capitolo 42

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 Dylan's Pov

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. Dylan's Pov

Dove mi trovavo?
Cosa stava succedendo?
Non riuscivo a proferire parola.
Era come se fossi caduto in un limbo di devastazione e solitudine.

Non avevo le forze di fare nulla.
Ne di parlare, ne mangiare, ne dormire, ne muovermi.

Mi ero ritrovato seduto per terra accanto al letto e avevo la testa poggiata alle ginocchia.

Da quanto tempo ero lì?
Dall'intorpidimento di gambe e braccia sicuramente da molto.
Era notte inoltrata dal buio che si vedeva dalla finestra.

Alzai il capo e osservavo un letto vuoto.
Non era disfatto ne stropicciato.
Sembrava che nessuno ci si posava da un po'.

Quella era la mia stanza.
Quella mia e di mia moglie ma.. lei dov'era?
Perché non era lì con il sottoscritto a quell'ora della notte!?

Mi alzai facendo leva sul comodino lì vicino per aiutarmi a sollevarmi.

Iniziai a vagare per la casa.
C'era un silenzio mai sentito prima e un senso di angoscia aleggiava su ogni camera dell'abitazione.

Perché la mia famiglia non era in casa !?
Niky, Mary.!
Dove erano?

Andai in cucina e mi versai un bicchiere d'acqua.
Mi misi seduto sul poggiolo del divano osservando il salotto in penombra.
Era rimasta ancora qualche sedia, sistemata in un angolo di quella stanza, dal giorno prima, il giorno del funerale.
Ma quale funerale!?
Non volevo credere che mia moglie era davvero morta.
In quel momento il mio cervello rifiutava tutto quello che era successo.
Mi ricordavo solo che mi trascinavo a passo pesante per la casa senza capire cosa fare.

Ero stanco e mi faceva male la testa.
Provai ad andare in camera da letto per riposare ma non appena provavo ad avvicinarmi al letto, era come se una forza invisibile non mi permettesse di avvicinarmi.

Mi misi seduto sulla poltrona che si trovava accanto ad esso e, come mi ero ritrovato ore prima, rimasi fermo a fissare il vuoto.

La mattina dopo non ricordavo se avevo dormito o se ero rimasto sveglio tutta la notte.
Era come se avessi perso la percezione di me e del mio corpo.
Sobbalzai solo quando sentii suonare insistentemente il citofono.

Chi era che aveva così fretta di entrare!?
Stavano bussando talmente forte che a momenti buttavano giù la porta.

Andai per aprire e mi trovai spintonato indietro da una donna schizzata con i capelli blu.

Ery:<razza di imbecille, quando ti decidi ad uscire da questo buco?
Ti ricordi di avere un figlio?>

*Cosa!?*

Dylan:<Ery!?
Che ci fai qua?>

Ery:<giuro che se non ti muovi ti disintegro.
Muoviti e vai in bagno a farti una doccia e poi usciamo da questa specie di casa.>

 Last Time (Sequel Di Wide Eyed)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora