Lingerie | UshiTen

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Autore: muffin12
n° parole: 2537


Lingerie | UshiTen


Era glorioso.

Pelle dorata tirata a formare cuscini pieni, sodi, muscolosi, addolciti da mezzelune in pizzo bianco che li abbracciavano amorevoli e generose. Sotto, cosce spesse svettavano fiere, orgogliose e vanitose, consapevoli della loro forza e bellezza. Sopra, invece, un arco che aveva visto troppe volte, linea decisa durante una schiacciata meravigliosa e nudo, agognante, a spingere e chiedere, curva stretta e morbida insieme a delineare il percorso ad una schiena possente dalle braccia dominanti, spalle enormi e sicure, perfette per aggrapparsi e affidarsi.

Un Dio.

Tendou conosceva quel corpo.

Lo ammirava da tempo, ormai. In campo, dal vivo e in televisione, muoversi sudato al di sotto vestiti larghi di allenamento e divise ufficiali, tendendo la stoffa come se volesse romperla. L'espressione stoica e decisa.

Lo aveva visto sotto la doccia degli spogliatoi, bagnato e rilassato, e sulla panca intento a cambiarsi, inconsapevole e fiducioso, il viso neutro e impenetrabile.

Lo assaporava ogni giorno nel loro letto, nella loro cucina, nel loro bagno, ovunque. Quel viso che aveva imparato a decifrare accartocciato di piacere, arrossato, sudato e languido. Ma anche dispettoso, malgrado la conoscenza comune, appassionato, amorevole, dominante.

Lo aveva avuto in tanti modi, ancora troppo pochi per i suoi gusti, ma quello era uno sviluppo che non si aspettava.

Ne fu stupito, non pensando che potesse essere una sua fantasia, ma passò presto. Con lui era sempre una scoperta, anche quando la facciata parlava di severa monotonia.

Lo sguardo divenne intrigato, vedendo l'andamento complesso del pizzo bianco puro disegnare forme di gigli, di cime, di archi, colore caldo che ne bucava il tracciato e diventava arte nell'arte.

Divenne voglioso, il bisogno fisico di affondare la faccia in quella stoffa – morbida, all'apparenza, il contrario del muscolo puro che tratteneva – e di ... non lo sapeva.

Divenne confuso, così tante idee in mente da non riuscire a stabilire quale fosse la più adatta, l'indecisione che lo bloccava alla porta e non lo faceva muovere di un tremito, lo sguardo fisso su quell'invito scritto e la consapevolezza di non averne avuto nessuno a voce.

"Satori?" La voce di Ushijima gli attraversò il cervello e Tendou batté le palpebre, sentendo gli occhi bruciare per la secchezza di averli tenuti aperti per troppo tempo. Li sentiva enormi e lacrimosi, ma poteva davvero farsene una colpa? "Perché stai lì fermo?"

Gli dava la schiena e Tendou capì improvvisamente che esisteva un davanti. Un davanti ugualmente meraviglioso, grande, spesso. Lo conosceva troppo bene per non pensarlo coccolato in un sacchetto lezioso.

Tentò di ingoiare ma la bocca era secca, non una goccia di saliva, segatura che aveva prosciugato qualsiasi cosa.

"Ti senti bene?"

Alzò lo sguardo sul suo viso, confuso. Solo la profonda consapevolezza che lo intendesse veramente lo fermò dal fare una battuta indecente, perché vederlo intento a cambiarsi con ... quella ... bellezza ad accoglierlo lo faceva sentire non bene, qualcosa di più esagerato, incontenibile. "Sì." Riuscì a gracchiare.

Si schiarì la voce e si tolse la maglietta, entrando finalmente nella loro camera. "C'è qualcosa che dovrei sapere?"

Ushijima si girò e Dio, il davanti era qualcosa di indescrivibile. Gemette forte, lasciando cadere la maglia e stropicciandosi forte la faccia, le mani cosi a fondo nei suoi occhi che, forse, sarebbero rimasti incastrati nel centro del cranio. "Wakatoshi, perché mi fai questo?"

Haikyuu!! KINKTOBER 2022Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora