Problemi familiari
Il giorno dopo, io e Levi ci svegliammo, e restammo sul letto per un po', a parlare di non sapevo precisamente cosa, anche perché ci eravamo svegliati alle cinque e mezza e quindi avevamo ancora un sacco di tempo prima che arrivasse l'autobus.
<<Senti T/N, io ti ho detto quello che ho. Quindi se te la senti, potresti dirmi come ti sei fatta questa cicatrice?>> chiese lui appoggiando una mano sulla mia.
<<È stato mio padre>> dissi abbassando lo sguardo.
<<E come?>> chiese.
Io scoppiai a piangere, perciò lui tolse subito la mano, odiavo piangere davanti agli altri, ma quando mi tornavano quei ricordi in mente, non potevo farne a meno.
<<Oddio scusa io- io non volevo farti piangere>> disse allungando una mano per poi abbracciarmi, e io appoggiai la testa alla sua spalla.
<<No non preoccuparti, sono io esagerata forse>> dissi, era tutto così imbarazzante, ma non quello piacevole che sentivo con Levi quando diventavo rossa, ma quando senti solo di voler sparire.
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Avevo nove anni, ed ero a casa da sola con mio padre, che stava guardando la televisione con una bottiglia di alcol in mano, mentre io ero proprio lì vicino a giocare con dei peluche.
<<Che fai?>> chiese mio padre, che ormai odorava solo di alcol.
<<Niente di che>> risposi guardandolo.
<<Perché non facciamo un gioco? Sai, si fa sempre tra padre e figlia>> disse lui alzandosi per poi avvicinarsi a me.
<<Che gioco è?>> chiesi curiosa posando i peluche per poi guardarlo.
<<Giochiamo al dottore e alla paziente, lo sai cos'è no?>> chiese, aveva un tono di voce strano e che mi preoccupava non poco.
<<No...>> sussurrai.
<<Devi spogliarti intanto>> disse lui e io sentii un colpo al cuore, non mi sentivo affatto al sicuro in quel momento.
<<Non voglio>> dissi alzandomi.
<<Le brave bambine però lo fanno, e tu non vuoi essere una brava bambina?>> chiese lui avvicinandosi pericolosamente.
<<No!>> gli urlai contro, ero molto intelligente già da bambina, e sapevo benissimo cosa voleva fare.
<<Bastarda fai come ti dico!>> esclamò lui alzando in aria la bottiglia di vetro.
Mi colpì all'occhio, che iniziò a sanguinare sopra e sotto, perciò urlai di dolore, e prima che potesse sferrare un altro colpo, iniziai a correre verso la camera.
Lui mi corse dietro ma io feci in tempo a chiudermi a chiave.
<<Puttana ingrata esci e fai quello che ti dico!>> urlò lui mentre io continuavo a sanguinare, faceva malissimo.
Prendeva a pugni la porta, che per fortuna era abbastanza resistente, perciò ci misi una sedia davanti e poi presi il telefono che era in camera, e digitai il 911
<<911 qual è la sua emergenza?>> chiese l'altra persona.
<<Vi prego aiuto! Venite subito!>> esclamai piangendo mentre mi nascondevo sotto il letto dalla paura.
<<Che succede e dove ti trovi?>> chiese.
Io gli diedi l'indirizzo, e poi spiegai che mio padre stava cercando di sfondare la porta.
Quando ci riuscì. si sentivano già le sirene della polizia e quelle di un'ambulanza, che fecero subito irruzione in casa.
Arrestarono mio padre e poi chiamarono mia madre che si precipitò a casa, e poi mi portarono all'ospedale per sistemare la ferita.
Mi avevano detto che fortunatamente non avevo perso la vista da quell'occhio, ma la cicatrice sarebbe stata permanente.
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Levi rimase in silenzio per qualche istante, mentre io non riuscivo quasi a parlare più.
<<Quindi tuo padre ora è in prigione?>> chiese lui e io annuii, e per fortuna direi.
<<Comunque quando ti parlano della tua cicatrice, non pensare a quel bastardo. Pensa a quanto sei stata forte a far arrestare quel bastardo>> disse sorridendo per poi darmi una leggera gomitata, e io ricambiai il sorriso.
<Scusami se ieri ti ho quasi costretto a dirmi cos'hai>> affermai guardando in basso.
<<Se devo essere onesto, se avessi visto a casa tua decina di fascicoli medici, mi sarei preoccupato a morte anche io>> affermò.
<<Pfth, non mi sono preoccupata così tanto>> dissi facendo come sempre l'orgogliosa e lui sorrise.
<<Certo certo, ammettilo che mi adori>> disse avvicinando il suo viso al mio.
<<Continua a sperarci>> risposi ricambiando il sorriso, e lui mi abbracciò.
<<Però ora sono contento che ho qualcuno con cui parlare, ma allo stesso tempo qualcuno da ascoltare>> disse mettendomi le mani sulla schiena, e io lo strinsi.
In effetti sto iniziando ad affezionarmi parecchio.
<<Dai vado a vestirmi>> dissi prendendo l'uniforme scolastica per poi andare in bagno.
Uscii dal bagno, e guardando il meteo sul telefono notai che faceva parecchio freddo fuori, e non avevo nemmeno la giacca.
<<Forse avrei dovuto prendere una giacca>> dissi sbuffando.
<<Tieni>> disse Levi prendendo una felpa dal suo armadio per poi darmela.
<<Finirò per svaligiarti casa se continui a prestarmi le tue cose>> dissi dandogli una leggera gomitata.
<<Certo come no>> affermò e io indossai la felpa che poi avrei tolto a scuola.
Era bella calda, perciò non mi dispiaceva.
Certo che Levi è proprio fantastico.
Angolo atroce
ANDIAMO TUTTI A PICCHIARE IL PADRE DI T/N FORZA FORZA
COMUNQUE DAI ALMENO SEMBRA CHE ABBIANO RISOLTO
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Non mi abbandonare ❤︎︎Levi x reader❤︎︎
FanfictionNon lo so. Penso di non sapere più nulla ormai. Quello che voglio diventare, il tipo di persona che voglio essere, come devo parlare con gli altri, ma soprattutto: cosa devo provare per quel ragazzo cui unica informazione che ho è il nome e l'età?