Volare in alto

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@Rebecca.celeste
📍Nizza,France📍

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Pov Daniel
Avevo chiesto a Rebecca, quando la riportai a casa dopo la serata passata sullo yacht, di rivederci un'altra volta.
Lei scese dalla macchina, fece due passi, per poi girarsi nuovamente verso di me ed accettare la mia richiesta.

Avrei giurato che fosse sul punto di dirmi di no, nonostante poi avesse accettato.

La guardai entrare nel portone di casa rimanendo ancora un po' lì, in macchina da solo, pieno di pensieri.
Mi sono chiesto molto spesso cosa le prendesse.
In determinati momenti è proprio assente, so per certo che mi sta nascondendo qualcosa, ma quando sono con lei non ci penso.
Quando però rimango solo, non riesco a non provare ad immaginare ciò che Rebecca sta cercando di nascondere a me ed al mondo intero.

Mi ha fatto innamorare di lei in pochissimo tempo e non mi era mai, mai, successo prima in vita mia.
Ho avuto delle storielle, ma non sono mai stato così preso, non come con lei.

È arrivata in un brutto periodo della mia vita, chissà, forse sarà lei a far pian piano ricombaciare le cose.
Da solo non ci sono riuscito, ma ho questa strana sensazione che con lei ci riuscirò.

Forse potremmo aiutarci a vicenda, non appena si fiderà abbastanza di me per dirmi la verità.
Misi in moto la macchina guardando per dei secondi il balcone decorato con molti fiori colorati, sapeva proprio di lei.
Ripensai a Charles e a Rebecca ed a come mi hanno raccontato di essersi incontrati casualmente proprio su quei balconi.
Poi, accorgendomi dell'orario tardo, andai via.

La sera seguente mi ritrovai sotto casa sua, nella stessa posizione a fissare gli stessi identici fiori.
Poi qualcos'altro catturò la mia attenzione, lei.

Quando la vidi uscire di casa rimasi a bocca aperta per quanto fosse bella.

Scesi subito dalla macchina andandole incontro per salutarla e darle un bacio, avevo bisogno di risentire le sue labbra sulle mie.
"Buonasera di nuovo, Honey"
una fossetta comparve al lato della sua bocca facendomi sorridere ancora di più.

Amo tutti i suoi dettagli.

"Mi piace questo soprannome, Dan"
le diedi un'altro bacio per poi entrare dentro la mia macchina insieme.
Risi di gusto quando fece fatica ad entrare, ammetto che la mia macchina è abbastanza bassa, ma lei non era neanche così agile.
Cantammo insieme canzoni italiane scelte appositamente da lei, con i finestrini abbassati e l'aria di mare che ci scompigliava i capelli.

Certe volte buttavo l'occhio verso la sua direzione per guardarla ed ammirarla in silenzio mentre lei continuava a stonare spensierata.

Portai quella sera Rebecca in un posticino a Nizza, in cui ero andato anche l'anno scorso con dei miei amici, per avere un po' di pace da tutto il resto.
Era un posto appartato e così potevamo essere sicuri di poter essere solo noi due.
"C'era un locale molto simile a Roma" commentò con voce spezzata quando varcammo la soglia di ingresso.

Guardava quel posto con occhi malinconici.

"È da tanto che non torno a casa mia"
aggiunse con aria sognante.
Gli chiesi poi il perché, ma lei rispose vaga per poi cambiare discorso.

Ho capito che ci sono cose del suo passato a cui non vuole ripensare e penso anche che ci siano cose del suo presente che non gli stanno dando tregua.

Non feci più domande sull'argomento Roma, non volevo rovinare l'atmosfera che si era creata e neanche sembrare un impiccione, infondo non eravamo ancora nulla noi due, quando lo riterrà necessario...me lo dirà, era ciò che mi ripetevo per tenere a freno la mia curiosità.

Prendemmo due pizze, ma Rebecca non era molto interessata al cibo, voleva andare sulle altalena, come una bambina.
Così appena finito di mangiare corse verso i grandi alberi dai quali scendevano due grandi altalene in legno.
"Dai Dan spingimi!"
Strillò contentissima di essere lì seduta come se fosse la cosa più bella del mondo.

La accontentai, godendomi la sua felicità.

"Vedo il mare da quassù"
strillò tenendosi stretta, stretta alla catenella. "Davvero?"
Chiesi io incantato dal suo sorriso in quel momento.

Annuì convinta guardando l'orizzonte ed io mi chiesi cosa potrebbero mai avergli fatto per averle levato quel sorriso stupendo.


-Pov Rebecca-
Tornai a casa abbastanza presto quella sera. Andrea aveva detto che voleva videochiamarmi ed io inventai una scusa con Daniel per tornare al giusto orario a casa.
Quando stavo per entrare, prima di lasciarlo, gli dissi di vederci anche il giorno dopo, sta volta però sul mio yacht e mi raccomandai di invitare anche gli altri ragazzi.

Mi diede un ultimo bacio e poi se ne andò via.

Quando vidi dalla mia finestra la sua McLaren andarsene, sentii un vuoto dentro perché non volevo che la serata finisse così.
Chiamai Andrea felice di aver passato questo meraviglioso tempo con Daniel, subendomi tutti i suoi problemi lavorativi e dovendo dargli anche dei consigli per uscirne, ma la mia testa era ancora altrove e neanche Andrea avrebbe potuto rovinarmi la serata.
Mi liberai da quella telefonata grazie a qualcuno, o qualcuna, che aveva bussato alla porta del mio ragazzo.

Ero abbastanza sicura che fosse una ragazza ed ammetto che tempo fa ci sarei rimasta male, ma ora non più.

Spensi il telefono e lo lanciai sul divano ed uscii sul balcone consapevole di ritrovare Marta lì fuori.
"Buonasera"
dissi io chiudendo la finestra alle mie spalle, pronta per raccontare alla mia amica le mie due uscite con l'australiano.
"Guarda chi si rivede! Mrs Ricciardo! Com'è andata?"
Le raccontai tutto per filo e per segno di ciò che avevo fatto con Dan ed anche di ciò che avevo provato.

La ragazza rimase a bocca aperta per tutto il tempo, mettendosi quasi a piangere per quanto fosse fiera del fatto che fossi ritornata ad essere felice, finalmente.

"Però il fatto è che sono passati solamente due giorni da quando Andrea se n'è andato ed io ho già paura perché tutto questo è destinato a finire ed io non voglio Marta.
Vorrei che durasse all'infinito"

Non avevo voglia di lasciare Dan, Charles, lei, Monaco, di tornare alla mia vita a Milano, non dopo che ho vissuto questa settimana con loro, non dopo aver assaporato la felicità.

Marta mi tirò in faccia un cuscino di una sedia facendomi girare verso di lei con sguardo interrogativo.
"Puoi essere felice senza pensare a quello stronzo per favore?"

Avrei voluto farlo, ma non avrei mai potuto.

"Ci proverò"
le promisi.
Promisi a me stessa.
Guardai il solito paesaggio di fronte a me, che come ogni sera era stupendo.
Mi sarei aggrappata a questi momenti quando penserò che la mia vita sia ingiusta, quando la odierò.

Daniel sarebbe stato la mia ancora di salvezza per sempre.

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