Capitolo 4-11

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Zidian  colpiva e distruggeva qualsiasi cosa si trovasse nella sua traiettoria; alberi e rocce venivano ridotti in polvere tanto l'Arma Spirituale era potente. Ma nonostante la sua strabiliante forza non riuscì mai una volta anche solo a sfiorare il reale bersaglio del suo padrone.
Yanling Daoren sembrava essere almeno due volte più veloce nei movimenti di Jiang Cheng, il quale iniziava ad accusare il colpo della fatica.
Non se la cavava meglio nemmeno Lan JingYi, che assieme al Capo Clan Jiang cercava di bloccare il misterioso uomo che aveva precedentemente attaccato Wei WuXian.
Quello sconosciuto era decisamente molto più forte di quel che stava dimostrando, e questo si affiancava automaticamente alla sua pericolosità: chi poteva dire quali altri armi avesse con sé o quali forme di Coltivazione conoscesse; Incantesimi e Talismani mai visti prima da scagliare contro i suoi nemici.
I due stavano quindi seguendo un piano mai pronunciato ad alta voce, ovvero tentare di far stancare Daoren e costringerlo ad usare tutto il suo potenziale per poter studiare da più vicino le sue reali abilità.
Ma neanche con le loro tecniche combinate erano riusciti ad ottenere molto, se non tenere Daoren sulla difensiva.

«Non crederete sul serio che non abbia capito quali siano le vostre intenzioni? Se sperate che getti la spugna tanto facilmente, vi sbagliate di grosso», con quel suo sorriso sinistro, Yanling Daoren evitò l'ennesimo colpo di Zidian, così come impedì alla Spada Spirituale di JingYi di ferirlo.
Il Lan era riuscito ad avvicinarsi a lui ad una distanza estremamente ridotta, ma neanche quella propizia occasione portò a qualche risultato.

«Se l'hai capito, allora perché non contrattacchi?», non riuscendo a trattenere la lingua, Lan JingYi lanciò al suo nemico "arco e faretra"* assieme, riuscendo a far apparire sul viso di Jiang Cheng un ghigno divertito.

«Cosa me ne verrebbe a perdere tempo con chi mi è inferiore?», nonostante la lingua di Daoren fosse più biforcuta di quella di un serpente velenoso, le sue parole non ferirono i due che gli stavano dando del filo da torcere.
Aveva capito immediatamente che non sarebbe riuscito a rintracciare di nuovo Wei WuXian fintanto che il Capo Clan Jiang e quel discepolo Lan gli impedivano di fuggire.

«Se ci ritieni inferiori, allora non sarebbe stato difficile per te sbarazzarti di entrambi fin dal primo momento!», Jiang Cheng attaccò di nuovo e stavolta, con sua somma soddisfazione, riuscì a colpire la veste di Yanling Daoren.
Quest'ultimo restò esterrefatto da quella minima ma significante vittoria, tanto da vedersi costretto a ricorrere ad una delle sue tecniche di Coltivazione: tirò fuori dal bavero della veste sgualcita un talismano che lanciò senza indugio contro Jiang Cheng, intuendo che questi avrebbe immediatamente utilizzato la sua Frusta Spirituale per bloccarlo.
Come volevasi dimostrare, Jiang Cheng parò il Talismano, al quale bastò appena un tocco per esplodere come un fuoco d'artificio e accecarlo.

«Ti ho in pugno!», JingYi approfittò dell'involontario diversivo e si scagliò con ferocia sul bersaglio: la lama di Zhànshì* affondò nella spalla del suo avversario, l'Energia Spirituale che attraversava l'arma si riversò sul corpo di Yanling Daoren causandogli ulteriori danni.
La Coltivazione Spirituale dei Lan entrò in netto contrasto con quella Demoniaca di Daoren, che nel momento stesso in cui venne ferito sembrò indebolirsi di colpo.
Quel che JingYi non si aspettava, fu il vedersi piombare addosso un altro uomo col volto nascosto da una maschera di pelle. Lo scansò per tempo, ma così facendo dovette allontanarsi da Daoren, il quale non ci mise molto a trovare finalmente una via di fuga.
Jiang Cheng non poté intervenire subito, intossicato dal fumo creato dal Talismano, anche se vide chiaramente  quel codardo darsela a gambe mentre un'altra figura aveva appena iniziato ad attaccare il giovane Lan che l'aveva assistito.
Tossì un paio di volte nel tentativo di liberarsi più in fretta delle tossine del fumo, ma gli ci volle appena qualche secondo in più per rendersi conto che qualcosa in lui non andava per il verso giusto.
Spostò lo sguardo sulle sue mani e davanti ai suoi occhi si palesarono solo delle ombre indistinte.
Con rabbia, si rese conto che quel talismano era stato ricoperto di un veleno che avrebbe iniziato a distorcere la sua visione sul mondo, rendendolo dunque incapace di muoversi o di orientarsi a dovere. Non era neanche certo di quanto tempo avrebbe impiegato a riprendersi, eppure non poteva permettere che all'amico di suo nipote accadesse qualcosa.

The Rise of the Yiling Laozu (Mo Dao Zu Shi FF)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora