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«Questa mattina non faremo una vera e propria lezione, piuttosto intendo capire a che punto sei arrivato con la tua istruzione per poi partire da lì.»
Contrariamente alla sua gestualità, il tono del signor Jeon era calmo mentre pronunciava quelle parole. Aveva portato con sé una pila di libri, manuali e manoscritti che aveva steso sulla scrivania in ordine sparso e pareva cercare nervosamente qualcosa tra quei mucchi di carta. Ci fu un breve silenzio durante il quale il signor Jeon spostava e alzava rumorosamente il materiale mentre bofonchiava tra sé e sé parole sconnesse.
Taehyung lo osservò assonnato: aveva i capelli spettinati e gonfi rispetto al giorno prima, delle leggere occhiaie gli macchiavano il viso e la sua voce sembrava leggermente più nasale di come la ricordava. Era vestito con il solito completo grigio, il che gli fece pensare che non fosse nemmeno riuscito a disfare le valigie, dopo la sbronza che suo padre gli aveva procurato la sera precedente durante la cena.
Se non altro era stato loro concesso lo studio più illuminato della casa, non il più ampio ma questo poco importava. Taehyung odiava leggere e scrivere nella semioscurità com'era costretto a fare quando riempiva i documenti e i registri familiari.
Le ampie finestre in quella stanza invece gli regalavano la gioia dei raggi solari dalle primissime luci dell'alba, il che la rendeva perfetta per le lezioni mattutine.
Taehyung ammirava distrattamente l'esterno quando la voce dell'istitutore lo riportò alla realtà: «Eccolo qui, finalmente.»
Gli porse un foglio di carta ingiallita, sfilato da chissà dove e scribacchiato di china.
«È un test che mi servirà per capire da dove partiremo, vorrei tu lo compilassi qui.» Sorrise gentilmente, increspando gli angoli degli occhi nerissimi.
«Posso farle domande se non capisco qualcosa?» Chiese svogliatamente.
«Naturalmente.»
Taehyung osservò il questionario e sbadigliò, poi prese il pennino e lo intinse nell'inchiostro cominciando a riempire il foglio prima su un lato, poi sull'altro e quando ebbe finito la carta, ne domandò altra.
I comandi erano scritti con una grafia quasi perfetta, segno di anni e anni di pratica e le richieste parevano semplici a primo acchito, tuttavia il ragazzo si rese conto ben presto che ogni risposta gli portava via ben più di mezza pagina. Arrivato alla seconda, prima di consumare altra carta, chiese: «Non dovrei essere un po' più sintetico?»
«La sintesi è il dono di chi ha studiato così tanto da riuscire a trasmettere interi concetti in poche righe.»
Prese il foglio e tornò a sedere piuttosto incerto se si trattasse di un sì o di un no, in ogni caso seguitò con il suo ritmo.
Il signor Jeon lo scrutava di tanto in tanto al di sopra del tomo che stava leggendo con tanto interesse. La copertina rigida non tradiva alcun titolo leggibile, poiché l'inchiostro era stato consumato dagli anni di consultazioni, ma Taehyung era sicuro si trattasse di un qualche trattato di botanica che aveva aperto distrattamente in una qualche occasione della quale non rammentava.
Non era amante della botanica, né della biologia, a lui piaceva più che altro la letteratura, tuttavia le domande del test vertevano su quegli argomenti per la maggior parte.
«Lei ha studiato scienze naturali?» Chiese il ragazzo a un certo punto.
«Sì perché?» Rispose Jeon da sopra il suo libro.
«Per sapere, mia madre non mi ha detto che cosa avrei dovuto studiare con lei.»
«Oh... mi scuso se nemmeno io te l'ho specificato, credevo tu fossi stato già informato.»
«Lei è andato all'università?»
«Certamente.»
«E ha studiato tutte quelle cose che si leggono sui libri? Come il sezionamento dei cadaveri?» Domandò con improvviso interesse.
«Certamente, ma non è ora il momento di parlarne. Finisci il compito per favore.» Una nota di fastidio adombrò la sua voce e ciò spense immediatamente l'entusiasmo del ragazzo, che si scusò e chinò nuovamente il capo.
Finì il suo lavoro poco dopo e lo consegnò dopo una rilettura veloce, poi si risedette attendendo ordini dal signor Jeon.
«Puoi andare Taehyung, leggerò le tue risposte e oggi pomeriggio dopo il pranzo inizieremo con le lezioni vere e proprie.» Lo informò, scrutando quelle pagine con attenzione senza degnarlo di uno sguardo.
«Bene signore, grazie.» Si congedò con un inchino e uscì dallo studio per spostarsi nel suo, dove avrebbe passato la restante mattinata a compilare documenti come al solito.

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