«Ho omesso diversi particolari a tuo padre, lo ammetto. Ma ho dovuto, altrimenti non mi avrebbe mai voluta. D'altronde cercava un grembo che producesse eredi, qualsiasi altro gli sarebbe andato a genio.»
Taehyung a quel punto sentiva ma non ascoltava più, la sua mente si era fermata all'ultima informazione e guardava la madre mentre un turbinio di pensieri gli attanagliava lo stomaco.
«Perché?» Interruppe Chaerin di nuovo, la sua voce era piatta e inespressiva.
«Dovevo darci un futuro.»
«No. Perché me lo stai dicendo adesso? Perché non me ne hai mai parlato?» Si stava arrabbiando, gli tremavano le corde vocali e la tensione che provava allo stomaco gli stava risalendo fino agli occhi.
«Tuo padre non voleva che sapessi.»
«Quindi adesso hai il suo permesso?» Il tono era provocatorio.
«No, ma... mi sono sempre vergognata.» Abbassò lo sguardo Chaerin e fu una delle poche volte in cui la sua fierezza sparì.
«Di cosa? Di me? Di quello che sei?» "Siamo" pensò, ma non lo disse. Le lacrime gli stavano risalendo e provava a ricacciarle indietro con tanta forza che gli facevano male le tempie.
«Di aver mentito. Mi sono sentita in colpa per tutta la vita e sì: tuo padre mi ha convinto che quello che siamo è motivo di vergogna.» Deglutì rumorosamente, rialzò gli occhi e prese la mano del figlio. «Ogni giorno per anni mi ha ripetuto che siamo feccia, uno scherzo della natura e ho finito per crederci, per essere disgustata da me stessa e da... te.»
Una singola grande lacrima le scese sulla gota sinistra.
Taehyung ritirò la mano in silenzio.
«Ma da quando hai iniziato la pubertà e i commenti di tuo padre si sono fatti più amari... mi è scattato qualcosa.»
«Quindi hai anche tu un istinto materno.» Commentò sarcastico, poi continuò: «Peccato che sia arrivato un po' in ritardo e scusami se dopo 18 anni di indifferenza e bastonate non mi interessa poi più di tanto dei tuoi problemi.»
«Non dire così, dopo tutto quello che ho sopportato per darti il meglio.» Si stava adirando e il suo orgoglio era tornato tutto insieme e mai così granitico.
«Questo lo chiami meglio?» Urlò, poi batté una manata sul tavolo apparecchiato e si alzò di scatto. «Rinchiuso qui per tutta la vita, senza un amico e con il divieto assoluto di uscire: questo per te è il meglio? Potevi lasciarmi in una prigione a questo punto, almeno avrei avuto qualcuno con cui chiacchierare.»
«Falla finita!» Urlò sbattendo il pugno, era furibonda. «Tu non sai com'è il mondo lì fuori per quelli come noi, non hai idea da che cosa ci ho salvati.»
«No non lo so, ed è grazie a te.» La sua voce era tornata normale, ma più fredda che mai.
Chaerin si sedette, un'altra lacrima le solcò la guancia.
«Se ti fa stare bene prendertela con me, fai pure. Sappi però che è sempre stato lui a fare pressioni per non mostrarti troppo in giro.»
«Non sei meglio di lui se lo assecondi.»
«È bello che tu pensi che io abbia voce in capitolo.»
Un lungo silenzio calò tra i due, mentre Chaerin riprendeva a consumare il suo brodo.
«Vieni, altrimenti si raffredderà.» Lo esortò con un'insolita nota dolce.
Taehyung obbedì e per qualche minuto non si sentirono che suoni di deglutizione in quella sala.
«Un'ultima cosa, prima che questo pranzo finisca e chissà quando vorrai parlarmi di nuovo.» Disse la donna con calma serafica. «Quegli integratori non smettere mai di prenderli, non finché c'è in giro il signor Jeon.»
«Lo so cosa sono, puoi smettere di chiamarli così.» Rispose lui quasi annoiato.
«Bene quindi ti ha spiegato anche questo, santo ragazzo.»
«Non l'avrai fatto venire di proposito?» La osservò esterrefatto.
Chaerin sorrise beffardamente.
«Pensi che un licantropo passasse forse qui per caso? Io non potevo dirti nulla, tuo padre fa controllare anche me da quel biscione impomatato.»
«Ma non poteva sospettare di un professore.» Ragionò il ragazzo ad alta voce.
«E quando ha iniziato a sospettare era troppo tardi.» Aggiunse la donna con una malcelata soddisfazione.
Finirono in breve tempo quello che era rimasto da quel pranzo turbolento e si salutarono. Taehyung non sapeva quando avrebbero parlato nuovamente, non credeva di riuscire a passare sopra a quelle notizie tanto facilmente. Pensava e rimuginava ancora e ancora sul suo vero padre e più rimestava quelle informazioni, più aumentava il peso che sentiva sul petto.

STAI LEGGENDO
Stigma
WilkołakiTaehyung è un giovane intrappolato in una torre d'avorio e i suoi carcerieri sono i suoi stessi familiari. Una famiglia disfunzionale non gli impedirà tuttavia di costruirsi la felicità che tanto brama. > Capitoli di media lunghezza > Omegaverse > K...