Face Fucking | YakuLev

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autrice: GReina
n. parole: 2418


Face Fucking | yakulev


«Morisuke!!» Yaku osservò Lev correre da lui. Aveva un bellissimo sorriso in volto, gli occhi brillanti nonostante non vi fosse alcun lampione vicino ad illuminarli. Era in abiti casual, eleganti ma che per gli standard del modello equivalevano quasi ad una tuta da casa; i suoi capelli erano ancora ingellati e resi perfetti dall'acconciatura che gli era stata fatta per lo shooting che aveva appena concluso dopo ore; i pantaloni a sigaretta gli fasciavano le cosce in maniera divina; il maglione a collo alto faceva venire a Yaku voglia di strapparglielo a forza per marcargli la pelle con quanti più succhiotti potesse ospitare; il cappotto di camoscio tentava e falliva di nascondergli le curve perfette. Il pallavolista era indeciso se esserne contento oppure no. Anche sotto un cappotto informe, d'altronde, chiunque avrebbe capito celarsi un corpo perfetto, e quello non andava bene.
«Morisuke...?» Lev l'aveva appena raggiunto, il suo sorriso che esitava. Se il castano era solito rispondere all'impeto del più alto sorridendo a sua volta e con le braccia aperte, quel giorno i suoi arti erano serrati, la mascella contratta. L'umore di Haiba si afflosciò, le sue spalle pure.
«Che cosa ho fatto, adesso?» e Yaku avrebbe voluto ridere, perché Lev era davvero adorabile! Spesso infantile, a volte inaffidabile, ma per il resto del tempo era oro puro che mai avrebbe dovuto dubitare di se stesso. Il suo compagno lo trattava bene. Era premuroso, fedele e divertente. Non lo faceva mai annoiare, anticipava le sue voglie e i suoi bisogni. Era perfetto.
Ma...
«Chi era quella?» gli bastò fare un cenno verso l'edificio che Lev si era appena lasciato alle spalle affinché lui capisse. Si portò una mano alla nuca prima di arrossire.
Non doveva rispondere, non davvero. Sapevano entrambi che Yaku conosceva la risposta, eppure l'imbarazzo di Haiba restava. Di nuovo: era adorabile!
«Non mi piace come ti guardava.»
«C-Come mi guardava?» forse altri avrebbero potuto pensare che Lev stesse facendo finta di non vedere, ma Morisuke sapeva non essere così. Il modello – il suo modello – era bellissimo e lo sapeva, solo che non capiva che effetto questo facesse alle persone.
«Ti spogliava con gli occhi. Ti voleva nudo sulla sua faccia.» il volto di Lev divenne scarlatto.
«M-M-M-»
Adorabile.
Bastava che Yaku parlasse per un attimo in modo più esplicito affinché Lev entrasse nel panico. Questo il libero lo sapeva; questo il libero lo adorava.
Stava provando a balbettare il suo nome, probabilmente... Morisuke non ne era sicuro. Invece, era sicuro del fatto di volersi togliere dalla mente l'immagine della modella con la quale Lev aveva scattato fino a poco prima che se la faceva con il suo uomo. Era un'immagine mentale e tale sarebbe rimasta, questo Yaku lo sapeva, ma fare a Lev tutto quello che lei poteva solo sognare di fargli nella propria testa lo eccitava come poche altre cose riuscivano a fare.
Il pallavolista si avvicinò al proprio ragazzo che continuando ad aumentare la propria gradazione di rosso in viso smise di balbettare per gelarsi completamente. Il castano lo raggiunse, lo afferrò per i vestiti e lo spinse ad abbassarsi.
«Ti stava un po' troppo vicina o sbaglio?»
«I-Il fotografo le ha d-detto dove mettersi.» Yaku inasprì l'espressione e premette affinché Lev si avvicinasse a lui ancora un po'. Il più alto stava letteralmente fumando, adesso; se per la paura, l'eccitazione o l'imbarazzo il pallavolista non lo sapeva, men che meno gli interessava.
«Mi stai rispondendo?» Lev spalancò gli occhi.
«No, Morisuke!» quasi urlò con voce stridula. Il libero ghignò malvagio.
«Stasera sarò Yaku-san, per te. Ci siamo intesi?» disse autoritario perdendo per sempre il proprio ragazzo per autocombustione.

Tornarono a casa in fretta: Yaku che sfrecciava al volante della sua berlina per le strade di Mosca, Lev che si aggrappava con fin troppa forza al bordo del sedile imbottito pregando tutti gli dèi esistenti affinché non si schiantassero. Il pallavolista avrebbe potuto giurare che l'altro avesse trattenuto il respiro per l'intero tragitto, ed infatti una volta a destinazione aveva il fiatone. Morisuke parcheggiò con facilità al posto assegnato per quella macchina, poi scese dalla vettura e la aggirò per raggiungere Lev.
«Cosa vuoi che faccia, M—Yaku-san?» gli chiese questi un attimo prima che il più basso lo afferrasse per la nuca per spingerselo sulle labbra.
«Non devi fare niente. Assolutamente niente.» gli rispose. Il tono arrabbiato che non ne voleva saperne di andare via, non prima di essersi sfogato, comunque.
Yaku unì le loro labbra una seconda volta, mordendo e succhiando con avidità quelle dell'altro che invece – fedele al suo ordine di poco prima – rimase fermo limitandosi appena ad assecondare il suo impeto.
Morisuke mormorò soddisfatto, entrò in casa e trascinò Lev in camera da letto spingendolo verso il materasso affinché ci cadesse sopra, infine lo raggiunse mettendosi a cavalcioni sul suo corpo.
«Yaku-san?» il libero sapeva perché Haiba sembrava avere quell'espressione sperduta. Non era la prima volta che si lasciavano trasportare dalla libido sfociando nel passionale più del solito, ma anche in quelle occasioni Morisuke aveva sempre fatto in modo che Lev conoscesse la sua mossa successiva prima che effettivamente la facesse. Si intenerì ai suoi occhi confusi, dunque sorrise dolce e baciandolo di nuovo – placido – gli disse:
«Ho intenzione di usare la tua faccia, amore.» e ci mise tutto l'affetto possibile nel dirlo. «Mi siederò sopra di te e ti cavalcherò fino a venire. Ora hai capito?» il suono della deglutizione di Lev fu assordante nel silenzio improvviso che era sceso nella camera da letto. Yaku attese, poi Lev annuì e lui sorrise.
«Bene.» affermò. Poi iniziò a spogliare entrambi.
I fianchi di Yaku vennero accarezzati, una volta nudi; le sue natiche afferrate e spinte in alto in un chiaro invito a sistemarsi dove entrambi le volevano. Il libero rise nel notare quanto anche a Lev stuzzicasse l'idea che lui si era creato in testa.
«Impaziente?» non si aspettava veramente una risposta, ma fu mille volte grato a Lev per avergliela data ugualmente:
«Sì, Yaku-san!» il suo corpo venne attraversato da mille brividi che si depositarono sui lombi. Il suo cuore fece una capriola, il respiro gli venne mozzato. Accarezzò il viso di Lev in pura estasi, il suo pene ancora morbido solo a pochi centimetri dalle labbra dell'altro.
Passò una mano tra i suoi capelli argentati, ne afferrò una manciata e posizionò il volto dell'altro dove voleva, poi si fece avanti.
Lev gemette impaziente quando il membro di Morisuke toccò le sue labbra; allungò il collo per raggiungerlo, ma ferrando la stretta sui suoi capelli il più basso glielo impedì. Fece in modo che il capo di Haiba tornasse sul cuscino, poi si portò il dito indice davanti al naso e prese a scoccare la lingua: "Ts-ts-ts" scosse il dito a destra e a sinistra.
«Devi stare fermo, piccolo. Ho detto che voglio usarti, ricordi?» con ancora i capelli tirati, Lev non poté fare altro che accennare di sì con il capo, ma per Yaku fu sufficiente. Mollò la presa, si posizionò meglio e prese ad accarezzarsi.
I gemiti frustrati di Lev erano miele per le sue orecchie, i suoi occhi che seguivano ogni più piccolo movimento della sua mano oro allo stato puro. Masturbarsi non era così facile senza lubrificante, ma usarlo adesso e poi costringere Lev ad assaggiarlo sarebbe stato crudele, quindi – accelerando le cose come non avrebbe voluto – Yaku portò tre dita al mento di Haiba ed afferrandolo ordinò:
«Apri.» l'altro lo fece subito, quindi Morisuke sorrise e lo accarezzò contento prima di afferrarsi e spingersi dentro di lui. Chiuse gli occhi. La bocca di Lev era calda ed accogliente, lingua morbida contro palato ruvido. Avanzò crogiolandosi in quella meravigliosa contraddizione, avanzò ignorando il primo singulto di Lev ma non il secondo. Si fece indietro fino a tirarsi fuori per dare modo all'altro di riprendere fiato; osservò il suo viso, attese qualche secondo; Lev ingoiò la saliva in eccesso, poi sporse in avanti il collo. Morisuke sorrise con sfida, poi sollevò un sopracciglio ed attese che Haiba ci arrivasse da solo. Non appena lo fece, i suoi occhi si spalancarono e la sua testa tornò sul cuscino.
«Bravo il mio ragazzo.» Yaku adorava quanto quelle lusinghe piacessero a quel gigante che si ritrovava come compagno ma non l'avrebbe mai ammesso.
Si afferrò ancora una volta e di nuovo si guidò nella bocca di Lev. Tenne aperti gli occhi, questa volta; perdendosi in quelli di Lev ed eccitandosi alla vista del suo pene che spariva tra le labbra del modello più bello che la Russia avesse mai visto.
La gola di Haiba ebbe un nuovo singulto, ma afferrandogli le natiche Lev rese chiaro il suo volere che Yaku non si ritirasse. Il più basso lo studiò a fondo per capire se potesse sopportarlo davvero, ma presto la gola del modello si adattò all'intrusione prima pulsando e poi rilassandosi. Morisuke sospirò forte.
«Cazzo...» non si riuscì a trattenere, poi si fece indietro per spingere di nuovo avanti. Lo fece una volta, due, tre. Pensava non potesse esserci niente di meglio ma si sbagliava, perché Lev lo conosceva e sapeva bene come farlo impazzire.
Succhiò forte, all'improvviso; arricciò la lingua, gli avviluppò il pene; gli strinse le natiche, poi premette un dito tra di esse. Yaku vide le stelle. Chiuse gli occhi e spinse più forte. Il bacino che non rispondeva quasi più, i colpi di tosse di Lev solo un mezzo per sentire la sua gola pulsare intorno alla sua erezione sempre più dura.
«Lev. Lev. Lev! Cazzo. Lev.» non riusciva a smettere di pronunciare ad ogni spinta il suo nome; tre lettere alternate ad ansimi obbligati per non soffocare. Quando tornò con gli occhi sul volto del suo ragazzo, lo trovò arrossito, bagnato di lacrime e bava, eppure più bello che mai. Si morse il labbro a forza, tanto quasi da sentire il sapore del sangue. Doveva fermarsi se non voleva che Haiba stesse male; doveva fermarsi se non voleva che per lui fosse un'esperienza spiacevole. Eppure era così bello stare dentro di lui! La sua lingua continuava a contorcersi, la sua bocca a succhiare. Non avrebbe continuato a farlo se fosse stato in difficoltà, giusto?
Spalancò occhi e bocca non appena il suo glande toccò il fondo della gola di Lev. Lo rifece una volta, poi un'altra, e fu solo accumulando quanta più forza di volontà avesse in corpo che riuscì a tirarsi fuori da quel giardino dell'Eden.
Lev iniziò a tossire immediatamente non appena fu libero ed entrambi – poi – a respirare affannosamente.
La faccia del modello era un disastro, strisce di liquido preseminale a macchiargli naso, labbra e mento. Era bellissimo e Yaku dovette mordersi il labbro una seconda volta pur di non baciarlo. Invece, continuò ad accarezzarsi, il lubrificante ormai quanto di più distante fosse da qualcosa di utile.
«Yaku-san...» la voce di Lev era visibilmente arrochita dall'ultima volta che aveva parlato, ma quello faceva parte del fascino.
«Stai andando benissimo, piccolo.» lo lodò, e gli occhi di Haiba si illuminarono. Yaku lo vide lottare contro l'istinto di sollevare il collo un'altra volta. Il libero sorrise, poi lo accarezzò con gentilezza.
«Così bravo...» lo baciò in fronte, poi avanzò con le ginocchia in modo tale che la propria entrata fosse a portata di lingua. Stava per calarsi sul volto di Lev quando questi parlò:
«Yaku-san?»
«Mh?»
«Posso toccarmi, Yaku-san?» il pallavolista spalancò gli occhi, poi voltò il capo. Le mani di Lev erano strette intorno alle lenzuola, le sue gambe rigide, le dita dei piedi contratte ed il pene pericolosamente duro e gocciolante.
"Merda." fu l'unica cosa che Morisuke riuscì a pensare, poi non poté più controllarsi, si fece indietro, raggiuse il ventre di Lev con le gambe e calò il capo verso quello dell'altro per baciarlo voracemente. Le sue labbra erano salate e viscide; le morse e leccò, poi afferrò il suo viso con entrambe le mani e disse:
«Sei meraviglioso.» aveva detto di volerlo usare e così Lev aveva lasciato che facesse. Non immaginava fino a quel punto, però.
«Sì, piccolo. Sì, puoi toccarti.» non voleva perdersi quello spettacolo. Si voltò, poi riportò le proprie gambe ai lati del capo di Lev e lì, finalmente, si calò.
Gemette forte, chiudendo gli occhi in estasi e afferrandosi con forza l'erezione quando la lingua del suo compagno lo raggiunse all'entrata circondandola prima e penetrandola poi. Con la mano libera Yaku tentò di rendersi più accessibile, così fece Lev con la sua, mentre entrambi l'altra l'avevano impegnata a darsi piacere da soli.
Morisuke si perse nel movimento della destra di Lev, il rumore di bagnato su pelle che gli intasava le orecchie, i propri gemiti che si mescolavano a quelli di Haiba mentre gli mangiava l'entrata.
«Cazzo...» ansimò. «Lev. Mh!» iniziò ad andare incontro alla lingua del più alto, si scopò sulla sua faccia mentre ammirava il corpo senza volto del suo ragazzo che si dava piacere da solo.
«Merda! Merda!» una nuova imprecazione ad ogni spinta, un nuovo gemito ad ogni passo verso la vetta. Era così vicino adesso da fare male, il suo pene tanto bagnato e scivoloso da essere indecente. Premette un pollice sulla punta e sfregò in fretta, sempre più in fretta! Finché la lingua di Lev non arrivò a fare lo stesso movimento. Yaku spalancò gli occhi, il suo buco si contrasse prima di allargarsi di più, i suoi gemiti raddoppiarono e Lev seppe di dover andare avanti così.
«Sì.» incoraggiò. «Sì! Sì!! Lev!» fu l'ultimo urlo prima di chinarsi, afferrare le natiche di Haiba e spingerle in alto affinché anche lui potesse raggiungere le sue parti intime. Gli afferrò il membro sottraendolo alla sua mano, lo guidò all'interno della sua bocca e succhiò, succhiò forte e con passione. Succhiò mentre il proprio pene schizzava sperma tra i corpi di entrambi, il suo ano iniziava a pulsare e la sua gola ad accogliere l'estasi dell'altro. Mormorò soddisfatto alla calda sensazione dello sperma di Lev, prova della sua attrazione, prova della sua appartenenza. Ingoiò avido, poi leccò per bene l'asta prima di allontanandosene piano.
Sentì gli ansimi soddisfatti di Lev, si crogiolò nello stato in cui lo aveva appena ridotto, poi si voltò e reclamò le sue labbra.
«Morisuke...» lo chiamò piano. Lui sorrise e fece le fusa. La bestia era stata saziata, adesso il suo nome di battesimo poteva tornare.
«Domani chiederò al capo di rimettermi in coppia con la collega di oggi.» lo disse sorridendo, lo disse felice. Yaku rise.
«Provaci. Vedrai cosa ti faccio.» avrebbe dovuto essere una minaccia. Allora perché sembrava tanto essere il contrario?


Su questo capitolo non ho ancora fatto nessun disegno, ma ho intenzione piano piano di disegnare tutti i prompt del kinktober, quindi seguitemi su Twitter! (nickname: @malaka_nsfw)

Haikyuu!! KINKTOBER 2022Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora