12.

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«Dovresti decisamente applicarti di più, così non andremo da nessuna parte.» Lo sguardo di Jungkook era pieno di biasimo e la sua voce suonava ferma come non mai. I suoi occhi vispi, scuri come pozzi, viaggiavano dalle dita affusolate di Taehyung allo scheletro mobile che si trovava davanti a loro. Il ragazzo si torturava le mani per il nervosismo e non osava alzare lo sguardo verso il suo maestro.
«I tuoi genitori mi pagano per insegnarti, ma tu non stai imparando nulla ragazzo. Mi domando se dobbiamo ricorrere a metodi più tradizionali come la bacchetta.»
«N-no la prego, la bacchetta no.» L'aria gli uscì flebile come un sussurro e la sua schiena si inarcò leggermente.
«E allora dimmi cos'altro dovrei fare per inculcarti questi concetti banali.»
«Non sono banali.» Mormorò ancora più piano.
«Come?» Il fastidio si fece di gran lunga più evidente.
Taehyung si raddrizzò un poco, prese fiato e ripeté: «Non è così banale.»
«Non è così banale. Non è così banale!» Il signor Jeon stava decisamente alzando i toni. «Non è banale la teoria dell'evoluzione, non è banale la fotosintesi, ma imparare a memoria il nome di qualche osso mi sembra piuttosto banale Taehyung. Basta studiare!» Osservò piccato. La punta delle sue orecchie si era arrossata per la collera e senza rendersene conto strabuzzava gli occhi mentre parlava. Il suo bell'abito color crema svolazzava in qua e in là mentre faceva su e giù per lo studio gesticolando.
«Non hai nulla da dire?»
«No signore.»
«Bene perché non avrei accettato giustificazioni. Ora tornatene a sedere e studia quello che non hai studiato nei giorni scorsi. Non possiamo andare avanti se non sai queste cose.» Così dicendo gli sbatté in mano il tomo di anatomia e si sedette a sua volta.
Taehyung odiava ricevere quel trattamento, a chi sarebbe mai piaciuto farsi sbattere in faccia i propri fallimenti? D'altro canto non riusciva più a studiare serenamente da quando si era sentito male l'ultima volta.
Aveva l'impressione che la sua mente fosse annebbiata e in quella foschia le informazioni si perdevano e si confondevano tra loro, non riuscendo a trovare la giusta collocazione per cui lui potesse andare a ripescarle correttamente. Inizialmente aveva incolpato le medicine, ma trascorso un mese ormai i loro effetti collaterali non potevano ancora persistere e allora doveva esserci un'altra ragione ignota. Sua madre gli aveva persino fatto prescrivere degli integratori di vitamine, ma la situazione non si sbloccava.
Leggeva e rileggeva le stesse parole, ma alla fine della pagina nulla era rimasto impresso in lui e alla fine si spazientì come accadeva quando studiava da solo.
Chiuse il libro rumorosamente, con un tonfo che solo un manuale in pergamena poteva produrre e asserì:«Non ci riesco.»
Il signor Jeon, che nel frattempo aveva inforcato gli occhiali e si era immerso in chissà quale manoscritto, lo scrutò guardingo da sotto le lenti tonde.
«Cos'è che non riesci?» Gli domandò con una voce dolce che stranì Taehyung.
Il ragazzo abbassò lo sguardo nuovamente e si sentì stringere qualcosa nel petto, ma riprese coraggio e confessò: «Queste cose non mi entrano.»
Al che il signor Jeon si alzò sospirando, posò gli occhiali e si diresse verso il banco del ragazzo.
«Taehyung ma sei ancora alla seconda pagina?» Chiese tra lo stupito e lo sconcertato.
Il ragazzo non ebbe cuore di rispondere, perché sapeva che se avesse aperto bocca sarebbe scoppiato in lacrime. Non capiva cosa gli stesse succedendo, era preoccupato e nervoso, non aveva bisogno di qualcuno che gli facesse notare quanto fosse rimbambito in così breve tempo. Strizzò gli occhi aspettandosi un'altra sfuriata e invece Jungkook gli si mise di fianco, si abbassò sul banco e gli domandò calmo: «Cosa c'è che non ti torna Taehyung?»
«Tutto, non mi entra in testa nulla.» Così dicendo si colpì il capo con un pugno.
«Falla finita, sei sempre stato bravo, non capisco cosa ti sia preso ultimamente.»
«Vorrei saperlo anche io. Ci provo davvero, ma non mi resta niente. Quanto tempo è che sono sopra a queste pagine?»
«Quaranta minuti.»
«Ecco! Le avrò lette venti volte e non riesco a ricordare una parola.»
La fronte di Jeon si aggrottò in un'espressione decisamente preoccupata è un sospiro sfuggì alle sue labbra.
«Io non... non so che dirti, vuoi provare a ripeterlo insieme? Tu leggi e io spiego cosa hai letto.»
«Va bene proviamo.» Un sorriso di flebile speranza comparve sul suo bel volto roseo.

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