17.

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L'alba giunse presto e con lei arrivarono nuove consapevolezze e sensazioni.
Jungkook aveva dormito poco da quando aveva riaccompagnato Taehyung nella sua stanza, non era riuscito a ignorare l'odore di camelie che aveva addosso e lavarsi a quell'ora della notte era impensabile. Perciò si era coricato così: pieno della fragranza di omega e con l'eccitazione che non se ne andava.
Ci aveva pensato parecchio ultimamente, al modo giusto per affrontare l'argomento odori, perché da più o meno un mese Taehyung aveva cominciato a sprigionare il suo e per Jungkook non si trattava di qualcosa di sopportabile.
Voleva chiedergli di smetterla, fargli capire che per lui era un tormento stare nella stessa stanza senza poterlo toccare, ma era sempre stato troppo gentile, remissivo quasi e piuttosto aveva preferito portarlo in giro all'aperto così da far disperdere quella deliziosa fragranza.
Adesso però tutto tornava, lui non aveva idea di cosa gli stava facendo, né di come smettere: era come un bambino che non ha ancora imparato a gestire il suo corpo.
Lui così sicuro di sé da ridere in faccia alla verità, non lo avrebbe mai accettato di buon grado.
Jungkook se ne dispiacque profondamente e finalmente comprese come i genitori avessero ignorato i bisogni del figlio fino a quel momento.
Lo avevano tirato su non come un figlio, ma come un individuo addestrato a dare meno problemi possibile e il suo essere un omega rappresentava un enorme problema per quella famiglia.
Come si poteva privare una persona di tutte quelle libertà? Come si poteva privare Taehyung della libertà, lasciandolo nell'ignoranza e nella convinzione di essere sbagliato? Taehyung che era così dolce, così intelligente e caparbio. Taehyung che era una meraviglia della natura, con quella pelle ambrata e liscia, con tutti i suoi nei e con quegli occhi grandi ed espressivi che troppo spesso aveva visto tristi e lacrimosi. Taehyung con il suo corpo asciutto e agile, lo aveva stretto a sé una volta soltanto e non tanto quanto avrebbe desiderato, ma si sarebbe meritato di essere baciato e abbracciato ogni giorno.
Più ci pensava più si arrabbiava, meno possibilità c'erano di addormentarsi in tempi brevi.
Aveva lo stomaco in subbuglio e un calore insolito nel petto. Il suo lupo era sempre inquieto con la luna piena, ma quella sera la sua luna era stato Taehyung, perché mai lo aveva avvertito scalpitare così veementemente per avvicinarsi a qualcuno.
Sudò freddo al pensiero di essere nella sua stessa casa alla comparsa del primo calore.
Quel ragazzo scatenava in lui un istinto di protezione che mai aveva provato per nessuno, sin dal giorno in cui si era sentito male, desiderava solo stargli accanto e vederlo felice, ma ahimè era proprio da quel giorno che non lo aveva visto più lo stesso.
In lui c'era qualcosa di incrinato, riusciva ad avvertirlo e la dimostrazione stava nella sua nuova difficoltà di apprendimento.
Intendeva indagare più a fondo la questione, ma con i giusti tempi e nei giusti modi. Pensava di averlo sconvolto già abbastanza con gli avvenimenti di quella sera, che li avevano colti impreparati e forse in quella situazione era stato proprio Jungkook quello più sorpreso.
Non si aspettava una reazione del genere né da parte sua, né da parte di Taehyung, tuttavia si rendeva conto di essere stato un perfetto idiota perché i segnali c'erano e c'erano stati, ma non ci aveva dato peso oppure li aveva male interpretati.
Nella tarda mattinata avevano la solita lezione prima del pranzo e aveva bisogno di parlargli, di fargli sapere che lui non era così: non seduceva studenti a caso in mezzo ai boschi.
Non era giusto, non voleva abusare della sua condizione di potere né come insegnate, né come alpha: non era così che era stato educato. Molti gli avrebbero dato dello stupido e della mammoletta, perché per la maggior parte degli alpha il corteggiamento funzionava esattamente così: approfittare della propria autorità per ottenere benefici, ma Jungkook non riusciva a farselo andar bene.
Voleva tirare fuori tutto e rispondere a ogni sua domanda nel modo più completo possibile e già si preparava mentalmente le risposte per le questioni che credeva gli sarebbero state poste. Tuttavia ogni volta che iniziava con queste fantasie, tutte si tramutavano in un bacio appassionato.
«No! No!» Si ripeteva mentalmente, ma come lasciava il controllo dei suoi pensieri, di nuovo cascava lì.
E così si addormentò, sognando baci di rubati e coccole segrete con l'odore di camelia che permeava la stanza e alla fin fine non gli dispiaceva poi tanto.

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