Piercing | KyouHaba

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Autore: muffin12
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Piercing | KyouHaba


Non era facile capire sé stessi, in quella cittadina.

Scavarsi dentro, cercare delle conferme, orientarsi in tutto quel mare di insicurezze di cui l'adolescenza era solo la punta dell'iceberg. No, non lo era per niente.

Miyagi era una geografia come tante, in Giappone. Cemento e asfalto che tentavano di imporsi, allargandosi a fatica in un mare di natura che la faceva da padrona. Ci si poteva immergere in negozi, scuole, edifici, ma non ci si poteva mai dimenticare che, a soli cinque minuti, si era circondati da campi e montagne, nel sempiterno promemoria della lontananza dalle vere grandi città, a vivere di industria e modernità.

Sendai era la bandiera di Miyagi e Yahaba la guardava dal basso, da qualche parte nel mezzo dell'asta che la sorreggeva.

E gli andava bene.

Finché non sbatté al muro un cane rabbioso col solo scopo di zittirlo dalle stronzate che vomitava ininterrottamente da anni.

Ricordava ancora quello sguardo truce, il kajal sotto gli occhi - completamente inutile durante una partita -, ad evidenziare una cattiveria inesistente e di cui non interessava nulla a nessuno. Bande nere su capelli biondi tinti e due spalle che sembravano pronte a sorreggere il mondo, potenza a malapena trattenuta ed intelligenza di squadra sorta solo dopo un ringhio più aggressivo.

Lo aveva odiato.

Lo aveva guardato.

Lo aveva sentito, labbra docili contro i suoi denti famelici, dita curiose verso le sue più aggressive, parole trattenute da entrambe le parti.

Era stata una scoperta strana, quella di trovare Kyoutani attraente. Come lo fu scoprire la sua vera personalità, così stridente con l'aspetto che voleva mostrare.

Così, quando lo vide guardare foto di piercing e tatuaggi, non riuscì a fermarsi dal prenderlo in giro. "Cosa c'è, vuoi completare l'immagine da teppista?" Lo vide aggrottare le sopracciglia e sorrise, chinandosi per baciargli il lato del collo. "Non basta la personalità di merda?"

"Sta' zitto." Brontolò, chiudendo il browser stizzito e spegnendo il cellulare. La sua cameretta ritornò buia e Kyoutani si spostò dal letto, alzandosi per prendere la borsa di scuola. "Non farei nulla comunque, non potrei giocare altrimenti." E se ne andò, lasciandolo a ridacchiare in una stanza vuota.

Non pensò alle sue parole se non mesi dopo, quando lo vide uscire da quella cittadina per giocare in una squadra professionale della V. League, in terza divisione. La solitudine provata in quel momento era troppo forte per poter essere capita pienamente.

Lo guardò prendere la valigia, salire sul treno e lasciarlo lì, sulla banchina, mani nelle tasche e la consapevolezza di dover ricominciare da capo.

Non stavano insieme. Non lo erano mai stati.

Si erano divertiti ogni tanto, ma non volevano nulla di ufficiale. Troppe pressioni, forse, o troppa stupidità.

Decidere di forarsi fu l'idea di un secondo. Fu veloce a prenotare un appuntamento in un negozio rinomato nel Sendai ed acquistare un biglietto di andata e ritorno.

Il dolore istantaneo dell'ago che lo trafiggeva era niente rispetto al rimpianto che sentiva dentro. Il metallo nella sua pelle - nervi sensibili attorno a una barra rigida - lo faceva sentire vicino a qualcuno che avrebbe potuto essere quello per lui in un modo che non credeva possibile, dannandosi per quel sentimento che non voleva andarsene.

Haikyuu!! KINKTOBER 2022Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora