Esibizionismo | kuroken

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autrice: GReina
n. parole: 2996


Esibizionismo | kuroken


Doveva ancora vendicarsi. La bella idea che Kenma aveva avuto quando lo aveva chiamato mentre era a lavoro per fare dello sfacciato sesso telefonico risaliva a ben dodici giorni prima, ma Kuroo non aveva dimenticato. Gli aveva promesso ritorsioni ed era tempo di mantenere la parola. Ci aveva messo poco per capire cosa avrebbe fatto; di più a convincersi ad agire.
Peggio per Kenma. Non avrebbe dovuto provocarlo.
Occhio per occhio.
Lavoro per lavoro.
Tetsuro si morse il labbro con fare malandrino mentre osservava il suo compagno giocare alla Switch mentre streammava. Alcuni suoi fan (e per alcuni si intende un numero esorbitante) gli avevano chiesto di spiegare come superare un certo livello, dunque Kenma aveva avvertito Kuroo che gli occorreva qualche ora di tranquillità e si era chiuso nella stanza delle console.
Oh, ma non si era chiuso a chiave. Quello era stato il suo primo errore.
Il secondo fu non protestare quando Kuroo gli staccò il cavo della webcam, il terzo, be', probabilmente solo essere così attraente.
Il corvino gli scostò le cuffie in modo che un orecchio fosse libero, poi iniziò a baciargli il collo. Non era semplicissimo vista la forma della poltrona da gamer, la felpa che Kenma indossava e i capelli sempre più lunghi, ma certo questo non avrebbe fermato Tetsuro, né lo avrebbe fatto Kozume che si lamentava.
«Dai, Kuroo, spostati. Devo lavorare.» lo scansò via e la chat di Twitch esplose. Chi lo salutava, chi si chiedeva cosa stesse facendo, chi pregava affinché riattivassero la webcam.
"Non oggi, Kodzukenlover69", ma Tetsuro si sentiva particolarmente generoso (in realtà sadico), quindi lasciò che il microfono di Kenma continuasse a trasmettere. Se tutto andava bene, Kodzukenlover69 avrebbe potuto godersi qualche verso del suo streamer preferito.
«Sei un guastafeste, Gattino.» rispose comunque sbuffando al proprio compagno. Poi si avvicinò al microfono che Kenma aveva sulla guancia e sussurrò roco per tutti gli spettatori: «Vi odio. Lo monopolizzate troppo.»
«Non prendertela con loro.» controbatté il più piccolo. «I miei veri amanti sono i videogiochi.» Kuroo rise. Tutto ciò stava andando a parare esattamente dove voleva lui.
«Quindi è colpa dei giochi se mi dai poche attenzioni?»
«Tutta colpa loro.»
«Come faccio a farti distogliere dai giochi per concentrarti su di me?»
«Non puoi.» il corvino sbuffò.
«Va bene, allora. Immagino sia una battaglia persa.» fece per andarsene, ma in realtà si limitò a prendere il lubrificante che aveva comprato. Era uno di quelli commestibili, venduto a basso prezzo dal centrale dei Rajin perché del tutto inutile per lui ed il suo partner. Kuroo era stato scettico finché Suna Rintaro non si era spiegato meglio: "L'avevo comprato per me e lui, ma poi abbiamo usato altro". Tetsuro aveva trovato la cosa comprensibile, quindi l'aveva preso. Si riavvicinò alla poltrona del suo compagno, ma questi – preso dal gioco – parve non notarlo.
Non aveva importanza, comunque. Presto Kenma si sarebbe accorto di lui. Kuroo stirò bene il collo, si sgranchì le braccia, poi sorrise: era pronto per iniziare. Aprì il tubetto di lubrificante e se ne versò una generosa quantità sulla mano, poi si mise alle spalle del più basso e da lì, rapido, portò la propria destra ad insinuarsi sotto i pantaloni e la sinistra a tappargli la bocca. Tetsuro non dovette vederlo per sapere che gli occhi di Kenma si erano spalancati. Il suo corpo si era irrigidito di colpo, poi aveva iniziato a divincolarsi.
«Attento, Gattino. Il tuo personaggio stava quasi per morire. Sarebbe una brutta cosa per i tuoi fan, giusto?» da lì in poi comunicare sarebbe stato difficile. Ad esempio, non poteva dire apertamente a Kenma che non si sarebbe fermato, né mettere in chiaro che il modo più rapido per farlo smettere era venire entrambi. La minima allusione avrebbe potuto far bannare Kodzuken da Twitch chissà per quanto tempo, Kuroo lo sapeva e non voleva morire. Non gli rimaneva che stare attento. Doveva vendicarsi, dopotutto, e questo era il metodo migliore; il più poetico; l'unico possibile.
«I tuoi fan contano su di te, amore. Sanno che non ti fermeresti mai se dipendesse da te, ed effettivamente dipende tutto da chi ha il controllo, giusto? Come in questo momento. Sta' più attento.»
Sebbene non impossibile, sarebbe stato parecchio difficile spiegare ai fan un'altra frase come la precedente "Dai, Kuroo, spostati. Devo lavorare", dunque sperando che Kenma capisse l'antifona e non menzionasse nulla del genere, Kuroo scostò lentamente la mano che gli copriva la bocca. Il corvino attese con il cuore in gola, ma capì di potersi rilassare quando l'altro si limitò a sbuffare seccato.
«Avrei meglio il controllo se tu non continuassi a distarmi.» un ghigno nacque sulle labbra di Tetsuro, poi il suo pugno si strinse maggiormente sul membro del più piccolo.
«Ma a me piace tanto distrarti.»
«Ti contraddici da solo.» Kuroo mormorò concorde con lui.
«Solo nelle cose che non mi interessano, però.»
«I miei videogiochi non ti interessano?»
«A te il mio lavoro interessa?»
«Il tuo campo di lavoro è noioso.»
«Sai qual è il mio campo di lavoro?»
Silenzio. Poi Tetsuro rise.
«È come ho detto. Non mi dai abbastanza attenzioni.»
«Sei tu che ne chiedi troppe.» il corvino mormorò di nuovo, stavolta più rauco, sensuale, arrabbiato. Morse il collo dello streamer con leggerezza mentre la propria mano iniziava a muoversi.
«Ne chiedo il giusto. Le pretendo poco.» baciò leggiadro là dove prima aveva morso. «Ma quando le pretendo, le ottengo.» Kenma non rispose per diversi secondi. Il suo avatar agiva come se tutta l'attenzione del suo giocatore fosse rivolta a lui mentre la chat di Twitch era solo un cumulo di emoticon della fiamma.
«Devo giocare...» arrivò infine la risposta di Kozume. Il corvino sorrise direttamente sulla pelle del suo collo. Accelerò il moto del pugno che lo stringeva, su e giù, su e giù.
«Allora continua a giocare.» gli sussurrò all'orecchio. Kenma sbuffò, ma se alle orecchie di chiunque avrebbe potuto suonare infastidito, Kuroo sapeva esserci in mezzo anche un po' di eccitazione. Buttò un occhio sulla chat: emoji di fuoco, occhi a cuore, strane gocce e mani chiuse in modo allusivo si alternavano ai commenti di coloro che brancolavano nell'ignoranza più totale o che – concentrati al massimo sul gioco – si limitavano a porre domande che restavano ignorate. Il corvino ne lesse anche un paio che lodavano la sua voce sexy, altri che si chiedevano come facesse Kenma a resistergli ed altri ancora che pregavano Kuroo di smetterla perché avevano bisogno di Kodzuken al massimo o che gli facevano notare che non era per le loro smancerie che lo streamer veniva seguito. Be', l'avatar di Kenma era ancora vivo e vegeto all'interno del videogioco, quindi Tetsuro non capiva il problema. Appoggiò una guancia a quella del più basso, poi gli spinse il volto leggermente di lato, verso il monitor di sinistra.
«Guarda quanta gente. Amano davvero vederti giocare. Mi chiedo se sentire la tua voce gli faccia lo stesso effetto.»
Arrivarono commenti che confermavano che le sue spiegazioni erano tra le migliori perché chiare e semplici, altri che ammettevano di seguirlo molto spesso senza audio, ed infine tutti quelli che sapevano. A quanto pare nessuno voleva che Kodzuken venisse bannato, però, perché di nuovo quest'ultimi limitarono le proprie interazioni a emoticon discutibili.
Il volto di Kenma rimase fisso su quella chat per diverso tempo, le dita che correvano rapide sul joystick neanche avesse un altro paio di occhi con cui controllare l'avatar.
Si limitò a deglutire, poi si morse il labbro.
Cazzo. Non lo avrebbe cacciato. Era stata la chat a convincerlo definitivamente? Qualche commento? Oppure...
Il pene di Kuroo sussultò. Non credeva che essere ascoltati da così tante persone potesse essere eccitante. Strinse il pugno, poi lo mosse su e giù; il lubrificante che gli facilitava il lavoro. Kenma non emise un suono, ma il suo fiato cambiò: mancò un battito e poi accelerò di colpo. Tetsuro la prese come una vittoria, ma se il primo livello era stato appena superato, la partita era ancora lungi dal concludersi.
Con la sinistra Kuroo gli sollevò la felpa. Kenma provò ad afferrarne l'orlo con i denti, ma l'altro non glielo permise: non avrebbe avuto un bavaglio ad aiutarlo.
Si mise a giocare con i suoi capezzoli. Ne pizzicò uno, poi l'altro, finché entrambi non furono arrossati a dovere e ben sporgenti. Kuroo ne aveva una chiara visione dalla posizione in cui si trovava, ma non poterli mordere lo stava infastidendo. Mollò la presa, dunque, ed il più piccolo emise il primo gemito. Fu talmente lieve che Tetsuro pensò di esserselo immaginato. Guardò Kenma e le sue guance rosse gli confermarono che aveva sentito bene. Poi i suoi occhi corsero alla chat.
Niente. Poteva essere sembrato un'intermittenza del microfono o un alito di vento entrato dalla finestra, ma non aveva importanza: avevano appena cominciato. Kuroo afferrò lo schienale della sedia scorrevole e la tirò leggermente indietro, infine la aggirò e vi ci si inginocchiò di fronte. Guardò Kenma dal basso in alto con un sorriso, lui ricambiò con rabbia, frustrazione, eccitazione ed attesa. Tetsuro poté leggervi tutto questo ed il suo ghigno si ampliò. Gli fece un occhiolino, poi tornò a sollevargli la felpa con una mano e ad abbassargli i pantaloni della tuta con l'altra. Kenma sollevò il bacino per agevolargli la manovra.
"Cazzo." non poteva fare a meno di imprecare mentalmente Kuroo. Il suo compagno non era tanto remissivo neanche quando erano a letto a porte chiuse. Di nuovo si chiese se l'idea di avere degli spettatori lo eccitasse, e di nuovo quel pensiero gli fece fremere le parti più intime.
Presto, pene, buco e capezzoli di Kenma furono liberi. Tetsuro li guardò con lussuria e devozione prima di afferrare la lunghezza dello streamer con la mano e lambire a turno i suoi capezzoli con la lingua. Si concentrò su entrambi: pelle sempre più tesa nel suo pugno, madida di lubrificante, corpo duro contro la sua mano. Vi giocò con pazienza, facendolo bagnare sempre di più mentre cresceva, stimolando la punta con il pollice, facendo pressione sulla fessura. E poi c'erano i capezzoli: consistenza morbida contro le sue labbra, superficie elastica, buona da tirare, ruvida al centro, liscia nel contorno. Un parco dei divertimenti per la sua lingua avida, curiosa, che percorse ogni sentiero dell'uno e dell'altro dando loro attenzioni gemelle. Succhiò, infine, e se smise fu solo perché da Kenma arrivò un altro suono. Sollevò il capo e lo vide strizzare gli occhi, quasi si rendesse conto solo in quel momento di cosa il microfono poteva aver captato. Arrancò per qualche attimo, il viso rosso ed il fiatone che non accennavano a diminuire, infine ripiegò dicendo ai suoi fan che aveva fatto un errore, tornò indietro con il proprio avatar e li mise in guardia dal non imitarlo. Kuroo non sapeva cosa stesse accadendo nello schermo, ma la voce di Kodzuken – nonché il suo viso – non lasciavano molti dubbi sulla reale motivazione di quel suo verso. Tetsuro sorrise soddisfatto, poi tornò ad occuparsi di ciò che aveva sotto il naso.
Gli accarezzò il busto, poi i fianchi. Vi passò leggiadro le unghie facendo esplodere il corpo di Kenma in mille brividi. Poi lo afferrò più saldo, guidando i fianchi in alto dove rimasero affinché le mani di Tetsuro avessero un più libero accesso alle sue natiche. Le accarezzò e massaggiò, stringendole forte, schiaffeggiandole, persino.
Silenzio. Nessun suono. Solo tasti di joystick premuti con regolarità e ronzii vari provenienti dai diversi monitor. Kuroo non aveva fretta e – così come gli ultimi due – sapeva che perseverando avrebbe ottenuto i gemiti che bramava.
Le sue mani abbandonarono il corpo di Kenma giusto il tempo di ricaricarsi di lubrificante. I fianchi del più piccolo rimasero alti, in posizione, i suoi occhi dorati abbandonarono lo schermo per fissarsi su di lui. Il corvino sorrise ancora.
«Perché non guardi la chat, Gattino? Ogni tanto dovresti controllare se ti fanno domande specifiche.» le sue pupille si dilatarono, le sue guance aumentarono gradazione, il suo fiato si fece più corto.
«Giusto...» rispose con voce incerta, vibrante, eccitata. Dunque i suoi occhi si spostarono verso lo schermo di sinistra ed il suo membro sussultò.
"Cazzo." pensò di nuovo Kuroo.
«Cazzo...» sussurrò, non riuscendo più a trattenersi. A questo punto non c'erano più dubbi.
Tetsuro deglutì, chiuse il tubetto di lubrificante e tornò all'opera riavvicinando le mani al corpo del suo compagno. Kenma sollevò i fianchi ancora di più, la sua supplica – nonostante l'assoluto silenzio – fu più forte che mai. Il corvino gli afferrò nuovamente le natiche, poi con due dita gli accarezzò la fessura. Massaggiò il suo ingresso; il cerchietto di muscoli che tentava di rilassarsi per conto proprio. Kuroo si chiese a quando risalisse l'ultima volta in cui Kenma era stato tanto voglioso e capì che la risposta era con tutta probabilità proprio il giorno in cui l'aveva chiamato mentre era a lavoro. Anche lì era stato difficile non farsi beccare. Kenma sapeva in quanti lavorassero con Kuroo, sapeva che l'unico ostacolo tra loro e la vista della sua erezione era una misera porta chiusa e delle pareti sottili. Il corvino non capì appieno come quella rivelazione lo fece sentire, solo che il proprio membro si indurì, il proprio pugno corse al pene dell'altro e le proprie dita provarono a entrare di prepotenza là dove prima volevano solo massaggiare con calma.
Era eccitato. Tanto. E così era Kenma.
Premette più a fondo le due dita, lottando contro le pareti strette del corpo di Kozume e sperando di potergli strappare quei famosi gemiti.
Non ci riuscì, ma i fianchi dello streamer si mossero. Su e giù, su e giù, mentre la sua mano spingeva nel senso opposto: giù e su, giù e su.
Era sublime. Kenma era sublime.
La presa intorno al suo membro si fece sempre più vischiosa, l'odore sempre più saturo di sesso. Tetsuro vi avvicinò il naso ed ispirò forte. Eccitazione pura. Sollevò lo sguardo sul viso di Kenma: labbra intrappolate tra i denti, occhi lucidi, guance rigate. Eppure continuava a tacere o a usare la voce per spiegare ai propri fan come comportarsi durante il gioco. Il tono impercettibilmente insicuro ma fermo. A Kuroo non andava bene. Arricciò le dita e l'altro emise un acuto mentre parlava.
Bene.
Si sgranchì la gola e continuò come se niente fosse. Era bravo.
Andò di mano su e giù, di dita giù e su, finché i suoi pantaloni non si fecero troppo stretti. Abbandonò il membro di Kenma per favorire il proprio. Si sbottonò i pantaloni e corse immediatamente sotto l'intimo. Il più basso si lamentò strusciando il proprio piede tra le gambe di Kuroo, che rise.
"Prepotente." pensò, ma continuò imperterrito a riservare la mano destra per se stesso perché per Kozume aveva altri piani: si sporse in avanti e lo prese in bocca. Il corpo del più piccolo si inarcò.
«Kuroo...!» il corvino si pietrificò. Non c'era modo di spiegare ai fan questo ansimo tanto evidente, ed infatti Kenma non lo fece. Si sgranchì nuovamente la gola e ai suoi fan disse solo un placido "scusate..." prima di riprendere a giocare. Il corvino dovette restare fermo ancora per un paio di secondi: il fiato trattenuto, il pugno ferreo sul proprio pene per evitare che eiaculasse. Poi riprese a muoversi, torcendo la lingua lungo l'asta di Kenma, giocando con la punta, insinuandosi nella fessura, ed ancora arricciando le dita nella sua entrata, sforbiciando, penetrando.
Kenma forse era difficile, non poteva gemere, ma lui sì. Se le parole erano pericolose, infatti, i mormorii di certo non sarebbero stati captati dal microfono. Dunque iniziò. Un ansimo, un gemito, e poi di nuovo. Vibrazioni mirate ad arte per cullare l'erezione di Kenma e per mettere quest'ultimo in crisi; mormorii emessi proprio mentre le dita colpivano la prostata del più piccolo; giochi di sola lingua quando la mascella di Kuroo chiedeva tregua senza volerne dare a Kenma.
Fiato grosso. Sì di Kuroo, ma soprattutto di Kenma. Le sue labbra erano martoriate. Gonfie, rosse, uniche vittime possibili di un uomo disperato. Abbandonò il joystick con una mano per afferrarsi la felpa e portarla in alto, verso i denti, ma Tetsuro fu rapido. Abbandonò le sue natiche per afferrargli il polso, poi si limitò a guardarlo.
"Se non lasci la felpa e non avrò abbastanza mani per occuparmi di te."
Kenma sembrò leggergli quel pensiero in fronte. Gemette disperato, ancora abbastanza lieve da sembrare dovuto al gioco ma abbastanza forte da far eccitare Kuroo.
Gli liberò il polso, aspettò che Kenma tornasse a giocare e poi riprese da dove si era interrotto. Tre dita scivolarono con facilità dentro di lui e lo stesso fece il pene di Kozume nella sua bocca. Su, giù; giù, su. Il fiato di entrambi che cresceva; spinte di pugno, dita e bocca sempre più rapide. Kuroo era così vicino, adesso, da fare male. Mormorò e mormorò ancora per soddisfazione personale, per disperazione personale. Si lamentava, gli piaceva; soffriva, godeva. Mormorò e mormorò ma sentiva bene Kenma ansimare e lo sentiva giustificarsi.
"Sta scadendo il tempo." diceva. "Voglio arrivare al punto di salvataggio in novanta secondi per soddisfazione personale, ma voi non dovete per forza." spiegava accavallando le parole.
Su e giù, giù e su, mentre i tasti del joystick venivano pigiati sempre più velocemente, sempre più forte tanto era la foga di arrivare.
Vibrazioni di bocca, arricciamento di dita. Kuroo stava portando Kenma al limite portando al limite se stesso.
«Ecco...! Ecco!!» sentì urlare più forte Kenma. «Ci sono!» impossibile dire con chi stesse parlando. Cliccò salva, gettò il joystick sulla scrivania e si tappò forte la bocca mentre riversava tutta la propria eccitazione in quella di Tetsuro. I fianchi scattarono balbettando verso di lui, il suo cerchietto di muscoli pulsò intorno alle sue dita, e Kuroo venne. Fu bellissimo, liberatorio, e sapeva che Kenma non l'avrebbe biasimato per aver sporcato la sua poltrona. In effetti, se aveva avuto dubbi su quale sarebbe stata la sua reazione una volta concluso tutto, adesso sapeva che non l'avrebbe biasimato per nulla di tutto quello.

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Buon compleanno, Kenma!

Haikyuu!! KINKTOBER 2022Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora