendosi in un'unica direzione come fossero un solo uomo, un centinaio di spade si conficcarono nel corpo deforme della volpe, raggiungendo finalmente anche i suoi tre cuori stanchi, venendo storditi dai suoi lamenti di dolore mentre soccombeva a quell' attacco simultaneo.
Il cadavere della Huli Jing si riversò al suolo con un tonfo che fece tramare la terra sotto i piedi dei suoi abbattitori, finalmente senza vita.

«Ce l'abbiamo fatta?»

«Così sembra...»

«Non è un'altra trappola, vero?», la confusione sui volti dei Cultori era più che giustificata. La Huli Jing non aveva mostrato neanche una volta segno di cedimento, a discapito di tutte le ferite inferte e la letterale mutilazione del suo corpo.
In quel generale sbigottimento, Jiang Cheng e Jin Ling si avvicinarono alla volpe, volendosi accertare della sua effettiva morte.
Wen Ning li affiancava, pronto a intervenire qualora fosse stato necessario, seguito da un Wu Hui zoppicante.

«È stato fin troppo facile», quando Jiang Cheng parlò, Jin Ling si voltò velocemente a guardarlo con preoccupazione.

«Quella creatura ha lottato fino allo sfinimento, come può essere stato facile?», chiese di fatti il ragazzo, ritrovandosi a dover analizzare l'intera situazione molto più a fondo, preoccupato che potesse essergli sfuggito qualcosa.

«Averle tenuto testa fino a portarla allo sfinimento era il lato difficile dell'impresa, averla uccisa è l'inspiegabile lato facile», spiegò Wu Hui, allungando una mano verso la Huli Jing senza vita. Le dita sparirono nella folta pelliccia rossa, raggiungendo la pelle sottostante nel punto esatto in cui si trovavano i tre cuori, ormai silenziosi e gelidi.
«Non esiste traccia, anche solo residua, della maledizione che l'ha trasformata...come se fosse stato questo l'elemento chiave per la sua definitiva sconfitta», l'attento esame di Wu Hui spinse anche Jiang Cheng a volerlo verificare da sé. Ma fece appena un passo in avanti che il suo sguardo tornò a vacillare, costringendolo a portarsi una mano sulle palpebre e a tenerle chiuse per qualche istante.
Aveva sottovalutato i rischi della sua attuale situazione e aveva lasciato circolare la sua Energia Spirituale senza freni in tutto il suo corpo fino a quel momento, intaccando la rigenerazione dei suoi occhi.

The Rise of the Yiling Laozu (Mo Dao Zu Shi FF)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora