Capitolo 11

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POV Charlotte.
Wendy è ormai a Holmes Chapel da ieri. La casa è così silenziosa senza di lei che corre e impreca per i suoi ritardi al lavoro. L'ultima sera, prima che Wendy entrasse dalla porta io e il biondino ci scambiammo i numeri di telefono in modo tale da rimanere in contatto. Così facemmo, in questo momento sono fuori a pranzo con Niall da Nando's, a quanto ho capito è uno dei ristoranti preferiti del biondino.
Sono così concentrata a perdermi in quei occhi blu che non mi accorsi del cellulare che continuava a suonare.
«Piccola, ti sta squillando il telefono e da mezz'ora che non la smette.» Distolsi lo sguardo dagli occhi di Niall e presi il telefono. Oh, la signora Browns. Non persi a tempo ad ammaccare il tasto e parlai.
«Buongiorno signora Browns, ha bisogno di qualcosa?» Dissi.
«Hey, tesoro, devo parlarti. È una cosa urgente e..non so come la prenderebbe Wendy perché non mi risponde al telefono.» Mentirei se dicessi che non sono preoccupata. Merda, sento la mamma di Wendy piangere. Oddio, mi sto preoccupando seriamente.
«Co-cosa succede? Perché piange?» Chiedo, quando Niall mi vede preoccupata prende la mia mano e la stringe forte facendo dei cerchi immaginari per calmarmi.
«Dopo qualche mese qui a New York, il papà di Wendy si stava sentendo male e..e..ieri è svenuto, allora l'ho portato dal medico per farlo controllare.. e ha-hanno detto che ha il... » Non finì la frase che cominciò a piangere, uno di quei pianti di quando hai paura di perdere una persona.
«..ha il cancro ai polmoni..io..ho bisogno che tu stia il più vicino possibile a mia figlia.»
«O-okey, sta tranquilla. Il signor Clark, riuscirà a sconfiggere questa situazione, lui..lui è un uomo forte. Anche tu sei forte. Prova a chiamare Wendy più tardi. Ci vediamo presto.»

Chiusi la chiamata, non mi accorsi delle lacrime che stavano rigando il mio viso. Niall, preoccupato, prese il mio fragile corpo e mi abbracciò, posai la mia testa sull'incavo del suo collo.

Rifiutai di raccontare a Niall della storia riguardo il papà di Wendy, infondo noi non stiamo insieme e penso che a Wendy darebbe fastidio se racontassi a Niall, anche se sono amici.
Vorrei essere con Wendy quando sua madre la chiamerà, ma non posso.
Ogni volta che succede qualcosa di brutto, lei evita di parlarmi per schiarirsi le idee e lo accetto, io non la forzo con le cose.

POV Harry.
Amo guardare Wendy posare, sopratutto quando fa la faccia seria e subito dopo si mette a ridere. Ha quel sorriso che entra facilmente nella tua mente, difficilmente se ne va via. Non ho mai incontrato modelle come lei. Non pretende di fare le cose perfette, ma lei non sa che è lei a fare diventare le cose perfette.
Oggi sono voluti venire tutta la mia famiglia, compreso mio padre nonostante non stesse più con mia madre. Non ho capito di che colore sono gli occhi di Wendy, sono un misto fra un verde e un azzurro, e giuro che non ho mai visti occhi come i suoi sono qualcosa di unico, lei è unica.
Non provo nulla per lei se non attrazione fisica, so di sbagliare quando la porto in quelle situazioni "intime", non voglio che lei pensi che la sto usando solo per soddisfare i miei bisogni maschili. Non posso andare oltre all'attenzione fisica, non posso amarla e non lo farò.

«Cugino! Eccoti qua!» Stephan, ovvero mio cugino, mi risvegliò dai miei pensieri e prese posto accanto alla mia sedia. Gli rivolsi un "ciao" a bassa voce.

Non feci molto caso alla sua presenza e continuai a guardare lei. Eccola lì che gioca con la piccola Lux, non faccio caso alle parole del rompi scatole di mio cugino.
«Harry, mi senti?!» Mi tirò una ciocca di capelli per farsi notare, lui lo sa perfettamente che odio le persone che tirano o toccano i miei capelli. Adesso può considerarsi letterale mente morto.
«Tu!-gli puntai il dito contro- non devi toccarmi i capelli!»
«Calmati cugino -sorride malizioso- che ne dici di farmi conoscere quella bella pupa, lì infondo, eh? È così sexy, solo Dio sa cosa sto pensando adesso» Disse sicuro di se stesso.
«No! No è no! Non voglio interferenze durante il mio lavoro, non te la farò conoscere a meno che non sarà lei a volerlo. Stai a cuccia cagnolino.» Gli feci l'occhiolino e sbuffò.
Subito dopo ripresi a guardarla.

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