-Capitolo 3-

591 57 306
                                    

Così diverso...

Entrai in casa, dove mia madre stava guardando la TV, e quando mi vide entrare a casa mi guardò subito malissimo, anche se ormai non mi stupivo più.

<<Bastarda perché sei tornata così tardi?!>> esclamò lei e io sapevo che dire la verità non avrebbe aiutato assolutamente a nulla.

<<Mi dispiace è che->> iniziai ma lei mi lanciò la bottiglia di vetro vuota.

Per poco non mi colpì in pieno, ma per fortuna si schiantò sul muro, macchiandolo e spargendo i cocci di vetro taglienti sul pavimento, mentre io mi ero coperta la faccia con le mani.

<<Sei una disgrazia!>> esclamò lei mentre io mi dirigevo verso la mia camera.

<<Non so perché ho deciso di avere una figlia! Perché un giorno di questi non prendi una corda e ti impicchi eh?!>> esclamò ma io mi chiusi in camera a chiave.

Non volevo piangere perché odiavo farlo, quindi decisi di stare un'oretta al telefono, dove non feci niente di che.

Quando mi alzai sentii il telefono vibrare, quindi mi incuriosii, visto che ricevevo raramente dei messaggi, perciò lo lessi.

Ciao T/N scusa se ti disturbo, ma puoi dirmi che compiti hanno dato per domani?

Heyy, scusami ma potresti mandarmi gli esercizi di grammatica? Non li ho capiti grazieee

Volevo solamente ignorare quei messaggi, ma se lo avessi fatto mi avrebbero odiato ancora di più, quindi risposi a tutti.

Mi misi a studiare visto che non avevo niente da fare, e una volta finito andai in bagno davanti allo specchio guardandomi per qualche secondo.

Passai un dito sull'orrenda cicatrice che rovinava il mio volto, e poi strinsi forte il lavandino, avrei seriamente voluto sparire.

Presi un respiro profondo, ero fatta così e non potevo farci niente, avrei dovuto imparare ad accettarmi prima o poi, per quanto possa odiare avere questa ferita.

Sentii vibrare il telefono ancora, ero già nervosa di mio, poi altri iniziano a chiedermi i compiti?! Ma perché non possono farseli da soli questi bastardi?!

Controllai, e in realtà era un numero che non avevo ancora salvato in rubrica, quindi lessi il messaggio.

???

Sei la ragazza con la cicatrice giusto?

T/N.

Ok

Aspettai che continuasse a scrivere, però non disse altro, forse stava solo memorizzando i contatti dal gruppo classe, anche se odio che mi chiami ancora "Ragazza con la cicatrice".

Il giorno dopo andai mi alzai dal letto di malavoglia, avevo voglia di imparare ovviamente, ma erano i compagni il vero inferno, era orribile.

Mia madre era tornata a casa tardi, quindi fortunatamente era in camera sua a dormire mentre io potevo tranquillamente uscire di casa senza rischiare di ricevere una bottiglia in faccia, grazie al cielo.

Presi lo zaino e uscii, salendo subito sul pullman, e iniziai a camminare verso il fondo come al solito, e Levi mi fece cenno di andare nella sua direzione, e visto che non avevo altra scelta andai, in fondo è solo un quarto d'ora.

<<Buongiorno>> rispose sorridendo tranquillo, completamente perfetto come al solito, e anche impeccabile.

<<Giorno?>> risposi titubante sedendomi, e alcuni mi guardarono male, benissimo, ora grazie a questo qui mi odieranno il doppio!

<<Oggi sono contento che alla prima ora abbiamo scienze, è una delle mie materie preferite>> rispose lui, ma cosa vuole adesso? Non può stare zitto..?

<<Certo...>> sussurrai a disagio sbrigandomi prendere le cuffiette in modo da non dover stare ad ascoltarlo, ma sfortuna vuole che non c'erano.

Lui mi mise una mano sulla guancia sfiorando la cicatrice, e io mi scostai bruscamente, ma che gli era preso?!

<<Ma che vuoi?!>> esclamai nervosa.

<<Come te la sei fatta questa?>> chiese con il solito sguardo calmo è composto, quanto mi fa innervosire questo ragazzo!

<<Non sono affari tuoi, perché non parli con qualcun altro?!>> esclamai, odiavo perdere il controllo così facilmente.

<<Ok, scusa>> rispose facendo spallucce per poi guardare dall'altra parte, un po' mi sentivo in colpa per avergli urlato.

Brava T/N, hai rovinato tutto come sempre, sei contenta adesso?

<<Mi dispiace per averti urlato>> risposi abbassando lo sguardo e lui sorrise mettendomi una mano sulla spalla.

Avrei voluto prendergli la mano e mettergliela apposto, però mi trattenni perché sennò le mie scuse sarebbero state inutili.

<<Non importa, so che le persone impazziscono quando mi vedono>> rispose facendomi l'occhiolino e io rimasi a bocca aperta, pezzo di...

<<L'importante è crederci>> sussurrai, stupido moccioso viziato.

Questo ragazzo è così strano, mi parla più o meno normalmente e non mi insulta come fanno gli altri ragazzi e le altre ragazze, anzi, cerca la mia compagnia di proposito.

Mi feci scappare un leggero sorriso involontariamente, ma non appena me ne accorsi smisi di sorridere, ma cosa penso?! Che diventeremo amici?!

No no.

<<Non mi ricordo bene dov'è la classe di scienze, mi accompagni?>> chiese lui, anche se mi sembrava più o meno una scusa.

Beh, perché no? Non posso dirgli di no in fondo, non ne avrei motivo.

Angolo atroce

CAPITOLO GIUSTO UN PÒ PIÙ CORTO, MA AMEN.

ORA COSA NE PENSATE DI LEVI E DELLA VITA DI T/N?

Non mi abbandonare ❤︎︎Levi x reader❤︎︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora