Avvicinatevi signori e signore... Mi presento sono il narratore. Oh che simpatica rima involontaria! Comunque tornando a noi... Oggi ti voglio raccontare di una storia agghiacciante, una storia che inizia nel più innocente dei modi, una storia che inizia in Via del Cervo al numero civico 7A...
Patrizia Di Michele era una donna considerata fortunata: un marito che l'amava e che aveva un buon lavoro, una figlia di sedici anni che faceva di nome Ginevra e che andava bene a scuola, un bambino di soli due anni che si chiamava Michele, un cane ben addestrato e un gruppo di amiche. Vi era un'unico problema nella sua vita così perfetta: era noiosa...
Ogni giorno Patrizia si cercava un hobby o qualcosa per passare il tempo ma nessuno la soddisfaceva.
Mercoledì provò il ricamo: troppo noioso per una personalità come la sua.
Giovedì si cimentò nella pasticceria: non le venivano bene i piatti e la cosa la faceva infuriare.
Venerdì andò in palestra: troppa fatica e troppo sudore.
Sabato decise per la ceramica: l'abbandonò quando il vaso non venì della forma desiderata.
Domenica il club del libro con le amiche: un'attività, a detta sua, troppo per "ochette" e inadatta a lei.
Lunedì fece una prova con equitazione: tornò a casa dicendo "la peggior idea avuta fin'ora" e nessuno osò chiedere nulla.
Arrivò infine martedì in cui frequentò una conferenza sul fengshuy: una rivelazione!Comprò il libro e lo lesse in una notte dopodiché convocò, la mattina seguente, tutta la famiglia per parlare della nuova scoperta. << È qualcosa di eccezionale! È una tecnica cinese per essere felici, prendi un oggetto e lo guardi. Poi decidi se ti da gioia o meno, nel secondo caso lo butti via.>> I membri della famiglia non erano entusiasti all'idea di separarsi dai propri oggetti, ma decisero di tentare per veder felice la donna. Entro la giornata avevano fatto ciò che Patrizia aveva detto: tutte le cose giudicate non portatrici di gioia erano state regalate o buttate, ma Patrizia non era ancora felice.
Erano circa le otto e trentadue della sera e la famiglia era intenta a consumare la cena nella sala da pranzo. Patrizia si guardava intorno agitata, il suo sguardo andò a posarsi sul malcapitato cane della famiglia. << Quello stupido cane non fa altro che mangiare e dormire... Non mi ha mai dato gioia!>> I commensali non bastarono alle lamentele, peraltro molto comuni, di Patrizia ma il giorno dopo quando la giovane Ginevra andò per dare il cibo all'amato cane non né trovò traccia... Che fisse scappato?
Passò il tempo e Patrizia impiegava il suo tempo a girare per casa togliendo quadri, foto, mobili ed oggetti di ogni tipo gettandoli via. Oramai le pareti erano completamente spoglie e le stanze semi vuote. I giorni passavano ma Patrizia non trovava la tanto agognata felicità che sperava; era arrivata a togliere persino i mobili donateli per il matrimonio e addirittura l'amato portagioie che conteneva i gioielli di sua nonna.
Il clima in casa, come prevedibile, si era fatto angosciante. La radiosa e popolare Ginevra era solo un'ombra di ciò che ora era un'adolescente modello: perennemente chiusa in stanza senza il minimo riguardo per il suo aspetto esteriore, il povero marito, sempre più preoccupato e spaventato dal comportamento della moglie, aveva ceduto al tradimento con la propria segreteria e, per quanto riguarda il piccolo Michele, era ormai perennemente a casa dei nonni.
Patrizia odiava la sua "nuova" figlia sciatta e anticonformista e decise che la sua presenza non la rendeva più felice ormai... La spedì in un collegio ma quando tornò a casa ugualmente menefreghista si limitò a farla sparire; a tutti disse che era scappata chissà dove e che attendeva con impazienza il suo ritorno, ma Ginevra non tornerà mai più a casa... Oh meglio, non la lascerà mai più per sua volontà.
La salute mentale di Patrizia era già di per sé tesa ad un sottilissimo filo ma scoprire il marito a letto con l'amante non aiutò la situazione. Le ultime parole che il signor Di Michele sentì furono << Non mi dai piu gioia Ludovico... E sicuramente neanche questa lurida adescatrice.>>
Due colpi di un fucile da caccia... Una tazza di buon tè... Una casa perfettamente pulita ed una donna perfettamente lucida... Sì come no.
Patrizia era finalmente felice, si era sbarazzata di tutto ciò che non le dava più gioia: quel quadro in soggiorno, il servizio di posate in argento che mal sopportava, la sua famiglia... Ma la sua gioia durò poco. Perché ora la sua casa era completamente vuota, come la sua anima ma non come la sua mente che continuava a vagare con gli occhi per la stanza in cerca di altri oggetti da escludere dalla sua vita. Ed eccolo li, lo specchio del soggiorno... Glielo aveva regalato sua nonna materna il giorno del suo diciottesimo compleanno, l'unico oggetto da cui non si sarebbe mai separata. Guardò con amore lo specchio e tutto ciò che aveva: la cornice in legno riccamente decorata e scolpita a mano, il vetro lucido e pulitissimo, il suo riflesso... Cos'altro avrebbe potuto dar via? Cosa non la rendeva felice? Cos'è che le avrebbe donato quel tanto desiderato sollievo? Ed ecco la rivelazione proprio difronte a lei, gliela stava dando in dono lo specchio stesso... Ora sapeva cosa doveva buttare per essere finalmente felice.
Quando la polizza farà irruzione in casa Di Michele troverà i poveri cadaveri del signor Ludovico Di Michele, della signorina Bernadette Rossi e i poveri resti della povera e giovane Ginevra Di Michele. Successivamente verrà rinvenuto il cadavere, dichiarata morta suicida, di Patrizia Di Michele e, sullo specchio del soggiorno una scritta fatta con il rossetto.
<< Il mio riflesso è qualcosa che non voglio rivedere mai più>>
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Leggende
Storie breviUna raccolta di storie brevi, di un capitolo ciascuna, sono tutte diverse, fantasy, di mistero, horror e molto altro. Alla fine il capitolo con più stelline e letture avrà un seguito e lo farò diventare una storia a sé, è una sorta di esperimento so...