Aprire gli occhi

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@Rebecca.celeste

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Siamo sulla spiaggia di Mykonos da due giorni ormai, sulla spiaggia nel vero senso della parole perché l'unica cosa che facciamo in hotel è dormire.

Ieri invece siamo andati anche in barca per tutto il giorno.
Ho dovuto lottare ancora una volta contro i ragazzi per evitare di farli tuffare, ma alla fine Daniel stufo delle mie lamentele mi ha presa in braccio e mi ha buttata in acqua con lui.
Lando è stato molto fiero del suo amico.
Dopo la barca, siamo rimasti sulla spiaggia fino a tardi ed abbiamo mangiato lì, davanti ad un falò, riscaldati dal calore del fuoco.

Mentre oggi rimarremo qui, tranquilli sulla spiaggia, fino al tramonto ed ognuno passa il tempo come può.

Io da questa vacanza voglio solo il relax più totale.
Una bella sdraio, l'olio abbronzante e la compagnia di Charlotte e Kelly.

Charles gioca a Ping pong con Carlos...
Mi sono già lamentata con loro perché mi hanno tirato, casualmente secondo il monegasco, tre volte la pallina addosso.
Alla quarta ho promesso di bucargliela e ne hanno solo una quindi....

Lando tiene i punti e fa casino come al solito, fa i cori, mette un po' di musica e da fastidio a Charles per aiutare Carlos a vincere.
Max e Daniel sono impegnati in una partita di scopa, come ad un centro anziani e guai a chi dice qualcosa che li possa distrarre.
Ma almeno loro sono silenziosi in confronto a questi altri tre qui accanto.

Noi tre ragazze ce ne stiamo tranquillamente sdraiate a prendere il sole.

Relax.

"Charles sta vincendo! Carlos non lasciartelo scappare!"
Urlò l'inglese.
"Ragazzi così disturbate le persone al lido vicino!"
Mi lamentai, ma fui ignorata da tutti quanti che continuarono tranquillamente a strillare.
Scoppiò ad un certo punto una discussione accanita su di chi fosse il punto ed ovviamente i ragazzi ci tenevano a farla sentire a tutta la spiaggia.
Io li guardai male, ma non proferii parola, tanto non mi avrebbero mai ascoltata.

Come avevo già previsto,una delle ragazze degli ombrelli vicino ai nostri si avvicinò da Daniel e da Max per chiedere di abbassare la voce.

"Caroline? Ma che ci fai qui!"
Strillò l'australiano abbracciando calorosamente la ragazza.
Mi abbassai immediatamente gli occhiali per guardarli meglio.

D'improvviso le carte non erano più così importanti per lui.

Max lo guardò male perché era ancora concentrato sulla partita, ma la bionda sorrise a Daniel saltandogli praticamente addosso rovesciando le carte e ponendo fine alla loro partita.
"Dan! Oddio da quanto tempo!"

Guardai la scena senza dire niente, mi limitai ad osservare attentamente la ragazza per tutto, tutto il lungo tempo che passò attaccata a Daniel.
L'aveva chiamato Dan.

"Ti da fastidio?"
Mi chiese Kelly abbassandosi gli occhiali come me per guardare meglio la mia espressione.
Scossi la testa tornando a prendere il sole.

Relax, Rebecca, Relax.

"No. Non siamo niente io e lui. Può fare quello che vuole"
La ragazza non era molto sicura della mia risposta, ma anche uno stupido avrebbe capito che quella fosse una cazzata detta per non sembrare così tanto ferita, come lo ero in realtà..

Se mi dava fastidio che quella bionda stesse abbracciando Daniel? Si, eccome, ovviamente.

Max, annoiato dalle lunghe conversazioni dei nuovi piccioncini, venne da noi ragazze perché ormai aveva capito che la partita di carte era finita così.

Qualcos'altro aveva attirato l'attenzione di Daniel.

"Mi sta antipatica quella"
Commentò l'olandese ed io sorrisi sotto i baffi.

Anche a me Max, anche a me.

Decidemmo tutti, dopo questo lungo incontro, di tornare in hotel prima del previsto cambiando così i nostri piani.

Le ragazze mi dissero di prepararmi per una serata film solo noi tre, visto che mi era improvvisamente passata la voglia di andare in discoteca con gli altri quella sera.
Lo fecero per me ed Io non mi opposi al nuovo programma, perché volevo solo poche semplici cose in quel momento: una doccia fredda, il mio pigiama e non vedere Daniel per un po'.

"Chi era quella ragazza?"
Gli chiesi mentre eravamo in ascensore solo noi due accompagnati da una noiosa musichetta in sottofondo.
"Oh una mia vecchia amica"
Rispose vago facendomi arricciare il naso.
Annuii senza proferire più parola.

Si, ero gelosa ed anche arrabbiata per qualche strano motivo.

Entrata in stanza andai direttamente in bagno per levarmi il sale di dosso ed altri brutti pensieri con esso.
L'acqua fredda mi diede finalmente una sensazione di sollievo da quel caldo atroce e dal dolore.

Uscita dal bagno lo vidi con una camicia bianca di lino e dei jeans strappati...Si stava spruzzando il profumo.
Inghiottii un groppone di saliva.
"Dove vai?"
Mi bloccai sulla soglia della stanza guardandolo scioccata.

Per favore, non dirmi che è quello che penso.

"A cena fuori con Caroline"
Un coltello mi ferì dritta nel cuore che perse subito un battito e poi un'altro.
Sentii le lacrime pizzicarmi gli occhi, ma non volevo farmi vedere così da lui.
Scossi la testa e tornai in bagno chiudendo la porta alle mie spalle.
Mi guardai allo specchio.

5 semplici parole mi avevano distrutta.

Ammetto di aver pianto un bel po', seduta sul pavimento del bagno, con la testa poggiata al muro perché troppo pesante per reggersi da sola.

Ci misi molto tempo prima di uscire.

Ma Daniel non si era accorto di niente.

"Allora buona serata"
gli dissi mentre cercavo qualcosa da mettermi.

"Non te la sarai mica presa?"

Mi squadrò da capo a piedi facendomi sorridere beffardamente.

"No, no. Noi non siamo niente, giusto? Scopiamo soltanto qualche volta perché ci gira così e si! Ci amiamo a vicenda, ma tranquillo. Sei libero di fare quel che vuoi, non mi devi nessuna spiegazione"

Allargai le braccia facendogli notare, che si, me l'ero presa eccome, perché non ci stavo più capendo niente.

"non fare la bambina"

Commentò lui alterato dal mio comportamento.

"non la sto facendo"

Risposi a denti stretti.

"invece a me sembra un comportamento infantile il tuo!"

"allora dimenticati tutto quello che ti ho detto. Ho pensieri troppo infantili per te!"
Andò via infuriato, sbattendo la porta alle sue spalle e lasciandomi come una cretina da sola in quella stanza.
"Vaffanculo!"
Strillai alla porta ormai chiusa davanti a me.
"Vaffanculo!"
Ripetei cadendo ancora una volta per terra.

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