La lezione del pomeriggio fu la più tediosa e soporifera che Taehyung ricordasse.
Il signor Choi si era fatto trovare già in classe e aveva salutato entrambi con trasporto, per poi starsene muto per tutta la prosecuzione. Del resto non doveva saperne poi molto di spore e funghi o almeno non abbastanza per controbattere.
Dal canto suo il ragazzo aveva guardato Jeon gesticolare in modo affascinante per più di metà della spiegazione e solo così era riuscito a restare sveglio.
Una volta giunta la sera, concluso il tutto, Taehyung era uscito e Choi era rimasto a parlare con l'insegnante.
«Molto preparato signor Jeon.» Gli si era rivolto con inaspettata gentilezza mentre si alzava dalla sedia.
«Grazie mille, ho studiato per anni questi argomenti.»
«Solo un appunto.» Lo interruppe. «Al signor Kim non dispiacerebbero meno riferimenti alla... ehm... riproduzione. Non vorremmo far venire strane idee al ragazzo.»
«Oh certo che no, ma vede si tratta di piante e funghi, io-»
«Lei sorvolerà sull'argomento Jeon, il signore l'ha richiesto espressamente.»
«Molto bene.»
«Molto bene, per il resto nulla da eccepire. Veramente affascinante.»
«Apprezzo molto signor Choi, ci metto tutta la mia passione. A tal proposito...» Si schiarì brevemente la voce e il suo sguardo planò dal fondo della stanza al libro chiuso che teneva in mano. «Domani inizieremo con il regno delle piante, lei assisterà... spero.»
«Naturalmente.» Rispose Seunghyun con tono leggero che lasciava trasparire una certa impazienza.
«Benissimo, mi fa molto piacere.»
Jeon sorrise, ma intorno ai suoi occhi la pelle candida non si increspò.
Si salutarono velocemente, dopodiché l'istitutore sparì tra gli umidi corridoi ormai bui.
Camminava veloce cercando di fare meno rumore possibile, con le orecchie dritte per evitare possibili disturbatori. Era teso come una corda di violino e, nonostante la temperatura si fosse abbassata parecchio con il calare delle tenebre, un labile velo di sudore iniziò a coprirgli la fronte.
Era quasi giunto alla fine del corridoio quando due mani lo strattonarono con forza, scaraventandolo dentro una stanza buia.
«Shhh.» Udì, poi si sentì premere sulla bocca. Il cuore gli risalì in gola e avvampò come una scolaretta quando inspirò.
«Taehyung, non era questo il posto.» Protestò sottovoce, togliendosi la sua mano dal volto. Non vedeva nulla, se non la sua sagoma scura che lo premeva contro lo stipite della porta socchiusa, ma anche senza la vista, i suoi sensi in allerta lo percepivano come fosse pieno giorno.
«Shh piano o ci sentiranno.» Controbatté il ragazzo bisbigliando con una nota di panico.
«Mi hai fatto prendere un colpo.» Ridacchiò Jeon. «Perché siamo qui?»
Taehyung si discostò da Jungkook quel tanto che bastava per non sentire il calore del suo fiato sul viso.
«Ho visto quel verme in cravatta andare a curiosare da quelle parti appena è uscito dall'aula.»
«Dici che ti ha seguito?»
«Non lo so, l'hai trattenuto qualche minuto come avevamo detto, no?»
«Certo.»
«Allora è solo un impiccione che ficcanasa a caso.»
«Speriamo.»
Ci fu qualche momento di silenzio, mentre Jeon rifletteva con le sopracciglia corrucciate.
La luce fredda della luna e delle stelle che filtrava dalle finestrelle ora era divenuta sufficiente a entrambi per vedere ciò che li circondava. Uno spicchio di quei raggi argentati baciava una parte del volto assorto di Jungkook e Taehyung non riuscì a fare a meno di farsi rapire da quella visione tanto prossima quanto inaccessibile.
Si sentì sbagliato e provò a zittire la sensazione di calore che si propagò nel suo petto, ma allo stesso tempo non poteva e non voleva perdersi nemmeno un secondo dello spettacolo che gli si parava dinnanzi. Così rimase immobile e muto, finché Jungkook non spezzò il silenzio.
«Quindi che facciamo? Andiamo?»
L'uomo alzò lo sguardo verso gli occhi trasognati e languidi dell'altro, lo stomaco gli si strinse, ma non lo diede a vedere.
«Andiamo? Dove? Che volevi fare?» Domandò confuso il ragazzo.
«Vuoi stare qui a farti beccare? Andiamo fuori no?»
«Oh non avevamo parlato di questo... va bene certo.»
«Se non vuoi uscire , possiamo fare altro.»
Un'immagine inammissibile balenò in testa a Taehyung.
«N-no è solo che pensavo fosse pericoloso uscire di notte.»
«Non se siamo in due, soprattutto se uno di questi due sono io.» Ridacchiò Jungkook.
«Non ci credi nemmeno tu.»
Controbatté Taehyung mentre l'altro apriva piano la porta e guardava all'esterno.
«Vieni.» Sussurrò mentre gli afferrava la mano.

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Stigma
WerewolfTaehyung è un giovane intrappolato in una torre d'avorio e i suoi carcerieri sono i suoi stessi familiari. Una famiglia disfunzionale non gli impedirà tuttavia di costruirsi la felicità che tanto brama. > Capitoli di media lunghezza > Omegaverse > K...