Masturbazione | IwaOi

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Autore: muffin12
n° parole: 2102


Masturbazione | IwaOi


Il suo viso era lì, bello come lo ricordava – forse di più, in realtà.

Riempiva quasi del tutto la copertina di quella rivista che gli aveva spedito ormai almeno due mesi prima e che era arrivata giusto quella mattina, così fiero di essere entrato nel San Juan quando in Giappone non era riuscito nemmeno a farsi notare. Sfortuna, più che mancanza di bravura, perché Oikawa era l'essenza stessa della pallavolo e dell'impegno e vivere giocando era impresso a fuoco nella sua vita.

Quell'immagine ne era la dimostrazione.

Era tagliata, un pezzo del suo capo sacrificato per dare il giusto risalto alla sua espressione di soddisfatta compiacenza e alle gradazioni del blu della divisa, accenti rossi fulminei che spezzavano le sfumature in un contrasto forte e deciso.

Gli stava da Dio.

Iwaizumi passò le dita sul quel sorriso sfrontato, tastando il lucido artificiale invece della sua pelle sensibile, morbida e screpolata a tratti lì dove aveva dimenticato di passare il burrocacao. Tracciò la forma non del tutto arcuata, tirata di sfida e gonfia di sicurezza, riuscendo quasi a sentire il respiro umido sui polpastrelli, la punta della lingua che incuriosiva ma non avanzava, lasciandolo infastidito e voglioso di altro.

Ti piace Iwa-chan?

Chiuse gli occhi, inspirando piano.

Vedeva il lampo bianco dei suoi denti impressi dietro le palpebre, dritti e aguzzi, incisivi contro la sua pelle e canini a mostrarsi sfacciati, il chiaro preludio di quello che lo avrebbe aspettato. Poteva scorgere le labbra unite a baciagli le dita, lente e bagnate, troppo morbide per poter passare da provocatrici ma abbastanza umide da fargli leggere le sue intenzioni.

Vuoi che ti baci?

Lo voleva. Lo voleva con tutto sé stesso.

Se si concentrava, riusciva ad avvertire l'odore delicato del suo balsamo, aloe vera e avocado e chissà quale altra diavoleria, quello che rendeva i suoi capelli morbidi e folti, fili lisci acconciati in modo tale da poter essere afferrati, da stringere tra le dita per tirargli il capo indietro, il collo esposto e quegli occhi che vedevano tutto liberi da coperture.

Ti manco.

Come la pallavolo dopo la domenica di riposo, il bruciore delle cosce attenuato e il bisogno fisico di dover toccare la palla, tracciarne le cuciture, ammirarne i colori sgargianti in confronto a quello tenue e delicato della mano.

Come l'aria dopo minuti di apnea, i polmoni che andavano a fuoco e la morsa nel petto che stringeva, stringeva, stringeva, gli occhi che lacrimavano e il battito del cuore incessante, a rimbombare nelle orecchie con tonfi sempre più rapidi a scandire il tempo che lo avrebbe trascinato verso la fine.

Toccami.

Iwaizumi aprì gli occhi di scatto, il respiro forte e i pantaloni troppo stretti.

E Oikawa era lì, a sogghignare compiaciuto su una rivista di pallavolo, guardandolo rosso e scomposto nella sua posizione artificiale e godendo del suo stato imbarazzante.

Aprì il giornale, incespicando con dita agitate fino all'articolo che lo riguardava – errore.

Strisce di fitta scrittura e immagini, immagini, immagini.

Oikawa che parlava con i suoi compagni.

Oikawa nella foto di gruppo.

Oikawa che si asciugava il sudore alzandosi la maglia.

Haikyuu!! KINKTOBER 2022Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora