Cara Charlie, ti scrivo

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Cara Charlie,

non hai idea di quanto io ora sia spaventata. Vorrei non essere mai evasa ma allo stesso tempo sono felice di averlo fatto... Ora sono ancora in Inghilterra ma Jason, che è colui che mi ha proposto l'affare, è irrequieto e dice che presto dovremo andare via. Non mi fido molto di lui ma, paradossalmente, è anche l'unico di cui io possa fidarmi... Oltre a lui con noi vive, anche se passa la maggior parte del tempo chissà dove, una bambina di circa dieci anni che si chiama Daisy. Spero di rivederti al più presto.

Tua, Clarissa.

Avrei voluto scrivere fisicamente quella lettera e poterla inviare a Charlie, ma non mi era concesso purtroppo. Da quando ho acceato il lavoro vivo in una sorta di casa abbandonata con quel ragazzo e con la bambina. Nei primi tempi Daisy mi stava lontano e non froferiva parola con me, dopo un po' di tempo cominciò ad abituarsi alla mia presenza; nonostante ogni tanto si comporti in modo strano e nonostante i racconti inquietanti è una bambina molti dolce, mi ricorda mio fratello. Jason è diffidente, mi parla solo quel tanto che basta per darmi indicazioni sul mio lavoro, di cui ancora non so nulla; ultimamente ha cominciato a chiamarmi Clara, nonostante gli abbia fatto notare che non mi piaceva quel nomignolo, probabilmente perché trova il mio nome troppo lungo. So di non essere la sola ad essere stata arruolata, ma per ora sono l'unica presente.

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Io, Daisy e Jason abbiamo fatto un lungo viaggio in nave verso l'America del Nord e adesso ci apprestiamo a salire su un treno che ci porterà in qualche stato. Jason è sempre molto enigmatico, non mi ha mai voluto parlare di niente che lo riguardasse e generalmente non mi rivolge la parola se non per lo stretto indispensabile. Daisy, che invece è una bambina molto estroversa e solare, mi ha raccontato di come lei e Jason si sono conosciuti e di come lui l'abbia "salvata" sia dai sui genitori che dal resto dei suoi familiari. Jason mi spaventa, ma in qualche modo lo ammiro... È preparato a tutto e prevedere la sua prossima mossa è pressoché impossibile. Prima di salire sul treno ci ha rammentato di rivolgersi a lui con il nome "Jonh Dalton" e ha comperato un gioco per Daisy, dopo essersi assicurato che stesse in forze; devo ammettere che con lei è molto protettivo. Ho paura che lasciare quell'indizio nella lettera sia stato un errore, ma ho paura di come potrebbe prenderla Jason se glielo rivelassi, in fondo è sempre sull'orlo della psicopatia, e poi ormai è passato. Chi vuoi che si accorga di qualche doppia di troppo nella lettera di un'evasa, presunta assassina e scomparsa? Mentre ero assolta nei miei molteplici pensieri guardavo i miei compagni di viaggio; Jason seguiva con lo sguardo la piccola Daisy che a sua volta correva per il vagone ristorante ridacchiando giuliva. Notai che Jason, immerso in un giornale probabilmente per non farsi notare troppo, fermò lo sguardo su un individuo seduto su una poltrona tre posti più in là.

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