Vecchio Odio o nuovo Amore?

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Il misterioso ospite non si presentò e si chiuse nella camera numero 5, notai che Jason era nuovamente nervoso ma non ci badai poi tanto. Decisi di andare a coricarmi nella mia stanza, augurai la buonanotte a tutti e salii al piano di sopra. La mattina dopo scesi al piano di sotto e trovai nel salottino una donna e un bambino, il bambino all'improvviso si alzò dalla poltrona di velluto rosso e scappò all'esterno.

"MANUEL!"

La donna corse a fermare il bambino e scomparsero entrambi all'esterno. Improvvisamente si sentirono dei passi che scendevano le scale. Comparve nel salotto una ragazza accigliata.

"Clarissa... Io mi fidavo di te, come hai potuto diventare un'assassina?"

"Cosa? No! Io non sono... Io non ho ucciso nessuno! Ti prego devi credermi Charlie!"

Charlie uscì a sua volta dall'hotel sfumando come un'illusione.

"Credi davvero di essere innocente Clara? Credi forse di poter tornare la brava ragazza che eri prima di quella notte? Illusa..."

"No... No no no!"

Mi svegliai improvvisamente urlando nella mia stanza. Guardai l'orologio: le cinque e quarantadue... Ma io ormai non avevo più sonno. Mi vestii ed uscii in corridoio; non volevo svegliare Daisy e di svegliare Jason non se ne parlava proprio. Andai nel salotto che trovai ovviamente deserto, decisi di approfittarne per curiosare un po' in giro. Trovai una piccola libreria, nella speranza di trovare qualche libro per intrattenermi, cominciai a guardare i titoli di tutti i volumi e constatai che era ben fornita: Assassinio sull'oriente express, Il mulino dei dodici corvi, Riflesso, orgoglio e pregiudizio... Tutti già letti.

"Anche voi non riuscite a dormire? Trovato libri interessanti?"

Un uomo sui trent'anni con un cappello e un paio di guanti bianchi sorrideva davanti a me.

"Mi scusi sono stato un maleducato, Jonathan K. Luks detective di professione è un vero piacere. E voi siete la signorina..."

"Cla..."

Ero talmente affascinata dall'uomo che mi stavo per dimenticare del nome di copertura che mi aveva fornito Jason.

"Come prego?"

"Ehm... Angelica Birdeal, al momento non ho professione ma mi diletto con i misteri per così dire. Il piacere è mio."

"Beh, andrò a fare una passeggiata. Buona continuazione di mattinata, signorina Birdeal."

"Arrivederci..."

Seguii con gli occhi l'uomo uscire dall'hotel, dopodiché mi sedetti ed aspettai che anche i miei compagni di viaggio si svegliassero. Dopo una mezz'oretta Otto si svegliò e si mise a preparare la colazione. Alle sette circa arrivò Jason che teneva in braccio Daisy; la bambina stava parlando appassionatamente e gesticolando di qualcosa, se non fosse stato per Jason che la teneva stretta sarebbe sicuramente caduta. Era forse la prima volta che vedevo Jason sorridere per una sincera gioia ma appena mi vide posò a terra Daisy, mi fece un cenno per darmi il buongiorno e continuò a camminare per il corridoio sempre seguito dalla piccola. Quel giorno non parlai con nessuno dei due fino alla sera. Bussai alla stanza di Jason ma non ottenni risposta così entrai di mia spontanea volontà. Lo trovai seduto sul suo letto con il cellulare in mano che fissava il vuoto.

"I tuoi non ti hanno insegnato che è maleducato entrare senza permesso?"

"I miei genitori lavoravano giorno e notte e poi sono morti e insegnarmi le buone maniere non era una priorità per mia zia... A te invece nessuno ha insegnato che è scortese ignorare un'amica?"

"Non sei mia amica... E comunque no, nessuno me l'ha insegnato. Neanche i miei erano dei prodigi come genitori."

Era la prima volta che mi diceva qualcosa su di lui o sul suo passato... Ne avrei volentieri approfittato per cavargli qualche informazione in più, ma Otto ci chiamò per la cena. Scendemmo e ci mettemmo a tavola; il caso volle mettere me vicino al signor Luks e al posto opposto a lui Jason, che lo fissava quasi con odio. Ad un certo punto distolsi l'attenzione dalla curiosa scenetta e mi guardai intorno.

"Dov'è Daisy?"

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