16.

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«Lo senti questo odore?» Chiese nuovamente l'insegnante.
«S-sì.» Rispose Taehyung incerto, con la voce ancora rotta dal pianto di poco prima.
«Ti piace? Ti calma?» Gli sussurrò Jeon senza sciogliere l'abbraccio.
«Sì.» Il ragazzo era totalmente perso in quelle sensazioni del tutto nuove per lui.
«Adesso ci separiamo, va bene?»
Taehyung lo strinse più forte.
«N-no aspetta.» Il suo cuore batteva all'impazzata ed era sicuro di aver raggiunto una tonalità simile al vermiglio in volto, ma non gli importava.
«Adesso sto rilasciando un odore rassicurante per te, ma dobbiamo staccarci Taehyung, non voglio che succeda nulla.»
Jungkook gli accarezzò i capelli e lo lasciò aggrapparsi a lui ancora qualche momento, poi dolcemente lo allontanò.
Si guardarono brevemente ed entrambi non sapevano che cosa dire, ma Jungkook prese coraggio: «Lo so che non hai idea di cosa stia succedendo... io non so nemmeno se riesco a spiegartelo come si deve.»
Taehyung lo scrutava e basta, non osava interromperlo, sapeva soltanto che la sua solita faccia di bronzo era miseramente caduta rivelando le sue guance rosse e i suoi occhi sognanti che avevano interesse solo per lui.
«Tu... noi siamo diversi e... Dio mio è incredibile che non te lo abbiano mai detto.» Si grattò la nuca nervosamente e distolse lo sguardo da quello di Taehyung perché non riusciva più a sopportarlo, dopodiché riprese:
«Ci sono alcune persone diciamo... speciali, non tutti funzioniamo allo stesso modo è chiaro, ma esiste tutta un'altra sorta di esseri umani che forse è improprio definire esseri umani.»
Il ragazzo lo guardava, improvvisamente interessato più alle sue parole che a lui.
«Diciamo che sono delle specie di ibridi, anche se molti trovano offensiva questa definizione, ma per comodità te la spiego così.»
«Ibridi.» Ripeté distrattamente Taehyung.
«Sì, ma non dirlo mai a nessuno potresti offendere. In sostanza si tratta di licantropia, lo so è una roba da pazzi, ma un sacco di persone lo sono e non lo sappiamo.»
«Licantropia hai detto?» Taehyung sgranò gli occhi, poi scoppiò in una lunga risata. «S-se volevi prendermi i-in giro ci s-sei riuscito alla grande cavolo!» Esclamò, mentre Jungkook gli sorrideva in risposta.
«Sono contento che ti sia tornato lo spirito Tae, ma non volevo prenderti in giro.»
«No infatti, volevi solo farmi credere che sono un lupo e non me ne sono mai reso conto.» Ridacchiò.
«In realtà è così. Be' non proprio un lupo completo, hai dei tratti, li abbiamo.» Così dicendo iniziò ad avvicinarglisi e il ragazzo si sentì le gambe di gelatina.
«Questa è la reazione che ha la tua classe di appartenenza ai feromoni che sprigiona la mia classe, be' tecnicamente non si chiamano così ma è per capirsi e oh-» Si era reso conto appena in tempo che Taehyung era sul punto di svenire. Lo sorresse e lo fece sedere lentamente sull'erba, acquattandosi di fianco a lui.
«Scusa non volevo. Non ho pensato che non ci sei abituato, aspetta...»
Di nuovo il ragazzo sentì forte quell'odore di mandorla e tabacco che lo prese e lo portò su un altro pianeta in cui gli unici abitanti erano loro due, il suo cuore accelerò e sentì il bisogno di averlo più vicino. Gli prese un polso e lo tirò a sé, ma Jungkook oppose resistenza.
«No Tae, non posso. È solo p-per farti riprendere...»
Le gote gli si erano leggermente rosate, poteva vederlo dalla lanterna appoggiata accanto a loro.
Il ragazzo lo guardò con aria supplichevole, a Jeon tremò il labbro mentre imprecava: «Dannazione!»
Poi gli si sedette accanto e lo abbracciò di nuovo, stavolta con più foga, ma a Taehyung non dispiacque affatto.
Lo voleva vicino, più vicino, necessitava di bagnarsi in quell'odore, pretendeva che lo permeasse per sempre e annusava la poca pelle scoperta del suo collo in cerca della fonte, la toccava con le labbra perché gli rimanesse impressa, ma non gli bastava: voleva di più e gli salì in grembo. Gli aprì il cappotto e ci infilò le mani dentro, era così caldo, così pieno del suo profumo che ispirava a pieni polmoni come fosse rimasto in apnea per tutta la vita, ansimava per quanto gli piaceva e Jungkook lo lasciava fare, ma poteva sentire dai suoi sospiri quanto piacesse anche a lui, che nel frattempo lo aveva circondato con le braccia.
Fu solo quando Taehyung gli aprì il primo bottone della camicia che Jungkook lo bloccò.
«Fermo!» Esclamò con il fiato corto. «Cosa stiamo facendo?»
Si sfilò velocemente da sotto il ragazzo e prese una boccata d'aria.
«S-scusami non volevo, t-ti ho sentito e... va be' non importa, alziamoci per favore.»
Così dicendo si mise in piedi e gli porse la mano.
«So che sei confuso, m-mi dispiace non ce l'ho fatta a resisterti q-questa volta.»
Taehyung si mise in piedi non troppo convinto: sentiva il petto esplodere, il volto andargli a fuoco e aveva un'altra parte del corpo non esattamente al proprio posto, ma lo seguì.
Qualcosa dentro di lui si era acceso, Jungkook lo aveva infiammato dentro e fuori e adesso voleva solo scoprire di più, esplorare quelle sensazioni che mai nessuno gli aveva saputo infondere.

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