Anni fa due fratelli, compiuti i diciotto anni, decisero di lasciare le comodità familiari ed avviarsi al mondo del lavoro. Il più grande, Averel, decise di lavorare nella finanza mentre il più piccolo, che si chiamava Luckas ed aveva una grande passione per la campagna, decise di andare a vivere in Texas in un ranch. Per Luckas le cose non andarono bene infatti dopo cinque anni fu costretto a vendere il ranch ed a tornare a New York da suo fratello; diversamente dal fratello minore Averel aveva ottenuto molto successo nel suo campo. Difatti era divenuto uno dei nomi più celebri della finanza ed il suo nome era noto nell'intera città. Averel accolse da subito il fratello con un gran sorriso; il ricco affarista era tutto il contrario di Luckas: grasso, biondo e sempre sorridente con guance rosee e paffute. Parlarono del più e del meno per ore finché non venne la sera e Luckas si congedò nell'hotel affianco alla casa del fratello; dopo mesi in cui Luckas non trovava lavoro e, paradossalmente, in cui Averel saliva sempre più verso la vetta. Vedendo il successo del fratello cominciava a provare invidia ma, Averel, la travisò per sconforto, così prese un'importante decisione: "Luckas. Io sono più grande di te di due anni e, senza offesa, sono più...ecco...avvantaggiato economicamente. Quindi se a te va bene vorrei renderti mio erede." Inutile dire che Luckas accettò senza obbiezioni ma con svariati dubbi: il fratello era in ottima salute, ricco e soprattutto nel fiore dell'età, quindi sarebbe stato a dir poco remota la possibilità che morisse prima di anni e anni... Se non per un incidente. I giorni passavano e l'invidia di Luckas aumentava alimentata soprattutto dalla superiorità con cui si poneva, forse senza farlo apposta, suo fratello con lui. Un giorno, sarà stato inizio settembre, Luckas andò a trovare Averel nel suo attico senza trovarlo; con ogni probabilità si era trattenuto a lavoro, lo faceva spesso, quindi sarebbe tornato un po' più tardi. Si affacciò alla finestra nel tentativo di scorgere il fratello senza gran risultati, sporgendosi sul balcone si accorse che la ringhiera era cedevole ma, per il suo corpo magro e leggero, non era un pericolo; dopo un'ora passata ad aspettare decise di tornare nella sua stanza d'hotel. Aveva un'idea che gli ronzava per la testa da giorni: Averel, se non per un'incidente, non sarebbe trapassato molto presto ma lui voleva avere al più presto quei soldi, tuttavia la corporatura massiccia del fratello avrebbe fatto facilmente cedere la ringhiera e una caduta da quell'altezza non avrebbe lasciato scampo. Dopo una notte insonne a pensare decise di compiere il suo astuto piano, andò a casa del fratello dove lo trovò più sorridente che mai. "Buongiorno fratellino! Sto facendo grandi affari sai? Il mio patrimonio aumenta a vista d'occhio!" Luckas non era mai stato molto intelligente e non sapeva fare di conto ma era in grado di calcolare quanto avrebbe ereditato contando quanti ettari di terreno si sarebbe potuto comperare. "Pensa Luckas! Entro la settimana dovrei arrivare a novecento mila dollari!" Novecento mila dollari? Circa dieci ettari di terreno! Non era molto intelligente ma abbastanza furbo da capire che era meglio lasciare Averel in vita fintanto che guadagnava. Ogni giorno Lukas andava dal fratello a chiedergli come andasse il lavoro.
Giorno...
"Bene anzi benissimo! Pensa che sto per raggiungere i seicentomila dollari! Senza ovviamente contare i vari investimenti e quotazioni in borsa." Seicentomila dollari? Circa venti ettari!
... Dopo giorno
"Meraviglioso sto guadagnando come mai prima d'ora!"
Finché tempo dopo, andando a visitarlo come suo solito, lo trovò a parlare al telefono piuttosto irritato. Appena riattaccò si sedette sul divano con le mani a sorreggere le paffute guance. "Le cose non stanno più andando molto bene fratellino... " A Luckas non servivano altre spiegazioni, era il momento.
Con la scusa di prendere aria e di schiarirsi le idee, accompagnò Averel sul balcone e, con un rapido colpo, fece precipitare il fratello e la ringhiera che aveva ceduto sotto il suo peso. Stette qualche minuto in attesa e infine uscì dalla porta sul retro per non farsi vedere dal portiere, che nel frattempo era accorso verso il cadavere di Averel Ariksen.
Dopo aver ereditato tutti i soldi del fratello Luckas comprò, come nelle sue fantasie, un'enorme ranch in Texas. Passarono cinque anni e si ritrovò nuovamente al verde ma stavolta non aveva il fratello maggiore a New York a cui chiedere aiuto, però si ricordò di avere una sorella maggiore in Francia; Mildred era più grande di Luckas di dieci anni e il fratello non aveva notizie di lei da quando si era trasferita in Francia anni addietro quando lui non era che un bambino. Dopo aver venduto, a malincuore, il ranch partì alla volta di Parigi. Appena arrivato girò per la città in cerca di Mildred senza ottenere i risultati sperati; due giorni dopo scoprì che la sorella aveva ereditato una grossa somma di denaro da un'anziana signora che l'aveva presa in simpatia. Dopo essersi fatto dare l'indirizzo della casa ed aver finalmente ritrovato la sorella tentò di impietosirla con la storia della 'terribile' sorte che era toccata al fratello; Mildred, che non era per niente ingenua, non volle dargli un soldo ma preferì trovargli un appartamento e un lavoro, che però odiava. Passò un anno nel quale Mildred cominciò ad aprirsi di più con il fratello, gli confidò persino di essersi infatuata di un uomo; dopo aver finalmente scoperto l'identità di questo ammaliatore, Luckas, decise di incontrarlo: Pari Noix era un uomo di all'incirca quarant'anni o poco meno, capelli brizzolati, baffi sottili e, in generale, un uomo di bella presenza. Aveva solo il piccolo difetto dell'essere incline alla ludopatia. Lui e Pari parlarono a lungo finché non scoprì che anche il suo nuovo amico era al verde, così escogitò un piano spaventoso: Pari avrebbe sposato Mildred che, dopo circa un anno, sarebbe morta tragicamente lasciando tutto i suoi averi al marito che, a sua volta, li avrebbe divisi con Luckas in modo equo. Pari accettò, non era sicuramente una di quelle persone che si faceva scrupoli a mentire e raggirare le persone...ma era anche un pusillanime. Passò l'anno e mezzo migliore della vita di Pari; conduceva una vita a dir poco agiata e, nonostante i minimi incentivi a smettere, alla moglie non importava se spendeva un po' di soldi per il gioco. Luckas cominciava a spazientirsi, era già trascorso troppo tempo e a lui servivano i soldi, quindi cominciò a mettere pressione al socio arrivando addirittura a minacciarlo di smarcherarlo mettendo fine a tutti i suoi agi. Pari cominciava a diventare paranoico, aveva paura di commettere un omicidio e di finire in prigione ma, d'altro canto, non voleva rinunciare alla vita a cui si era abituato. Dopo ormai due anni di matrimonio arrivò a casa di Mildred e Pari Noix un ultimatum: "O Mildred muore entro la settimana o muori tu." La misura era piena, la codardagine aveva vinto. Pari accettò di uccidere sua moglie come d'accordo ma non senza un piano preciso e meticoloso; i due si accordarono per studiarne uno sulla riva della Senna. Pari arrivò all'appuntamento in netto ritardo, difatti Luckas lo stava già aspettando da diversi minuti. Appena Pari arrivò il suo strozzino gli rinfacciò il ritardo ma l'uomo, con una calma disarmante, si giustificò dicendo semplicemente: "in elegante ritardo, non conosco altro modo sai sono francese." Fece una faccia quasi dispiaciuta. "Sai Luckas? La mia vita va alla grande! Ho i soldi, una moglie bellissima che mi ama e posso continuare a giocare d'azzardo... In effetti non c'è ragione per cui io debba rinunciarvi." Luckas cominciava ad avere paura, soprattutto perché il tono del cognato diventava man mano sempre più minaccioso. "Non preoccuparti Luckas io non sono un'assassino, non posso e non voglio uccidere nessuno... Ma c'è qualcuno che può farlo per me." Luckas non fece in tempo a sentire l'ultima parola che sentì una sensazione terribile... La sensazione del sangue caldo che gli colava prima sugli occhi e poi sulle guance. Cadde a terra esanime a dall'ombra apparve un ragazzo sorridente con una pistola. Il ragazzo si avvicinò a Pari, che nel frattempo aveva gettato il cadavere nel fiume. "Ah... Parigi è davvero una città meravigliosa e, contrariamente all'Inghilterra, qui il tempo è ottimo!"
I due uomini parlarono per un po' passeggiando per le stradine di Parigi e poi si salutarono. "Sai Black? Sono contento di essermi finalmente liberato di quello strozzino. E sai la cosa migliore di tutta questa storia? Io non ho commesso nessun crimine!" Il ragazzo dai capelli corvini si girò fissando negli occhi Pari. "Non hai commesso crimini? Hai occultato un cadavere, mi hai fornito un'arma, hai fatto in modo che la vittima si trovasse proprio nel punto designato per non parlare del fatto che eri d'accordo con lui per uccidere Miss Mildred e con me per uccidere lui... Solo perché nessuno sa cosa hai fatto non vuol dire che tu non l'abbia fatto." Black si cominciò ad allontanare tra i vicoli, si girò in direzione di Pari e sussurrò qualcosa che lo fece rabbrividire: " Ho grandi progetti per te mio caro 'non assassino'." Dopo essere scoppiato a ridere scomparse definitivamente lasciando il suo committente solo con i suoi pensieri.
Pari era finalmente libero dal suo ricattatore, ma ne aveva trovato uno nuovo.Spazio autore
Nuovo capitolo, spero capiate la citazione del titolo perché sennò non ha senso. Comunque spero vi piaccia questo nuovo pezzo di quel puzzle che sto lentamente componendo tra un capitolo e l'altro.
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Leggende
Krótkie OpowiadaniaUna raccolta di storie brevi, di un capitolo ciascuna, sono tutte diverse, fantasy, di mistero, horror e molto altro. Alla fine il capitolo con più stelline e letture avrà un seguito e lo farò diventare una storia a sé, è una sorta di esperimento so...