"Riusciva a farmi ridere.
E ne avevo proprio bisogno"
(Charles Bukowski)
È difficile uscire da un brutto periodo, ancor più quando quel periodo equivale ad una persona che in un modo o nell'altro non riesci ad allontanare da te e che quindi ti tiene...
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Quando Daniel tornò in stanza mi trovò mezza addormentata sul letto.
Non ho avuto la forza di andare a vedere il Gp oggi.
Il medico mi aveva avvisato che potrei avere dei giorni di spossatezza e sia oggi che ieri sono stati così. Ho ovviamente visto le qualifiche e la gara in televisione ed ho esultato come una pazza per la vittoria di Charles ed il podio di Daniel. Vederlo ancora una volta lì sopra, con quella bottiglia e con il suo sorriso mi ha riempito il cuore di gioia un'altra volta.
Erano circa le otto di sera quando finalmente rientrò in camera. "Reb?" Strillò accorgendosi che fossi rimasta nella stessa posizione in cui mi aveva lasciata questa mattina. Sorrisi con il viso totalmente sprofondato nel cuscino. "Hey Champ" Lasciò il trofeo sul tavolo sdraiandosi accanto a me.
"Non vai a cena fuori con gli altri?" Scosse leggermente la testa posando le mani sotto la nuca. Ammirai da vicino i suoi tatuaggi ed i suoi muscoli scolpiti.... "Non avevo voglia di lasciarti così tanto tempo da sola" "Non muoio mica. Rimarrò sdraiata sul letto a vedere qualche film" "Vorrà dire che vedremo un film insieme" Si allungò verso il comodino per prendere il telecomando e passarmelo ed io guardai un'altra volta i suoi tatuaggi ed una strana idea mi passò per la testa. Lasciai il telecomando alzandomi lentamente dal letto. Daniel seguì ogni mio passo con gli occhi concentrandosi sulle mie cosce nude.
Odio dormire con i pantaloni, soprattutto quando fa caldo.
"Ho una pazzia in testa che vorrei fare da un po' di tempo, ma sai non ho mai trovato il momento" Mi poggiai al tavolo girandomi completamente verso di lui che si era già messo a sedere sul letto e mi guardava eccitato da questa mia idea.
Daniel ama fare queste mattate.
"Non mi lasciare sulle spine celeste" Mi morsi il labbro inferiore. "Conosci per caso un tatuatore qui?"
Fu così che io e Daniel ci trovammo a camminare per le strade di Budapest in cerca del negozio del suo amico. Ovviamente mi aveva appoggiato, appena ha sentito parlare di tatuaggio gli si è illuminato il volto.
Volevo farlo da un po'. Volevo farlo per me, per ricordarmi i brutti periodi che ho passato. Non volevo ricordare il dolore che avevo provato, ma la forza ed il coraggio che ho avuto. Perché ci vuole coraggio a vivere come avevo vissuto io. Ci vuole coraggio anche ad avere paura.
Strinsi forte la mano di Daniel quando girammo per un vicoletto buio, ma lui sembrava sicuro del posto. Non dissi niente. Arrivammo sul retro del negozio dove un suo amico ci stava aspettando mentre fumava una sigaretta. Lasciai la mano di Daniel lasciandoli salutare, sembra che non si vedessero da tanto tempo. "Richard, lei è Rebecca" Quando l'attenzione cadde su di me, feci un passo avanti imbarazzata andando sotto le luci dei lampioni per farmi vedere meglio. L'amico di Daniel mi diede un caloroso abbraccio facendoci entrare subito dentro il suo locale.
