15.

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Si prese uno spavento tale che per un attimo fu come se lo spirito gli stesse abbandonando il corpo, dopodiché la voce familiare dell'insegnante gli accarezzò le orecchie.
«Che cazzo ci fai in giro di notte?»
«Io non...» Il ragazzo si voltò e venne abbagliato dalla luce di una lanterna puntata negli occhi.
«Sei impazzito? Sono ore che ti cerco.»
I tratti del suo viso risultavano induriti da quell'illuminazione artificiale, ma anche considerando questo fattore, la sua espressione non lasciava molto spazio a interpretazioni: sarebbe risultata furiosa anche sotto la semplice luna.
«Ore? Esagerato.» Sdrammatizzò Taehyung.
«Non fare il simpatico ragazzo. Ringrazia che ti ho trovato io e non qualcun altro piuttosto. Cosa volevi fare? Sentiamo.»
«Una passeggiata per schiarirmi le idee.»
«Di notte? Con cinghiali e serpenti in giro, tu ti fai le scampagnate notturne.» Stava alzando pericolosamente la voce.
«N-non si arrabbi per favore. L-lo faccio spesso e non è mai successo nulla.»
«Oh bene, quindi siccome non è mai successo nulla allora continuiamo finché non pesterai un bel serpente e di notte nessuno potrà sentirti. Che ne dici?» Poteva quasi toccare la lampada con la guancia per quanto il signor Jeon gliela stava avvicinando al viso e per la verità avrebbe anche potuto toccare il suo naso con quello dell'insegnante se si fosse spinto in avanti di circa una quindicina di centimetri.
Arrossì violentemente a quel pensiero e abbassò lo sguardo.
«Allora? Non hai nulla da dire?»
«I-io volevo solo vedere le stelle.»
Jeon esitò: doveva essere rimasto spiazzato. Allontanò la lanterna dal suo volto e si fece indietro.
«Non volevi scappare?» Il suo tono era tornato normale, sembrava rincuorato.
«Certo che no, non potrei mai...» Si interruppe, non poteva rivelare oltre.
«Taehyung è comunque pericoloso, la natura non riserva sempre belle sorprese sai.»
«Proprio lei viene a farmi questi discorsi? Mi ha fatto portare in casa un ratto!»
«Proprio io, sì. Ammirarla non significa fidarsene ciecamente, quello è da incoscienti e tu non sei un incosciente, no?» La dolcezza con cui pronunciò quella frase gli accelerò i battiti.
«N-no.»
«E ciò che facciamo noi è sempre ben studiato prima perché non risulti pericoloso per nessuno.»
«S-sì.»
Era completamente imbambolato e in quel frangente avrebbe potuto sentirsi dire che la terra era piatta e gli avrebbe comunque dato ragione.
«Tutto bene Tae?»
«Sì sono... stanco.»
«Bene, a letto allora. Forza! Ti accompagno e non voglio mai più sentirti uscire di notte o dovrò comunicarlo a chi di dovere.»
Si incamminarono insieme verso la magione, ma Taehyung sentiva l'urgenza di fare una domanda: «Come ha fatto a vedermi?»
«Non ti ho visto, ti ho sentito.»
«Impossibile! Sono uscito dalla finestra e la sua camera dà sull'altro lato della valle.»
Jungkook assunse un'espressione indecifrabile e tacque per qualche momento, poi si fermò e lo squadrò serio.
Taehyung rise nervosamente e dopo circa un minuto, quando la situazione era diventata troppo strana per lui, chiese: «T-tutto bene?»
«Tu non sai nulla.» Asserì l'insegnante.
Il ragazzo restò ferito da quella frase pronunciata così freddamente, con un tono che non ammetteva alcuna replica.
«C-che vuol dire? Ho imparato un sacco di cose invece, io...» Non riuscì a proseguire: gli occhi gli si erano riempiti di lacrime e aveva la gola serrata.
Non credeva che quelle quattro parole fossero in grado di esercitare tutto quel potere su di lui, eppure, declamate così da quelle labbra, erano state come lame affilate sul suo cuore fragile.
Il signor Jeon sapeva quanto impegno mettesse Taehyung in tutto ciò che faceva, lo aveva visto con i suoi stessi occhi, eppure aveva deciso di affossare i suoi sacrifici con quel giudizio cattivo e gratuito.
«N-no perché stai piangendo, oh Tae...» Balenò una scintilla di panico nei suoi occhi nerissimi. «Non intendevo questo, io... mi sono spiegato male.»
Il ragazzo lo guardò singhiozzando e le sue sopracciglia si alzarono, ma Jungkook non riuscì a continuare la sua spiegazione senza prima avvolgerlo in un caldo abbraccio.
Taehyung rimase spiazzato e incredulo di fronte a quella dimostrazione di affetto e di nuovo sentì lo stomaco rivoltarsi, poi si lasciò andare e lo strinse a sé più che poteva. Sentiva il suo odore fortissimo in quella posizione e improvvisamente i pensieri negativi cessarono: c'erano solo loro due, i suoi problemi e le preoccupazioni che lo affliggevano negli istanti precedenti erano svaniti.
«Lo senti?» Domandò dolcemente Jungkoook.
«C-che cosa?»

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