Vasca da Bagno | TanaKiyo

647 15 3
                                    


Autore: muffin12
n° parole: 2623


Vasca da bagno | TanaKiyo


Carati. Purezza. Colore. Taglio.

Le caratteristiche di un diamante erano quanto di più preciso e severo potesse esserci per determinarne l'importanza, per carpirne la bellezza.

Stupidaggini.

Un diamante era l'emblema della perfezione tanto quanto il vetro di bigiotteria, a voler essere generosi. Un paragone che le era valsa, all'epoca, l'espressione sconvolta di sua madre e la risata di cuore di suo padre.

Chiunque, dalla più tenera età, pensava che Kiyoko fosse destinata al meglio.

Un diamante grezzo che negli anni si era solo affinato, raggiungendo il giusto peso per una perfetta indossatura. Il colore più raro – fancy colour, aveva scoperto, non il trasparente che tutti credevano. Internamente puro, il più alto grado in purezza esistente. Taglio adatto alla sua essenza, che le avrebbe concesso il massimo in termini di brillantezza.

In parte, forse, era stata sedotta da quell'idea. Soggiogata dalla convinzione di poter essere qualcosa di speciale, convinta della sua unicità, le ginocchia ammaccate l'unica pecca da nascondere alla vista di chiunque.

Avevano ragione. Ma non in tutto.

Tutti si aspettavano un diamante tale e quale a lei ad accompagnarla, qualcuno che potesse esserle pari nella sua inarrivabilità, qualcuno ugualmente unico.

Ma nessuno, scoprì, riusciva a vedere appieno la bellezza dell'acquamarina.

Nemmeno lei, all'inizio. Anche se, forse, perché appannata da troppe urla e buffonate.

La sua acquamarina le aveva chiesto di sposarlo l'istante stesso in cui la vide la prima volta, incantato dalla sua presenza e stregato dal suo viso. Non gli interessava nulla di lei in quel momento, era stato un fulmine a ciel sereno scatenato solo dal suo aspetto esteriore. Glielo aveva rivelato anni dopo, imbarazzato e umiliato, ma così inaspettatamente sincero da averla stupita.

Il suo rifiuto, quel giorno, fu naturale.

Come lo furono gli altri, a proposte sempre più convinte dopo averla vista nel suo aspetto più scapigliato, più umano, più onesto. Ma era ancora un miraggio della realtà delle cose e lei lo aveva ben capito. Non gli diede seguito e la relegò come un'infatuazione temporanea: sarebbe morta nel momento in cui qualcuna più bella avesse varcato la soglia della palestra oppure, pensò amara, il vero amore.

Lei, il diamante, la perfezione, sbagliò.

Non lo conosceva come lui conosceva lei. Non lo aveva mai visto davvero al di fuori di urla esultanti e modi da teppista.

Era lei quella inadeguata. Tanaka Ryuunosuke, invece, era perfetto.

La pietra meno preziosa aveva guardato dove lei, il diamante, non aveva nemmeno provato.

Era andato oltre la sua bellezza proclamata, oltre le ginocchia rovinate di cui non si sentiva sicura, oltre i suoi silenzi e le sue occhiate dure.

Era andato oltre e le aveva fatto aprire gli occhi con una gentilezza - l'unica fino a quel momento accettata - forse anche banale, ma che rappresentò l'inizio di tutto.

E lei scoprì che amarlo era semplicissimo, lui così genuino e chiassoso. Con lui rideva come con nessun altro e si era trovata a volerlo, ad assaggiarlo, a sentirlo molto prima di quanto si aspettasse.

Haikyuu!! KINKTOBER 2022Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora